Recensione Sogni e delitti (2007)

Cesellando impeccabilmente i due personaggi principali, Allen analizza con lucido pessimismo due protagonisti cresciuti con lo stesso identico background, ma che compiono due parabole differenti.

Omicidio di famiglia

Secondo la mitologia, Cassandra era una profetessa destinata a prevedere il futuro, condannata però a non essere mai ascoltata. Cassandra's Dream è il nome della barca che due fratelli, Terry (Colin Farrell) e Ian (Ewan McGregor), appartenenti a una modesta famiglia dei sobborghi londinesi, comprano come mezzo di evasione dalle loro precarie esistenze, costantemente in bilico tra ambizione e frustrazione, calcolo e rischio. Terry è un meccanico di auto d′epoca dall′animo inquieto e tormentato: sebbene sia felicemente legato a Kate (Sally Hawkins), è infatti dedito al gioco d′azzardo, alle scommesse sui cani, alle pasticche magari mischiate a un goccio di whisky di troppo. Più arrivista e cinico è senza dubbio Ian, dalla personalità maggiormente brillante ed intraprendente, oltre che più razionale rispetto al fratello; per il suo avvenire, sogna di abbandonare il ristorante senza troppe pretese che gestisce da quando il padre ha avuto un infarto, e lanciarsi in un progetto di hotel di lusso in California.

La situazione per i due personaggi si complica quando Terry contrae debiti altissimi al gioco che lo espongono al pericolo degli usurai e Ian sinnamora perdutamente di un'affascinante attrice (l'esordiente Hayley Atwell), che si lascerà conquistare con la promessa di un futuro sfavillante ricco di aspettative. La soluzione ai loro problemi sembra essere lo zio d'America che ha fatto fortuna negli affari, Howard (Tom Wilkinson), che da sempre tiene a galla la famiglia vessata da guai finanziari. Giunto in città per il compleanno della madre, Howard accetta di aiutare Ian e Terry, ma in cambio di un favore dai contorni inquietanti e funesti: l'omicidio perfetto, senza tracce né testimoni, di Martin Burns, un uomo che lavorava per lui e che lo può incastrare smascherando le pratiche illegali che Howard metteva in pratica nei suoi lucrosi affari. La reazione alla richiesta dello zio metterà ancora più a nudo la profonda diversità che contraddistingue i due fratelli, i quali si ritroveranno di fronte a una decisione drammatica che segnerà definitivamente un prima e un dopo nella loro esistenza, intaccando anche la loro unione.

Con Cassandra's Dream, Woody Allen chiude dopo Match Point e Scoop la sua trilogia londinese dell'omicidio, reinterpretando nuovamente le strutture narrative proprie della tragedia greca e di Shakespeare, senza dimenticare le riflessioni di Arthur Miller sul suicidio e lo spirito del Delitto e castigo di Dostoevskij, poste questa volta al servizio di una rappresentazione del legame fraterno inedito per il cineasta settantunenne, che non esclude dalla scrittura del film la visione della coppia uomo/donna, ma la pone senz'altro in secondo piano. Il rapporto d'interdipendenza tra Ian e Terry, caratterialmente opposti ma in fondo accomunati da un senso di fallimento esistenziale che diventa poi il motore delle loro azioni nel corso del film, è letto alla luce di quelle che sono le tematiche più care al regista newyorchese come l'imprevedibilità del destino umano, che non può essere controllato o guidato, il senso di colpa, l'espiazione del peccato e la fragile soglia tra commedia e tragedia, che hanno attraversato come un fil rouge la sua opera filmica. Cesellando impeccabilmente i due personaggi principali, sostenuti dalle performance eccellenti di Colin Farrell e di Ewan McGregor, Allen analizza con lucido pessimismo e una cupezza di registro che si riflette sia nella fotografia di Vilmos Zsigmond che nella colonna sonora di Philip Glass il comportamento di due protagonisti cresciuti nello stesso identico background, una famiglia che li ha allevati nella palpabile differenza tra bene e male, ma che crollano sotto il peso delle loro debolezze, delle loro ossessioni, e che compiono di fronte a uno stesso evento drammatico due parabole differenti, scandite da interrogativi, sentimenti e pulsioni dissonanti.

E se nella prima parte del film Allen non rinuncia a un tono grottesco, quasi ironico, nel delineare i caratteri in campo e la posta in gioco nell'ascesa dalla working class, nella parte finale la pellicola si dipana verso una conclusione necessariamente tragica, che ha lasciato svuotati in molti, ma che infonde una valenza morale al racconto di due fratelli destinati a fronteggiarsi in una sorta di rielaborazione moderna del mito di Caino e Abele, abbracciando una concezione non proprio solare della famiglia e dei lacci che originano da essa, andando a influenzare la vita dei suoi componenti.