Non pensarci: il ritorno del rocker prodigo

Arriva nelle sale il prossimo 4 aprile il film di Gianni Zanasi che racconta la sorprendente avventura del ritorno nell'alveo familiare del rocker Valerio Mastandrea.

Presentato alla scorsa edizione della Mostra del cinema di Venezia, dove è stato insignito di diversi premi (il Pasinetti della stampa cinematografica, il premio Fedic per il miglior film e quello dell'Arca Cinema giovani), Non pensarci, commedia frizzante e originale firmata dal promettente Gianni Zanasi, che ha curato anche la sceneggiatura di questo progetto caratterizzato da una produzione indipendente e anomala: oltre alla Pumpkin di Zanasi, infatti, il film è stato realizzato grazie al contributo di ITC Movie e della rete televisiva La7, per la prima volta coinvolta in una produzione cinematografica.
"Anche io, come tanti altri, ho sofferto della situazione produttiva complicata in Italia", ha dichiarato Zanasi. "Un progetto 'non allineato' fa sempre fatica a concretizzarsi se non hai 50 anni e non puoi contare su amicizie potenti. Per fortuna, credo che la situazione stia cambiando."

Il film, che vede protagonisti Valerio Mastandrea, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Teco Celio e Gisella Burinato, racconta la storia di un musicista rock dai trascorsi gloriosi, arenatosi in una situazione deprimente e senza sbocchi. Deciso a riflettere su sé stesso e a dare una scossa alla propria esistenza prima che sia troppo tardi, il trentaseienne Stefano torna nell'alveo familiare tanto trascurato, nella speranza di trovare riparo e sicurezza. Ma lo attende una sorpresa: anzi, una serie di veri e propri shock. Il padre, sopravvissuto ad un infarto, si è dedicato al golf, mentre la madre depressa segue studi sullo sciamanismo; la sorella minore ha abbandonato l'università per fare a tempo pieno l'addestratrice di delfini in un parco acquatico, e il fratello maggiore, rimasto solo a portare avanti l'azienda di famiglia (che produce ciliegie sotto spirito), è sull'orlo del crollo sul piano personale e professionale. Stefano, che si aspettava ben altro, è costretto suo malgrado a prendersi cura dei familiari, con conseguenze esilaranti e imprevedibili.

Dice ancora il regista: "Ho voluto evitare l'astrazione nel raccontare una famiglia, entrando in un gruppo di persone vere e dunque piene di imperfezioni e contraddizioni. Ho cercato l'imprevedibilità a scapito del giudizio. Alla base di tutto c'è la voglia di ridere: l'idea di un rocker che prende in mano un vasetto di ciliegie sotto spirito pe me è molto divertente, e ne è nato un progetto strutturato, che ho cercato di non soffocare, lavorando sull'improvvisazione in fase di scrittura per dare grande spazio ai personaggi. Perché il risultato sia buono, devo avere la sensazione di stare scrivendo un film d'avventura."

Protagonista e autore di un'ottima prova in Non pensarci è Valerio Mastrandrea, che ha parlato della singolare esperienza di lavorare con Zanasi in questi termini: "Per me è stato come il primo film: Gianni lavora in maniera anomala, richiede agli attori quanto chiede a se stesso: sofferenza e ricerca al punto di logorarti, ma in senso positivo. Ci siamo logorati tutti con grandi sorrisi".

Un aspetto sicuramente curioso di questa famiglia del nord-est, per tanti aspetti così credibile, è il fatto che ognuno dei membri parli con un diverso accento, dal romanesc di Mastandrea al meneghino della Caprioli passando per il friulano di Battiston. "E' vero", ha ammesso Mastandrea, "parliamo tutti in modo diverso, e infatti inizialmente ci siamo chiesti se fosse il caso di uniformare un po' gli accenti, ma alla fine con Gianni abbiamo deciso di lasciar perdere. Credo proprio che, dopo tre minuti di film, nessuno ci faccia nemmeno più caso".