Operazione Valchiria: Singer e Cruise tra storia e polemiche

Dopo le dure critiche piovute sul film in Germania, Operazione Valchiria arriva nel belpaese. Al centro la figura del colonnello von Stauffenberg, eroe nella pellicola, reazionario antisemita per buona parte della storiografia. In un clima disteso, il regista lo sceneggiatore e il protagonista hanno modo di dire la loro

Sulla scorta delle polemiche che ha suscitato in Germania, arriva in Italia Operazione Valchiria, la pellicola che ha regalato il talento di Bryan Singer, ormai splendido quarantenne, al genere storico. In realtà Operazione Valchiria, più che un film storico, è un thriller dei più classici, che ha la particolarità di essere ambientato in un contesto preciso, quello del Reich nazionalsocialista, e del quale si conosce già la fine.
Come tutti i thriller ha dunque bisogno di un eroe, identificato in chi materialmente pose la bomba a pochi metri dal Führer, il colonnello von Stauffenberg. E non importa se, storicamente, fosse espressione di un mondo reazionario legato al conservatorismo guglielmino. Come eroe, deve essere trattato con tutti gli onori del caso. Da qui sono partite le polemiche che hanno investito il film in Germania, e da qui è incominciato l'incontro a Roma con il regista, lo sceneggiatore Christopher McQuarrie e il protagonista Tom Cruise.

Singer, il suo è un film classico. Perchè allora ha suscitato tanto risentimento in Germania?

Bryan Singer: La verità di questa storia è che è un thriller, guidato dai personaggi che vi si muovono, e lo stile in cui è girato non dovrebbe prendere il sopravvento sulla storia. Non so perchè di tante polemiche. Noi abbiamo ricevuto un finanziamento dal governo tedesco, che ci ha fatto girare dove volevamo, nelle locations che abbiamo indicato. Abbiamo inoltre avuto grande sostegno dalla gente tedesca.

Tom Cruise: Se mi permettete una battuta, c'è stata una grande collaborazione fra americani e tedeschi, non abbiamo avuto nessuna difficoltà. Volevamo sì fare un film per il pubblico, io solitamente faccio film che possano arrivare più gente possibile, ma volevamo rispettare la storia, e non c'è stato mai nessun problema di alcun genere. Alla prima a Berlino abbiamo ricevuto 10 minuti di standing ovation.

Il vero problema è che Stauffenberg non era un antinazista tout court, ma era invece un reazionario antisemita che considerava Hitler non all'altezza di dare alla Germania il destino che meritava.

Bryan Singer: Non è del tutto preciso. Il popolo tedesco si trattava in una situazione di caos durante Weimar. Stauffenberg abbracciò gli ideali nazionalisti di una Grande Germania, ma mal tollerava la nazificazione

portata avanti da Hitler. Molta parte della Wermacht è man mano rimasta inorridita da quel che succedeva, come il generale Beck, che si dimise. C'era molto odio nei confronti di Hitler, ed era importante mostrare al mondo che non tutti erano come Hitler.

Christopher McQuarrie: Ho scritto la sceneggiatura di questo film in base alla conoscenza storica che abbiamo costruito nel lavoro di ricerca che abbiamo fatto, e non volevo compiacere qualcuno, sono anzi arrivato a pensare che non sarebbe mai stato realizzato. Se fosse emerso dagli studi che Stauffenberg era un antisemita l'avrei scritto nel copione. Il conte è stato criticato da molti, accusato di volta in volta di essere nazista e antisemita. Il tentativo di attentato è stato strumentalizzato da più parti. Negli anni '50 era un eroe, nei '70 era un elitario desideroso di potere, e via discorrendo. Bisogna riabilitare i fatti per quello che sono. C'è stata una semplificazione del personaggio, un'ingnoranza informata, la storia è molto più complessa di quello che può apparire.

Che esperienza è stata quella di lavorare in Germania?

Tom Cruise: Lavorare in Germania è stata una grande opportunità, il film poteva essere girato solo lì, a Berlino, ed è il risultato di un lavoro di squadra tra americani e tedeschi. Non c'è stato un giorno in cui non abbiamo cercato di capire e studiare insieme la storia.

Cosa la attirava di questo personaggio?

Tom Cruise: La cosa che mi ha attratto di più è stata la sua complessità. Ho letto la sceneggiatura immedesimandomi con il pubblico che avrebbe visto il film e il testo era ricco di suspance. Ho trovato così la storia estremamente affascinante, pensando che inoltre alle spalle c'era un grande fondamento di verità. Proprio da bambino, giocando alla guerra con i miei amici, ci fingevamo americani contro i nazisti, e non riuscivo a capire come nessuno potesse aver pensato di uccidere Hitler. Stauffenberg era uno che amava la famiglia, il suo lavoro, ed era sottoposto ad una pressione grandissima. Mi ha sorpreso che lui parlasse a chiare lettere, che esprimesse la propria opinione senza paura, anche se spesso era costretto a fingere di essere qualcos'altro. All'inizio della guerra era addetto agli approvigionamenti, ed era stato mandato in Africa, lontano dal cuore del regime perchè era uno che parlava chiaro. Da questo punto di vista il film è fonte di ispirazione, suscita la domanda su cosa noi avremmo fatto al suo posto.

Questo è stato un ruolo molto diverso da quello che lei ha avuto in Tropic Thunder, girato nello stesso periodo...

Tom Cruise: Cerco la varietà più ampia possibile di ruoli, perchè oggi ho un entusiasmo per la recitazione maggiore rispetto a quando ho incominciato a fare questo lavoro. I film sono per me una sfida, cerco per questo la differenza e la diversità. Mi chiedo sempre, a proposito di un ruolo, se ha qualcosa di speciale, se ha qualcosa di particolare che riesce a far funzionare la storia.

Ancora una volta sei un eroe. Il pubblico femminile ti adora per questo. Cosa trovi affascinante nelle donne?

Tom Cruise: Sono stato cresciuto da una madre che aveva altre tre figlie, e ho sempre assistito alle difficoltà della loro vita, perchè mia madre era single, e come tale ha attraversato molte difficoltà. Ho sempre amato e sempre rispettato le donne, la loro bellezza, sensibilità, l'eleganza e l'intelligenza. Ho assistito al modo in cui i vari fidanzati trattavano le mie sorelle, e mi sono ripromesso di non trattare mai una donna male.

E' stata un'emozione vedere suo figlio nel film di Muccino?

Tom Cruise: : Gabriele ha fatto il provino a Connor; io e Smith siamo entrati con lui e Gabriele ci ha detto "Fuori!". Abbiamo aspettato un sacco, ero nervoso, non sapevo che stava succedendo dentro la stanza. Dopo un pò, Gabriele esce e mi dice "Good!". Cooper andava bene e aveva il ruolo, e questo mi ha riempito di orgoglio , perchè so che Gabriele non gli avrebbe mai dato la parte se non se la fosse meritata. Non so cosa Connor vorrà fare da grande, per ora so che i miei figli stanno vivendo il sogno che io avevo da bambino.

Che ne pensa di Obama e della sua apertura al mondo islamico?

Tom Cruise: Noi siamo paesi diversi ma viviamo nello stesso pianeta, dobbiamo aprirci alla comunicazione con gli altri, dobbiamo comunicare a tutti i costi. Appoggio in pieno tutto quello che Obama sta facendo, e quello che Obama ha in programma di fare.

Qual'è stata la difficoltà di costruire un thriller con un finale già noto?

Christopher McQuarrie: Abbiamo visto questa cosa come un fattore positivo, non come un ostacolo. La ricetta per avere una buona suspance è non sapere il come e il dove, non il finale. Inoltre ci ha sorpreso sapere di come, nei dettagli, l'esito fosse noto a ben pochi.