Recensione Shooter (2007)

Il film si poggia soprattutto sulla fisicità di Wahlberg, se si riesce nella faticosa impresa di sospendere l'incredulità sa risultare perfino godibile, grazie anche a qualche battuta davvero brillante nel suo cinismo.

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Dopo aver conquistato una nomination ai recenti premi Oscar per la sua interpretazione in The departed - Il bene e il male di Martin Scorsese, Mark Wahlberg torna al cinema, stavolta da protagonista, con un thriller dai risvolti politici ad alto contenuto di azione e di esplosioni. Shooter è la storia di un tiratore scelto ingiustamente accusato di voler uccidere il Presidente degli Stati Uniti d'America (e fa riflettere questa fantasia non così repressa che torna sul grande schermo a pochi mesi di distanza dal mockumentary Death of a President). In realtà Bob Lee Swagger, questo il nome del cecchino Wahlberg, è vittima di una trappola architettata dalle più alte sfere del potere politico americano per insabbiare una raccapricciante vicenda consumatasi in Africa di cui hanno tutte le colpe.

Shooter è un film d'azione che vorrebbe essere altro, il racconto di un anti-eroe, ingannato dal suo stesso spirito patriottico, che pretende di far riflettere sul marcio (di cui si sembra quasi sottolinearne l'inevitabilità) che c'è nel governo americano con le sue continue e disgustose prove di forza ad affermare il proprio potere e ingiustizie perpetrate senza alcun rimorso verso chiunque per coprire gli scandali. Ma la matassa politica che sottende il senso del film va ad ingarbugliarsi in un grande complotto caotico e poco plausibile che a conti fatti serve solo a dare il la ad una fuga (con conseguente caccia) disperata di un uomo per gli Stati Uniti che porta solo ad altra morte. Il protagonista per provare di non aver ucciso un uomo è costretto ad ucciderne decine e decine di altri che vorrebbero catturarlo e incastrarlo.

Il film si poggia soprattutto sulla fisicità di Wahlberg, che continua a maturare come attore ad ogni prova, e se si riesce nella faticosa impresa di sospendere l'incredulità Shooter sa risultare perfino godibile, grazie anche a qualche battuta davvero brillante nel suo cinismo. Certo è che la trama, con tutti i suoi buchi, non sta in piedi e la struttura narrativa del genere (con l'uomo solo in fuga, aiutato da un agente dell'FBI perbene e da una splendida fanciulla pronta a lasciarsi rapire per essere salvata) ha tutti i limiti della sua ritualità. Eppure del buono si intravede, quando l'eroe della pellicola ha l'onestà di non professarsi un innocente. Poi ci sono folli inseguimenti in auto, colpi a go-go delle più varie armi da fuoco e rumorose esplosioni con tanto di suggestive location esotiche, ma questo in fondo non è che il pane dei film d'azione.