Orange is the New Black, Taylor Schilling è Piper: Ho abbracciato i suoi demoni e la sua volontà di cacciarli

La protagonista della serie di culto di Netflix ci ha raccontato la sua vita da felice prigioniera. Di un personaggio.

Orange Is The New Black: una foto di Taylor Schilling e Laura Prepon
Orange Is The New Black: una foto di Taylor Schilling e Laura Prepon

Siamo arrivati alla quinta stagione di Orange Is the New Black e la situazione per le detenute del penitenziario femminile di minima sicurezza di Litchfield si fa decisamente molto seria. Dopo gli avvenimenti tragici nel finale della quarta serie (tranquilli, niente spoiler qui, se non l'avete vista recuperatela perché vale davvero la pena), la pazienza è finita ed è arrivato il momento di far valere i propri diritti. Ecco quindi un classico del genere carcerario, la rivolta che era nell'aria già da molto tempo deflagra e molte cose non saranno più le stesse. Compresa Piper, la protagonista assoluta di questo drama creato da Jenji Kohan e basato sul romanzo di Piper Kerman Orange is the New Black: My Year in a Women's Prison.

In quattro anni OITNB è diventata un vero e proprio fenomeno sociale, oltre ad avere fatto da apripista a tutte le successive produzioni originali Netflix. Soprattutto in questo particolare momento storico degli Stati Uniti, le avventure delle Cons in completo arancione sono un grido d'allarme nei confronti di quello che sta succedendo e che ancora dovremo vedere durante la già sfortunata amministrazione Trump. Taylor Schilling è da sempre il volto dello show, nei panni di Piper Chapman, e incrociandola nel corridoio di un albergo di lusso londinese con addosso una vestaglia kimono corta e un paio di pantofole la prima cosa che viene in mente è che abbia avuto un permesso di 48 ore e che poi tornerà nel suo cubicolo. Cose che capitano quando si interpreta una serie di così grande seguito e che è già stata confermata almeno fino alla settima stagione. E con lei abbiamo parlato di quello che sta per succedere e quali saranno le conseguenze.

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La quinta stagione e gli Stati Uniti d'America

Orange Is The New Black: le attrici Laura Prepon e Taylor Schilling in una foto della quinta stagione
Orange Is The New Black: le attrici Laura Prepon e Taylor Schilling in una foto della quinta stagione

Miss Schilling, allora, la tensione sale vertiginosamente in questa quinta stagione. Ma direi che ancora più interessanti sono le dinamiche dei personaggi e le loro evoluzioni.

Assolutamente, scopriremo in loro nuove motivazioni, soprattutto adesso che sono tutte unite per una causa comune. Per quanto riguarda Piper, riflette molto su se stessa in questa stagione, sulla sua esperienza in carcere e sulla sua voglia di migliorarsi rispetto a come è e alle azioni che l'hanno portata in prigione. Per questo cerca di essere non al centro di questa situazione.

Nelle detenute di Lichfield c'è una vera e propria assunzione di responsabilità collettiva. Qualcosa che serve anche all'America reale in questo momento.

Esattamente, è una cosa di cui abbiamo parlato molto. La noncuranza è ormai una regola non scritta nel nostro paese, e proprio per questo chi ha a cuore il prossimo in questo momento può fare davvero la differenza, perché significa fare fronte comune e darsi una mano a vicenda, aiutando insieme chi ha più bisogno. E se guardiamo al corso della Storia nel suo complesso, è quanto è accaduto ogni volta che ci siamo trovati di fronte a una grande crisi. Nella sua microscala, Lichfield rappresenta l'America di oggi.

Orange is the New Black: una foto della quarta stagione
Orange is the New Black: una foto della quarta stagione

È una grossa responsabilità.

Lo è, far parte di tutto questo in questo preciso momento lo è. Ovviamente lo posso dire solo come attrice, non faccio altro che interpretare quello che Jenji scrive così magnificamente. Ma in questo momento è così pieno di significato e di importanza che è un onore, ed è anche incredibilmente eccitante.

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La zona grigia di Piper

Sono curioso: ma lei come considera Piper, da un punto di vista squisitamente morale?

Non ho mai voluto giudicarla sotto l'aspetto morale. Sono entrata dentro di lei nel tempo, ho abbracciato i suoi demoni e il suo desiderio di scacciarli, la vivo troppo intimamente. Ma capisco che da un occhio esterno le sue azioni vengano viste come ambigue nella maggior parte dei casi, e spesso accade che ci siano reazioni quasi indignate da parte di molti spettatori nei suoi confronti. Ma credo sia un bene per la serie la consapevolezza di avere creato un personaggio che alla fine è totalmente a-morale.

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L'idea che mi sono fatto nel corso delle stagioni è che Piper sia una sorta di Dante nella sua personale Divina Commedia. Che sia andata all'Inferno e che faticosamente cerchi di rivedere la luce.

Molto interessante, e in parte sono d'accordo, ma non riesco comunque a vederla come una donna che si deve redimere, perché la redenzione implica un concetto di peccato che non le appartiene, e neanche a me. Gli esseri umani vivono prevalentemente in una zona grigia nella quale agiscono più o meno bene, a seconda delle situazioni. Piper è prigioniera di se stessa, prima che del penitenziario, ma fa davvero del suo meglio per migliorarsi, essere una persona onesta, e soprattutto trovare la sua stella polare. Il modo in cui lo fa può sembrare sbagliato, ma credo sia uno specchio molto preciso della realtà, e scomodo per chi ci si riflette e ci si riconosce.

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L'importanza di Orange is the New Black

Orange Is the New Black: Taylor Schilling nell'episodio It Was the Change
Orange Is the New Black: Taylor Schilling nell'episodio It Was the Change

Immagino che quest'esperienza stia cambiando la vostra consapevolezza nei confronti di molte cose.

Certo, basta pensare che Piper è comunque una donna privilegiata in prigione perché è bianca e di buona famiglia. Non posso dire di essere diventata un'esperta del sistema carcerario americano, ma certamente nessuna di noi uscirà da quasi dieci anni di questo show come ci era entrata. Non avremo la reazione della vera Piper, che dopo un anno in prigione ha deciso di dedicare tutta la sua vita alla denuncia delle condizioni in cui versano i detenuti in America, ma sappiamo che il nostro lavoro è più importante del fare semplicemente una serie tv.

Negli Stati Uniti c'è il più alto numero di detenute donne che in qualunque altro paese occidentale. Cosa avete imparato in questi anni del sistema carcerario americano?

C'è il più alto numero di detenuti in generale. Abbiamo imparato che il sistema industriale delle carceri americane è un moderno schiavismo e che sullo schiavismo è stata costruita l'America stessa. È una cosa con cui ancora non siamo scesi a patti, quali siano le reali origini del nostro paese, e fin quando non lo faremo la storia continuerà a ripetersi e ci saranno sempre persone che verranno trattate in condizioni inumane.