Prodigal Son 2, la recensione: torna il figliol prodigo del serial killer

La recensione di Prodigal Son 2, la seconda stagione su Premium Crime dal 25 gennaio (il giorno dopo su Infinity) del crime family drama con Tom Payne, Michael Sheen e Bellamy Young.

Credevo di non essere come mio padre ma questo non è totalmente vero. È mio padre ad essere una parte di me. Non posso negarlo. È questo che mi aiuta a comprendere gli assassini.

Prodigal Son 2 Locandina
Prodigal Son 2: una foto promozionale della seconda stagione

È con parole di nuova e ritrovata consapevolezza che iniziamo la recensione di Prodigal Son 2, la seconda stagione su Premium Crime dal 25 gennaio (il giorno dopo l'episodio è disponibile su Infinity). Le parole sono del protagonista Malcolm Bright (un brillante Tom Payne), profiler della polizia di New York che è così bravo nel proprio lavoro e riesce a entrare nella mente dei criminali come nessun altro, questo anche perché suo padre si scoprì essere un serial killer 20 anni prima. Nuovi casi, nuove relazioni e nuovi colpi di scena ci attendono nei nuovi episodi di questo crime drama familiare.

UN FAMILY DRAMA DI SANGUE

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Prodigal Son 2: Bellamy Young, Tom Payne e Halston Sage nella stagione 2

Una famiglia complicata quella dei Whitly come abbiamo avuto modo di esplorare nel ciclo inaugurale e nello scorso finale di stagione per una delle serie generaliste rivelazione della sfortunata annata 2020. Martin Whitly (un gigantesco Michael Sheen) è il padre serial killer di Malcolm, noto come "Il Chururgo", responsabile della morte di 23 persone e ora consulente occasionale della polizia malgrado la perplessità di Malcolm; accanto a lui Jessica (Bellamy Young), la moglie facoltosa e sopra le righe di Martin e madre di Malcolm e Ainsley (Halston Sage), la "piccola di casa", una reporter sempre più affermata che ha scoperto di essere più simile al padre di quanto credesse, nonostante lo abbia conosciuto poco negli anni poiché troppo piccola quando fu arrestato.

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Prodigal Son 2: Tom Payne e Halston Sage una foto della seconda stagione

Nel finale della prima stagione Ainsley ha ucciso in modo alquanto sanguinolento Nicholas Endicott (Delmot Mulroney), responsabile delle tragedie capitate alla famiglia Whitly, ma Malcolm l'ha protetta e, quando la ragazza era sotto shock, le ha fatto credere di essere lui il responsabile, facendo sparire il corpo seguendo le istruzioni del padre. La storia riprende qualche tempo dopo con le conseguenze per tutti i personaggi, per primo Malcolm, la cui insonnia è drammaticamente peggiorata. Il rapporto fra lui e il padre è sempre più torbido e sempre più colmo di chiaroscuri, ricordando quello fra Will e Hannibal nella serie di Bryan Fuller (e anche lì Will rischiava di impazzire data la propria bravura ad entrare nella mente dei killer).

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IL COMPLESSO DEL SERIAL KILLER

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Prodigal Son 2: Tom Payne ed Aurora Perrineau in una foto della seconda stagione

Il mondo che viene presentato nella seconda stagione è un mondo ambientato durante il periodo della pandemia che stiamo vivendo ma senza mascherine, più uno sfondo che un espediente narrativo. Il crime dalle tinte psicologiche continua a mostrare le mille sfaccettature della mente umana e nello specifico di quella di Malcolm e, allo specchio, di Martin. Nel ragazzo si è insinuato il dubbio che ciò che ha fatto per proteggere la sorella non gli sia dispiaciuto fino in fondo, e questo tarlo rischia di fargli perdere quel poco di stabilità emotivo-psicologica che aveva a fatica trovato. Dal canto suo Martin deve affrontare il caos in prigione in conseguenza della diffusione del Covid-19 e dopo quanto è accaduto vorrebbe ancor di più re-instaurare un rapporto con entrambi i propri figli. Jessica deve invece gestire i propri sentimenti contrastanti per Gil, il capo della polizia, che vent'anni prima aveva salvato lei e i figli e arrestato Martin.

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Prodigal Son 2: Michael Sheen e Tom Payne in una foto della seconda stagione

Ciò che aveva stupito nella prima stagione - e continua in questo nuovo ciclo - è il mescolare sapientemente il lato family a quello crime e l'aver costruito da parte degli autori Chris Fedak e Sam Sklaver una storia orizzontale forte che accompagnasse il "caso della settimana". Spesso gli stessi casi di puntata sono stati strettamente collegati a Martin e ai Whitly in generale, e la seconda stagione non fa eccezione, recuperando anche alcuni personaggi che forse erano stati lasciati un po' in disparte nel ciclo inaugurale.

BLACK COPS MATTER

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Prodigal Son 2: Frank Harts in una foto della seconda stagione

A proposito di personaggi "recuperati", sorpresa - ma non troppo - l'inserimento fin dalla season premiere del tema Black Lives Matter, essendo Prodigal Son pur sempre un procedurale. Ancor più centrali in questa seconda stagione saranno i detective Dani Powell (Aurora Perrineau) e J.T. Tarmel (Frank Harts), entrambi di colore, quest'ultimo capo ad interim mentre Gil affronta la riabilitazione dopo che gli hanno sparato nello scorso finale. L'aggressione questa volta è da parte di alcuni poliziotti bianchi che pensavano fosse un civile (o forse no) ma in entrambi i casi ovviamente il comportamento è vergognoso. "Queste cose sono sempre successe, solo che la gente ci presta attenzione" dice Dani a Malcolm ad un certo punto, sottolineando come il razzismo e altre ingiustizie per le minoranze non siano una novità dell'oggi. Anzi, dopo tutti questi anni, dovrebbero essere superate, e invece ci ritroviamo a parlarne semplicemente facendo più rumore dopo quanto accaduto a George Floyd. Questa è sicuramente una storyline che potrebbe portare a risvolti inaspettati e interessanti, per i due detective così come per la squadra, insieme ai plot twist già assicurati da questo incipit di stagione e alla new entry annunciata Catherine Zeta-Jones. Più che parenti serpenti, parenti killer!

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Prodigal Son 2 sottolineando come questa seconda annata parta in quarta facendosi forza dei pregi della prima – equilibrio fra storia orizzontale e verticale, approfondimento psicologico dei personaggi - rincarando la dose con un ulteriore analisi della mente di Malcolm e della sua famiglia, inserendo più che il tema della pandemia quello del Black Lives Matter con risvolti potenzialmente interessanti per i personaggi, finora tenuti più in disparte, di J.T. e Dani.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • La seconda stagione parte col botto e non ha paura di mostrare le carte a propria disposizione.
  • I casi della settimana continuano ad essere accattivanti e attuali e sono mescolati sapientemente con la trama orizzontale dei Whitly.
  • Tom Payne e Michael Sheen continuano a proporre delle ottime interpretazioni piene di sfaccettature.
  • L’inserimento del Black Lives Matter dentro la polizia porta possibili interessanti risvolti per i personaggi interpretati da Frank Harts e Aurora Perrineau.

Cosa non va

  • Il segreto che Malcolm si sta portando dietro (chissà per quanti episodi) fa molto tv generalista vecchio stampo.
  • Non vediamo l’ora di vedere la già annunciata Catherine Zeta-Jones in azione!