Paranormal Activity: il regista racconta il suo fenomeno horror

Presentato dal regista Oren Peli a Roma Paranormal Activity, il film horror dei record che ha terrorizzato Steven Spielberg e che arriverà nelle sale il 5 febbraio prossimo distribuito da Filmauro.

Diretto dal neo regista Oren Peli ex-programmatore di videogiochi israeliano di origini ma trapiantato negli States, Paranormal Activity è il film horror dei record. Dopo una wide release americana ristretta a sole 12 sale con uno spettacolo di mezzanotte, il film è arrivato ad invadere solo negli Stati Uniti ben 760 sale incassando oltre 110 milioni di dollari ed ha ottenuto una distribuzione internazionale grazie al passaparola e alla grande richiesta degli spettatori. Il tutto a fronte di una spesa di soli 15 mila dollari. Girato nella sua casa di San Diego (quella che vedrete nel film) in soli sette giorni e con il supporto di una troupe di tre persone - il regista, la sua compagna Tony Taylor e il suo migliore amico Amir Zbeda - Paranormal Activity è il film d'esordio del giovane Peli ispirato ad eventi realmente accaduti a lui e alla sua fidanzata dopo il trasloco nella loro nuova villetta 'scricchiolante'. I due attori protagonisti sono stati scelti tra più di 150 candidati.
Adottato niente meno che da Steven Spielberg, che è rimasto letteralmente folgorato dalla storia e dalla sua messa in scena, Paranormal Activity si è meritato un finale diverso e definitivo scritto proprio dalla mano del grande maestro che ha suggerito al regista di chiudere il film con qualcosa di più forte, di impatto maggiore sugli spettatori. Le proiezioni di prova col pubblico hanno dato ragione al grande patron della Dreamworks che oltre a rimanerne terrorizzato ha deciso di partecipare alla distribuzione della pellicola, anzichè aggiudicarsi i diritti per un remake.
A presentare il film, sono giunti a Roma il regista Oren Peli ed il produttore esecutivo Steven Schneider (finanziatore del film insieme al collega Jason Blum) attualmente impegnati nella post produzione del loro nuovo film Area 51, scritto e diretto da Peli, un progetto segretissimo di cui il regista si è rifiutato tassativamente di parlare e che sarà distribuito in Italia ancora una volta dalla Filmauro di De Laurentiis. Bocche cucite anche sul presunto sequel Paranormal Activity 2, non ci è dato sapere chi sarà a dirigerlo, nè l'entità del budget.

Secondo il punto di vista di un produttore com'è possibile che, a dieci anni da The Blair Witch Project - film partito da un punto di vista produttivo in maniera analoga a quella di Paranormal Activity - un horror di questo tipo riesca ad avere ancora un così grande impatto sul pubblico nonostante sia chiaro che si tratta di fiction e non di realtà?

Steven Schneider: Ad affascinare il pubblico è stata sicuramente la qualità del prodotto, il film è stato realizzato talmente bene da Oren che non sembra un film di fiction ma la verità. Quello che ci ha contraddistinto è che non abbiamo mai voluto spacciarlo o venderlo come un documentario ma come qualcosa che crea in maniera impeccabile l'illusione della realtà. Il successo, a mio avviso, sta nell'esecuzione del progetto e nelle performance degli attori, estremamente naturali e brillanti. E' una lezione molto importante che ho imparato: quello che conta veramente in questi casi è che il pubblico, nel contesto della visione, abbia l'illusione che quel che sta vedendo sullo schermo sia veramente possibile e plausibile.

La costruzione della 'sua' strategia della tensione è frutto unicamente di una buona idea di fondo o frutto della scarsità di mezzi a disposizione? Pensa che un budget più alto vi avrebbe permesso di gestire le cose in un altro modo?
Oren Peli: Se ci riferiamo a questo progetto specifico, per come è stato concepito e per la sua particolarità, non credo che un budget maggiore sarebbe stato più utile, anzi penso che avrebbe ridotto l'aspetto realistico, che io ritengo essenziale in questo tipo di prodotti. La mia intenzione era quella di realizzarlo come fosse un filmato amatoriale che mostrasse cosa accade di notte in una casa abitata oltre che da persone normali anche da strane presenze. Volevo che venisse fuori l'idea che avevo avuto in tutta la sua semplicità.

La scelta del genere horror è stata a monte oppure è stata dettata dal basso budget? Dopo l'enorme successo lei e la sua compagna avete cambiato casa?
Oren Peli: Non ho deciso di fare questo o quel film a prescindere per poi mettere in tavola tutte le varie ipotesi sulle diverse storie possibili, è stato il contrario esatto. La scelta del soggetto è venuta a monte ed è partita da un'idea ben precisa che mi è stata suggerita dall'esperienza personale che ho vissuto insieme alla mia compagna quando abbiamo traslocato nella nostra nuova casa. Sentivamo rumori, scricchiolii di ogni tipo, e così un bel giorno ho deciso di riprendere tutto con una videocamera e di filmare quello che succedeva di notte a nostra insaputa mentre dormivamo. Con un soggetto come questo di certo non puoi realizzare una commedia... Ho fatto ristrutturare la casa prima di girare e questo mi ha consentito di finanziare il progetto senza spendere troppi soldi, ovviamente viviamo ancora nella stessa casa, solo che ora è molto più incasinata (ride).

E' vero che ha lavorato a Mortal Kombat 3? Questo lavoro nei videogiochi l'ha in qualche modo aiutata o influenzata nella realizzazione del film?
Oren Peli: Si, è vero, ho lavorato alla realizzazione di Mortal Kombat 3 per la versione PC, non ero tra i programmatori della versione originale ma solo della conversione. Sicuramente questa esperienza mi ha aiutato moltissimo perchè per la produzione di un film come Paranormal Activity bisognava per forza avere dimestichezza con questi mezzi, con i visual effects e con i filmati in generale. Mi è servito moltissimo il lavoro fatto in fase di animazione e colorazione del videogioco, visto che per il mio film mi sono dovuto occupare personalmente sia del montaggio che degli effetti sonori e del mix audio, e senza competenze di quel tipo non sarei stato in grado di pianificare il tutto nei tempi e nei costi necessari.

Cosa ci racconta della sua collaborazione con Spielberg e la Dreamworks? Cosa non andava secondo lui nel finale originale?

Oren Peli: L'accordo originale con la Dreamworks era quello di acquisire i diritti per realizzare un remake di Paranormal Activity utilizzando un budget maggiore. A me piaceva l'idea, lavorare con lui per me sarebbe stato un grande onore in ogni caso, sebbene non volessi rinunciare all'uscita del mio film. Abbiamo organizzato una serie di proiezioni con gli executive della società e con Spielberg in persona che doveva decidere in ultima battuta il da farsi. Tutti ne sono rimasti colpiti e Spielberg l'ha amato così tanto che ha rinunciato al remake e mi ha proposto di cambiare il finale, che secondo lui si poteva migliorare e rendere assai più cinematografico. Ho seguito il suo suggerimento e le proiezioni di prova col pubblico gli hanno dato ragione, perchè la gente era davvero terrorizzata. Spielberg mi ha detto che Paranormal Activity è in assoluto il film che più lo ha spaventato negli ultimi anni. Il finale concepito da me - come tutti gli altri finali alternativi - saranno contenuti nel DVD del film.

Signor Schneider, cosa accade quando un produttore si ritrova nelle mani un film costato 15 mila dollari e incassa 110 milioni? Come ci si sente in questi casi? E' un po' come vincere la lotteria...
Steven Schneider: E' molto difficile nel nostro lavoro avere successo, un ruolo importante si deve alla fortuna, che tuttavia da sola non basta mai. Personalmente ho provato un grandissimo senso di entusiasmo ed eccitazione quando ho visto il film finito, ma ero anche molto orgoglioso di quello che eravamo riusciti ad ottenere dopo l'uscita nelle sale: è stata un'enorme soddisfazione personale che mi ha aiutato a crescere e a credere nei miei gusti e nel mio intuito professionale. Agli insuccessi, se mai ci saranno, ci penserò quando realizzerò un film che andrà malissimo al botteghino.

Ci dice qualcosa in più sugli effetti speciali davvero molto efficaci usati nel film? La versione originale aveva nel finale qualche effetto diverso?
Oren Peli: Nulla è stato creato in CGI, in computer grafica, ho solo rimosso dalle inquadrature le cose non necessarie. A parte il finale, gli ultimi due minuti diversi, quello che vedete è esattamente quel che io ho girato in casa mia e ho montato. In post produzione nessuno ha aggiunto niente è stato unicamente un lavoro di sottrazione, di cancellazione del superfluo, inutile entrare nei dettagli.

Può essere considerato oltre che un horror anche un dramma psicologico sulla distruzione della coppia? E' voluto? Pensa che l'horror o il cinema fantastico possano far riflettere le persone sulla vita quotidiana e sulla realtà dei nostri tempi?

Oren Peli: Personalmente non considero Paranormal Activity come un horror-movie: gli horror classici per me sono gli splatter, quelli truculenti con grande spargimento di sangue. Questo è piuttosto un thriller psicologico o soprannaturale. E' vero, il rapporto tra i due protagonisti è forse l'elemento più importante del film, ho cercato di rappresentare quel che accade tra due persone quando viene a mancare la fiducia dell'uno nell'altro. Non ho voluto concepire i due come la solita coppia patinata di Hollywood, sono due ragazzi innamorati e felici, ma qualcosa di strano turba il loro equilibrio. Alla fine scopriranno di amarsi ancora, ma innegabilmente gli eventi di cui sono stati protagonisti hanno avuto un effetto negativo e distruttivo nel loro rapporto e questo contribuisce a rendere entrambi più soli e disperati.

In Paranormal Activity le cose più spaventose accadono fuori dall'inquadratura della camera, fuori scena. Crede che questo abbia contribuito ad aumentare lo spavento?
Oren Peli: Sentire soltanto e non vedere quel che accade aumenta notevolmente l'ansia, aumenta l'aspettativa dello spettatore e la sua paura. A volte è molto più spaventoso non vedere che vedere, e non volevo realizzare qualcosa di scontato, volevo a tutti i costi far in modo che il pubblico non sapesse cosa aspettarsi, che rimanesse sorpreso.

La recitazione degli attori e i dialoghi realistici hanno un ruolo fondamentale ma il suo film fa gioco forza sulla paura fondamentale del buio. E' costruito o casuale questo aspetto?

Oren Peli: Quando sei indifeso e dormi un sonno profondo di solito sei al buio, ti abbandoni ai sogni ma anche alle paure. Una delle paure più primordiali dell'uomo è quella del buio, l'oscurità ha sempre afflitto l'essere umano sin dalla notte dei tempi. Nel film però la situazione è diversa, volevo mettere in luce come la sicurezza delle nostre case non sia mai infallibile: siamo convinti di essere in una tana inattaccabile, ma cosa succede quando si viene disturbati da qualcosa di invisibile che ci tormenta, è dentro di noi e ci attacca prima che possiamo difenderci?

L'entità misteriosa che ossessiona la vita di Katie ha una personalità ben definita ma noi ne scorgiamo solo le impronte. Non abbiamo mai un'idea precisa di come sia fatta in realtà. Come siete arrivati a questo concept?
Oren Peli: Non volevo dare punti di riferimento allo spettatore, non volevo essere troppo specifico né rivelare caratteristiche fisiche. La mia idea era quella di far immaginare ad ognuno il proprio mostro. L'aspetto effettivo del demone non è mai stato importante per me, quello che conta davvero è il modo in cui gioca con i personaggi, un gioco crudele e senza via d'uscita. E' cattivo, ma non è detto che sia effettivamente così o che sarebbe stato così se loro avessero agito diversamente...