Piccoli Brividi, la recensione: una serie horror semplice per un intrattenimento da brivido

La recensione di Piccoli Brividi: la serie, che celebra Halloween adattando la celebre collana di libri per ragazzi di R.L. Stine, vorrebbe fare il salto dall'essere un semplice spooky teen drama ma non ci riesce totalmente, e strizza un po' troppo l'occhio a Stranger Things.

Piccoli Brividi, la recensione: una serie horror semplice per un intrattenimento da brivido

Fin dall'annuncio, si poteva pensare che Piccoli Brividi, la nuova serie prodotta da Disney Branded Television e Sony Pictures Television che riprendeva una delle collane di libri più vendute di sempre, a cura di R.L. Stine, che già avevano ispirato una serie animata negli anni '90 e due film per il cinema nel 2015, potesse essere un bieco tentativo da parte di HULU/Disney+ di utilizzare ancora una volta l'effetto nostalgia per un prodotto che nasceva già costruito a puntino.

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Piccoli brividi: una scena

Il trailer invece aveva fatto sperare in un tono più dark e maturo, così come le tematiche affrontate. Dopo la visione di gran parte della serie, come spiegheremo nella recensione di Piccoli Brividi, possiamo dire che il tentativo di realizzare qualcosa di più adulto c'è stato, ma il progetto non è andato totalmente a buon fine. I dieci episodi che compongono il serial arriveranno con i primi cinque il 13 ottobre su Disney+, parte della collezione Halloween della piattaforma, per proseguire con appuntamento settimanale.

Brividi adolescenziali

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Piccoli brividi: una scena della serie

Nicholas Stoller (Cattivi Vicini, Bros al cinema e la più recente Platonic in tv) e Rob Letterman (Pokémon: Detective Pikachu) sono gli autori incaricati di adattare cinque libri della collana di Piccoli Brividi - Foto dal futuro, La maschera maledetta, La pendola del destino, Vendetta strisciante e Il pupazzo parlante - e nel farlo strizzano evidentemente l'occhio a Stranger Things di Netflix, sperando di portare un po' di quel pubblico sulla propria piattaforma. La trama che unisce insieme tutte queste ispirazioni cartacee è quella di un gruppo di adolescenti che si ritrova coinvolto in qualcosa di soprannaturale e più grande di loro, la cui risposta andrà cercata nel proprio passato familiare e in quello della cittadina protagonista.

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Piccoli brividi: un'immagine della prima stagione

Qui si citano gli anni '90 più che gli anni '80, quando accadde qualcosa di terribile e inspiegabile che trent'anni dopo viene risvegliato con conseguenze da brivido (perdonateci il gioco di parole) per l'attuale generazione di adolescenti del paesino dell'entroterra americano al centro della storia. Ciò a cui assistiamo è un prodotto che sembra uscito direttamente dagli anni '90 pur essendo ambientato ai giorni nostri. Ci sono gli smartphone, TikTok, l'identità di genere fluida, ma anche molti altri aspetti che sembrano rimasti fermi nel tempo. Il risultato è un intrattenimento semplice con qualche guizzo narrativo e registico che però non riesce a fare il vero salto dark e maturo che probabilmente gli autori avrebbero voluto.

Piccoli Brividi: i mostri della mente di Jack Black invadono il grande schermo

Le colpe dei padri

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Un momento della prima stagione di Piccoli brividi

Per stessa ammissione di uno dei personaggi, il mistero che racchiude la morte dell'adolescente Harold Biddle 30 anni prima in una casa al limite della città, che da quel momento ha avuto la nomea di essere infestata, riguarda qualcosa accaduto ai genitori dei protagonisti a quell'epoca. Un segreto inconfessabile con cui adesso entrambe le generazioni dovranno fare i conti. I personaggi ci vengono presentati ad uno ad uno con degli episodi monografici, in cui gli stessi giorni intorno ad Halloween - non poteva essere scelta un'altra data del resto - vengono via via raccontati da un punto di vista diverso, che va ad arricchire e formare il quadro completo per gli spettatori.

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Una scena della prima stagione di Piccoli brividi

I giovani interpreti - Zack Morris (EastEnders), Isa Briones (Star Trek: Picard), Miles McKenna (Guilty Party), Ana Yi Puig (Gossip Girl) e Will Price (The Equalizer) - sono acerbi ma funzionano, soprattutto quando fanno gruppo, e danno corpo e volto a personaggi spesso stereotipati ma che provano anche ad essere qualcosa di nuovo. Mentre l'aspetto nostalgico del racconto è testimoniato dagli adulti, capitanati da Justin Long (Barbarian) e Rachael Harris (Lucifer) e Rob Huebel (Transparent) - che hanno un segreto vecchio di trent'anni di quando loro stessi erano adolescenti. Qualcosa che non vorrebbero venisse portato alla luce e che potrebbe dare tutte le risposte alle domande emerse in quella casa stregata.

Le responsabilità dei figli

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Piccoli brividi: il poster italiano della serie reboot per Disney+

Dalla tragedia greca all'horror è un attimo. C'è un discorso generazionale molto forte in quest'incarnazione live action di Piccoli Brividi, non solo per le colpe dei genitori già citate ma anche per le responsabilità che questi mettono sulle spalle dei propri figli, spesso senza rendersene conto ma creando così traumi importanti. Ecco perché, in fondo, si tratta di un teen drama sotto mentite spoglie, in cui l'aspetto soprannaturale diviene uno strumento per raccontare l'orrore dell'adolescenza. A proposito di orrore, la regia propone dei movimenti di macchina e delle inquadrature che omaggiano il genere e i suoi classici predecessori, mentre la fotografia gioca con i colori scuri proprio per esprimere il disagio che provano i protagonisti vivendo la propria età - e in parte gli adulti - con qualche jumpscare ben piazzato e qualche omaggio spaventoso. Ma in fondo nulla di più.

Conclusioni

Un teen drama soprannaturale dalle tinte horror. Questa è l’ultima incarnazione audiovisiva di Piccoli Brividi, come abbiamo spiegato nella nostra recensione della serie su Disney+, che avrebbe voluto trovare una chiave più dark e matura ma non ci è riuscita totalmente, rimanendo impantanata nel genere adolescenziale di appartenenza. Più spooky che horror, è un ottimo intrattenimento per il mese di Halloween sul servizio streaming, con dei protagonisti acerbi ma in fondo in parte, che mostrano i tanti punti di vista di una storia e del disagio adolescenziale che devono vivere, costretti a pagare per le colpe dei propri genitori di quando erano al loro posto.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Gli episodi monografici e il punto di vista che cambia in ogni puntata.
  • Regia e fotografia omaggiano il genere e i classici.
  • Il tema delle colpe dei padri.
  • Gli interpreti convincono…

Cosa non va

  • … anche se soprattutto i giovani sono ancora acerbi.
  • I personaggi sono un po’ stereotipati.
  • Rimane una serie più teen che young adult.