Olmi, Sorrentino e Salvatores: tre corti per ritrovare la fiducia

Presentato a Roma il progetto cinematografico promosso da Intesa Sanpaolo che vede coinvolti tre grandi nomi del cinema italiano per la prima volta impegnati nella regia di tre cortometraggi incentrati sul valore della fiducia. Tre piccoli grandi film che andranno in tv, nelle sale e sul web.

Si intitola PerFiducia ed è un'operazione di comunicazione che coinvolge per la prima volta il mondo del cinema e quello delle banche in un momento di profonda crisi economico-sociale. Può il cinema riuscire ad infondere un po' di fiducia in questi momenti di difficoltà in cui il futuro appare così buio e senza speranza? Probabilmente no, ma perché non provarci. Questo si sono ripetuti per settimane e settimane tre grandi registi del nostro cinema come Ermanno Olmi, Gabriele Salvatores e Paolo Sorrentino, giunti insieme ai rappresentanti di Intesa Sanpaolo alla Casa del Cinema di Roma per presentare alla stampa il loro lavoro, ed alla fine hanno accettato la sfida.
Tre generazioni diverse, tre stili diversi, tre modi di osservare la realtà assolutamente diversi, tre piccole storie assai diverse, ma un'unica passione per l'arte cinematografica ed il suo realismo. Tre autori che per la prima volta si sono trovati a lavorare insieme in un progetto ed hanno avuto loro in primis grande fiducia reciproca e hanno così accettato di dirigere tre cortometraggi incentrati sul valore della fiducia che a partire dal 30 marzo e per tre settimane, una ciascuno, potranno essere visti dal grande pubblico sia al cinema nelle tre versioni integrali (in 300 sale italiane) che in tv nella versione da tre e due minuti minuti durante i break pubblicitari delle principali reti nazionali. Aprirà la danze lunedì 30 marzo Il Premio di Ermanno Olmi, poi sarà la volta da lunedì 6 aprile di Stella di Gabriele Salvatores per poi chiudere in bellezza (è proprio il caso di dirlo) il 13 aprile con la messa in onda de La partita lenta di Paolo Sorrentino.

Una storia realmente accaduta e piena di ottimismo quella scelta dal maestro Olmi per raccontare la sua visione della fiducia: quella 'nelle' nuove generazioni e quella 'delle' nuove generazioni. Interpretato dalle stesse due ragazze che l'hanno vissuta nella realtà Il premio è la piccola storia on-the-road di due studentesse, una di origine turca e una milanese, che dopo tanti sforzi partecipano ad un concorso scientifico e vincono il premio per aver ideato e progettato su carta un braccialetto per bambini diabetici in grado di monitorare costantemente i valori glicemici e tenere sotto controllo la malattia senza uso di siringhe, aghi e quant'altro possa discriminare i più giovani e non permettere loro una vita normale. Il problema è trovare i fondi necessari per portare alla luce il prototipo. Sul treno che le riporta a casa però si imbattono in un personaggio famoso e autorevole che in maniera del tutto disinteressata si lascia stregare dalla loro ingenuità e dal loro entusiasmo riguardo all'effettiva utilità del progetto e offre loro una possibilità concreta per giungere alla mèta. 'Quando sono venuto a sapere di questo premio e del progetto di Maral e Stefania che aveva bisogno di tanta fiducia da parte di finanziatori per essere realizzato ho pensato che fosse non solo giusto provare ad aiutarle' - ha dichiarato il maestro Olmi con fermezza - 'per me significava in qualche modo rintracciare in mezzo a tante idee quella giusta in cui avere fiducia porta concretamente ad un risultato'. Il corto si apre con la frase "questa piccola storia è realmente accaduta" e si chiude con una ancora più importante e cioè "questa storia continua", perché alla fine di tutto la partecipazione delle due ragazze al progetto PerFiducia potrebbe davvero far decollare il loro progetto perchè Intesa Sanpaolo si sta interessando alla loro invenzione e potrebbe trovare il modo di trasformarla in uno strumento medicale disponibile sul mercato.

Di tutt'altro si parla nel piccolo film di Gabriele Salvatores. Il suo Stella è ambientato tra il 1982 e i giorni nostri ed è la storia di disagio sociale di una bambina che insieme alla madre, una tossicodipendente che vive di piccole rapine e altri espedienti, subisce un grave incidente stradale. Rimasta orfana e dopo una gioventù difficile la ritroviamo nella seconda parte alla soglia dei trent'anni ancora in una situazione di precarietà ma incapace di arrendersi senza lottare. Appassionata di dolci e di ricette sin da bambina ora_ Stella_ verrà messa di fronte ad una scelta che le consentirà di cambiare per sempre il corso della sua vita. Traumatizzata da una vita di stenti e privazioni la ragazza potrà finalmente riscattarsi scoprendo forse per la prima volta in vita sua il valore della fiducia, quello della solidarietà e dell'ottimismo. Talvolta, quando meno ce lo aspettiamo, la vita è pronta a sorprenderci. Noi dobbiamo solo essere capaci di tendere una mano. E non solo per dare ma anche per prendere. 'Non avevo mai lavorato a contatto con due colleghi illustri come Ermanno e Paolo, stare a stretto contatto con loro e lavorare per la stessa causa è stata anche per me un'iniezione di fiducia nei confronti della professione e del cinema stesso' - ha dichiarato scherzosamente Gabriele Salvatores - 'mi sono sentito per la prima volta libero di creare, sganciato dalle solite logiche di mercato e, visto che tutti mi hanno sempre accusato di non raccontare mai personaggi femminili nei miei film, mi sono anche levato questa piccola soddisfazione'.

Interamente in bianco e nero, senza dialoghi ma narrato attraverso una tensione silenziosa e lancinante, una densità emotiva quasi insopportabile ed un realismo magico da mozzare il fiato _ La partita lenta_ di Paolo Sorrentino è un mix di finzione e realtà che usa la metafora dello sport di squadra e della mèta per raccontare come la fiducia e la voglia di arrivare ad un traguardo spesso nasca dalla voglia di non arrendersi, dalla fatica, dalle difficoltà, dalla voglia di sfuggire alle apparenze, dal supporto di chi ci ama e dall'impegno. Ambientato in un campo di rugby di periferia e interpretato da veri rugbisti e da attori quasi tutti non professionisti, il cortometraggio del regista partenopeo racconta a rallentatore la preparazione, i momenti che precedono la partita e poi l'incontro stesso con un linguaggio tra il surreale e l'onirico che trasforma un'opera di soli dieci minuti, concepita come una sorta di spot pubblicitario, in un mini capolavoro che arriva a toccare l'anima. 'Avevo paura di cadere nella retorica con l'uso di parole e di voci, non sono riuscito, come i miei due illustri colleghi, di concepire un film capace di usare anche i dialoghi' - ha dichiarato con la timidezza che lo contraddistingue da sempre Paolo Sorrentino - 'mi è mancato il coraggio lo ammetto, ma ho scelto questa strada perché era a mio avviso quella più giusta per far arrivare il mio messaggio'.

Da questi brevi film emerge insomma un'Italia che vuole a tutti i costi continuare a credere nel futuro, che ha voglia di voltare pagina e di guardare ad esso con ottimismo e positività. Un'Italia che vive questo momento di crisi con senso del dovere, capacità di sacrificio, e anche con solidarietà e comprensione per gli altri. Ma PerFiducia non è solo un progetto di comunicazione o un mezzo pubblicitario: è un'occasione importante per ascoltare la voce delle eccellenze in campo cinematografico e per diffondere insieme a loro incoraggiamento e fiducia.
I tre film, della durata di circa dieci minuti ciascuno, saranno visibili (quello di Olmi è già visibile tuttora, con qualche giorno di anticipo rispetto alla data annunciata) anche sul sito ufficiale dell'iniziativa www.perfiducia.com sul quale saranno messe a disposizione degli utenti anche alcune videointerviste realizzate durante le riprese, una galleria di foto dal set e verrà data loro la possibilità di esprimere liberamente la propria opinione.