Recensione A.C.A.B. All Cats Are Brilliant (2012)

Constantina Voulgaris segue la sua affascinante eroina Maria Georgiadou per raccontare un'infelicità personale che riflette la sofferenza di un'intera nazione.

Il complesso di Elektra

Elektra è una trentenne ateniese con un diploma artistico e un pugno di sogni che stanno morendo di asfissia: i suoi genitori, intellettuali progressisti, le fanno pressioni perché trovi un impiego degno del suo talento invece di accontentarsi di fare la babysitter, e intanto la criticano crudelmente; l'uomo che ama preferisce il carcere in nome di un'idea al suo sincero affetto, e persino la causa, quella contro i colpevoli di una crisi che sta dissanguando ogni aspetto dell'esistenza in Grecia, sembra solo la pallida rappresentazione di quello che dovrebbe essere un energico movimento per la giustizia sociale.

Lo sguardo di Constantina Voulgaris, alla sua opera seconda, segue la sua eroina da vicino nell'arco delle sue giornate, nell'intimità della sua casa, nei momenti felici che trascorre con il bambino di cui si occupa, negli impegni politici e nelle occasioni sociali per raccontare un'infelicità personale che riflette la sofferenza di un'intera nazione.
A contribuire all'impronta realistica ci sono scelte come quella di cancellare i volti dei manifestanti in strada accanto ai quali Elektra cammina, quasi a suggerire un incursione nella non fiction e allo stesso tempo a sottolineare la scelta di individuare una persona nella folla e raccontare la sua storia. E poi ci sono le tappe del viaggio, un tema molto vicino alla cultura ellenica: il carcere, la casa dei genitori, quella del piccolo Petros, lo zoo, la spiaggia, la passeggiata con il cane, l'occupazione della radio, etc., ogni momento ci narra qualcosa di più di Elektra, della sua frustrazione, della sua ricchezza interiore e della sua solitudine.

Gli interludi a tu per tu con la protagonista, i suoi piccoli gesti e i suoi patemi sono i meglio riusciti di A.C.A.B. All Cats Are Brilliant, soprattutto grazie a Maria Georgiadou, una giovane e magnetica attrice che dà l'impressione di essere anche troppo brava per il materiale che le viene messo a disposizione. Perché il film della Voulgaris, pur facendo mostra di sensibilità e passione, manca di rigore nelle scene corali e di vigoria narrativa nella gran parte del suo minutaggio, oltre a non avere il coraggio di andare a fondo nei paralleli che sembra suggerire, come quello tra l'atteggiamento dei genitori di Elektra e il comportamento della classe dirigente in Grecia, , o quello tra i contestatori di un tempo e gli "indignati" di oggi. Alla fine, nonostante un evidente tentativo dell'autrice di concludere il suo film con un messaggio ottimistico ed edificante, A.C.A.B. ci lascia soprattutto l'immagine deprimente di una crisi che ci sta spegnendo culturalmente ed emozionalmente.

Movieplayer.it

3.0/5