Regina King su One Night in Miami: “Le storie cambiano il mondo: da regista posso raccontarle come voglio”

Intervista a Regina King, regista di One Night in Miami: bellissimo film d'esordio che, dopo la Mostra di Venezia, punta agli Oscar.

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One Night in Miami: una scena del film

Gli occhi di Regina King sono incredibili: per taglio, colore, intensità. Davanti alla telecamera creano una vera e propria magia. Per dimostrare quanto sia brava non serve tirare in ballo l'Oscar vinto nel 2019 per Se la strada potesse parlare di Barry Jenkins: basta guardare un qualsiasi episodio della serie tv Watchmen per rimanere ipnotizzati dal suo carisma. Eppure forse non avevamo compreso quanto fosse penetrante e potente lo sguardo di Regina King prima di vederlo dietro la macchina da presa. Dopo essere stato presentato fuori concorso alla 77esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, One Night in Miami è ora disponibile dal 15 gennaio su Amazon Prime Video. Ed è un esordio folgorante.

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One Night in Miami: una immagine del film

One Night in Miami racconta una notte molto particolare nella Miami del 1964: in una stanza d'hotel si riuniscono quelle che sarebbero diventate quattro icone. Malcom X, Muhammad Alì, Sam Cooke e Jim Brown. Quattro persone diverse, quattro talenti diversi, per uno scopo comune: lottare per rivendicare il black power. Lo diciamo subito: questo è uno dei film più belli dell'anno. Sicuramente avrà da dire la sua anche ai prossimi Oscar.

A interpretare queste quattro figure eccezionali gli attori Kingsley Ben-Adir, Eli Goree, Leslie Odom Jr. e Aldis Hodge, perfettamente a loro agio nel proporre per il cinema il testo teatrale di Kemp Powers (co-regista di Soul). A fare da guida a tutti loro c'è Regina King, che con mano sicura ci regala almeno due sequenze memorabili (quella in cui viene introdotto Jim Brown e il concerto di Sam Cooke) e intavola una discussione, ancora oggi attualissima, su quale sia il modo più giusto per portare avanti le battaglie per i diritti civili. Ne abbiamo parlato con lei in collegamento via Zoom.

La video intervista a Regina King

One Night in Miami, la recensione: grandi icone illuminate da una notte nera

One Night in Miami: Regina King e l'essere regista

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One Night in Miami: Leslie Odom Jr. in una sequenza

Sul tetto gli altri dicono a Malcom che dovrebbe fare il regista: quindi voglio chiederti cosa significa per te essere una regista?

Significa avere più controllo su come raccontare una storia, sul modo in cui vuoi raccontarla: sei coinvolto in tutto il processo del racconto in modo molto più profondo rispetto a un attore. Sarò sempre un'attrice, amo recitare, ma da regista hai un'altra motivazione. Lavori con tanti altri membri della crew, mentre quando sei un attore lavori soltanto con gli altri componenti del cast e con il regista. Al massimo con i costumisti e i designer.

One Night in Miami è il film giusto per capire il Black Lives Matter

One Night in Miami è anche una storia di amicizia

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One Night in Miami: Aldis Hodge in una sequenza

Questa è una bellissima storia di amicizia. Amici che sono anche duri tra di loro, perché si amano molto. Quanto è importante avere un amico che ti dice sempre la verità?

Molto importante. È ciò che rende questo quartetto così speciale. Abbiamo bisogno di un amico che sia sempre onesto, di un amico che non ti dia consigli ma sia complice, di un amico che invece ti dia consigli e di uno che ti ascolta e basta. Io li ho tutti. A seconda di ciò che stai vivendo sai se in quel momento non ti servono consigli ma semplicemente qualcuno che sia tuo complice. A volte invece ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a capire con chiarezza le cose. Credo sia importante avere amici così.

One Night in Miami e l'importanza dell'arte

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One Night in Miami: Eli Goree sul ring in una sequenza del film

Alcuni dei protagonisti, come Jim Brown, che vuole fare l'attore, o Sam Cooke, che vuole scrivere canzoni, quasi si vergognano a fare cose "semplici". La canzone di Sam Cooke "A Change Is Gonna Come" però poi è stata citata da Barack Obama quando è diventato presidente. Nel suo discorso ha detto: "Ci è voluto molto, ma il cambiamento è arrivato in America". Quindi i film e le canzoni magari sono cose semplici, ma pensi che possano cambiare il mondo? L'arte può cambiare il mondo?

Assolutamente: sono convinta che l'arte possa cambiare il mondo. Tutti noi abbiamo una canzone, un film, un episodio di una serie tv, un'intera stagione di una serie tv, o semplicemente un personaggio che ci ha commosso e cambiato, o che ci ha fatto cambiare il nostro modo di vedere le cose. O fatto capire che qualcosa che non pensavamo potesse essere realizzabile in realtà fosse possibile. Molto spesso grazie all'arte impariamo cose che non avremmo mai scoperto, perché abbiamo tutti una formazione diversa. E siamo stati testimoni di come a volte la vita imiti l'arte.