Poliziotte in difesa delle donne su Diva Universal

Diva Universal presenta, dal 22 Luglio, le 7 puntate di "Polizia: femminile, singolare. In difesa delle donne", un'iniziativa tutta rosa per abbattere il muro del silenzio su maltrattamenti e abusi. A raccontarle ci pensa la dottoressa Francesca Monaldi, primo dirigente della Polizia di Stato.

Il silenzio è il nemico numero uno di una donna che subisce abusi e maltrattamenti. Per prevenire ed educare al dialogo, Diva Universal (Sky, canale 128) presenta Polizia: femminile, singolare. In difesa delle donne, un programma in 7 puntate della durata di 5 minuti, che debutta domenica 22 luglio alle ore 21.00 con l'episodio dedicato alla "Pedofilia". A seguire, uno al mese, "Bullismo e baby gang", "Violenza sessuale", "Maltrattamenti", "Stalking", "Sfruttamento della prostituzione" e "Feminicidio". A guidare il pubblico ci pensa la dottoressa Francesca Monaldi, primo dirigente della Polizia di Stato, a capo del Commissariato Romanina della Capitale.
Ogni puntata affianca figure professionali esperte del settore della Polizia di Stato, psicologi inclusi, a referenti delle maggiori associazioni italiane che tutelano situazioni a rischio. Al termine del racconto, infatti, il telespettatore può usufruire dei numeri utili e dei recapiti a cui rivolgersi in caso di una delle situazioni descritte.
Lo stile è asciutto e schematico, capace di sintetizzare i consigli delle forze dell'ordine in maniera chiara e semplice dopo aver illustrato la tematica oggetto dell'episodio. Lo ha anticipato alla stampa il Presidente di NBC Universal Global Networks Italia, Luca Cadura, accompagnato dalla dottoressa Francesca Monaldi.

Com'è nata l'idea del programma? Luca Cadura: Diva Universal non è solo un juke box di serie e film. Da un lato ha proposto il ciclo Donne nel mito per celebrare le donne che hanno lasciato traccia di sé, comprese le atlete olimpiche di cui si parlerà a luglio. E poi c'è quella che chiamo la "gamba sociale" del canale. All'inizio eravamo un megafono per raccontare iniziative, mentre ora ci siamo mossi in modalità più attiva. Polizia: femminile, singolare. In difesa delle donne vuole dare alle donne le istruzioni per l'uso in tema di problemi reali. Non è un'operazione classica di ascolti, ma un modo per dare rilevanza alle soluzioni perché dalla polizia si può anche andare solo per parlare e prevenire. Noi siamo entrati negli uffici e siamo rimasti meravigliati dalla preparazione che abbiamo trovato, in un clima alla Law & Order - I due volti della giustizia.

Che tono ha voluto dare al racconto di queste tematiche? Francesca Monaldi: Il mio è stato un registratore sul cuore perché vivo il territorio e so cosa voglia dire accogliere una persona che non sa cosa fare o dove andare.

Se dovesse sintetizzare in una parola il messaggio del programma, quale userebbe? Francesca Monaldi: Prevenzione: è un investimento nel sociale per portare avanti battaglie e far vedere che non si è soli, vuol dire chiedere un consiglio, sapere cosa prevede la legge. Non vogliamo fare "politica da bar" né chiedere interventi di opinionisti, ma dare una risposta concreta grazie ad un lavoro di rete. La Polizia di Stato può fare tanto ma insieme ad altre realtà, come le associazioni. Il nostro messaggio viene da chi è al servizio dei cittadini. Non abbiamo utilizzato testimonianze nelle puntate, per non incorrere in storie che finiscono con "Abbiamo preso l'Uomo Nero".

Come fa ad affrontare quotidianamente tanta brutalità? Francesca Monaldi: Il poliziotto è l'ultima vittima della violenza: fa suo il dolore che vede e lo porta a casa, per questo serve una rete di sicurezza partecipata.

Volendo essere provocatori: questo genere di messaggio non dovrebbe essere diffuso dalla TV pubblica? Luca Cadura: Oggi la TV pubblica si muove nell'ottica della TV a pagamento e si basa sulla pubblicità, mentre la pay TV ha enorme potenzialità per lanciare messaggi del genere a chi interessano.