Non lo so: intervista con i fratelli Di Felice

Registi e protagonisti di questa opera i prima, Alessandro Di Felice e Cristiano Di Felice raccontano il loro film, incentrato proprio sul rapporto fraterno.

Arriva in poche e selezionate sale italiane, il prossimo 27 febbraio, Non lo so, l'esordio alla regia dei giovani Alessandro Di Felice e Cristiano Di Felice, fratelli nella vita e sul grande schermo. Nel film, infatti, interpretano Gianni e Marco Ferzetti, che riscoprono il proprio legame quando il fallimento dell'impresa di famiglia lascia il primo senza lavoro, mentre il secondo è costretto ad abbandonare l'università e a tornare in paese.

Innanzitutto ci spiegate cosa vuol dire il titolo del film, Non lo so?

Cristiano Di Felice: È quel preciso stato d'animo che una persona prova in assenza di comunicazione, è il non avere certezze nella vita, come noi non avevamo certezze durante la realizzazione del film. Tutti abbiamo la possibilità di fare delle scelte, ma spesso poi non siamo in grado di accettarle o non sappiamo come gestirle. Ecco, abbiamo cercato di filmarlo questo stato d'animo.

Come avete finanziato il film?

Cristiano Di Felice: Il finanziamento è arrivato dalla busta paga di nostra madre. Solo in questo modo siamo riusciti a comprare tutto ciò che ci serviva per girare.
Cosa ci dite invece di Gianluca Arcopinto?

Alessandro Di Felice: In pratica grazie a lui abbiamo finito il film. L'abbiamo contattato e il giorno dopo è venuto a pranzo a casa nostra. All'inizio gli avevamo mandato un'email piena di insulti, perché avevamo creduto molto nel percorso che lui tanto esaltava, cioè l'autoproduzione, l'indipendenza. Ci abbiamo creduto per tre anni e il risultato è stato che stavamo pieni di debiti e con un film in mano. Gli abbiamo detto di venire almeno a vederlo. E lui è venuto sul serio e si è innamorato del progetto. Con la sua nuova etichetta (La fabbrichetta) ha affrontato le spese di correzione dell'audio e ha stampato e distribuito mille copie.

La distribuzione in sala?

Alessandro Di Felice: Dal 27 febbraio cominciamo un piccolo tour nelle sale cinematografiche, partendo ovviamente dall'Abruzzo. Le prime sale ad accettare il nostro film sono state il Multiplex Arca di Spoltore (provincia di Pescara) e il Cinema Massimo dell'Aquila. Ma presto saremo anche in altre parti d'Italia. A Roma di sicuro in marzo.

Che cosa avete provato nel realizzare un film in completa autonomia?

Cristiano Di Felice: Ci siamo sentiti come una band musicale. Noi non cerchiamo altre collaborazioni, non cerchiamo strade parallele personali, ma vogliamo crescere così e basta.

Negli ultimi anni c'è stato un piccolo boom di un certo cinema generazionale che tenta di raccontare i giovani di oggi. Voi vi siete ispirati a qualche film in particolare?

Cristiano Di Felice: In realtà noi avevamo semplicemente la nostra storia da raccontare. Non siamo mai stati divoratori di cinema. Anzi. In passato noi il cinema non l'abbiamo mai coltivato molto. Tutto è partito dal corto "Troppo tempo per pensare" (2006), contenuto tra gli extra nel dvd e visibile anche su www.myspace.com/rofilm.

Perché il vostro film, infatti, è già disponibile in dvd per la vendita...

Alessandro Di Felice: Sì, infatti. È possibile trovarlo nei migliori negozi di dischi. Bisogna dire, però, che fino a qualche mese fa non pensavamo affatto che saremmo usciti in sala. Ormai da mesi siamo concentrati su un nuovo progetto. Ma la magia del cinema a volte la si vive anche nelle esperienze personali.

Qual è il vostro punto di vista sul cinema indipendente?

Alessandro Di Felice: Parlerei più che altro di autoproduzione. È stato proprio il fatto di autoprodurci come percorso formativo, come allenamento, che ci ha spinto a proseguire nel progetto. L'autoproduzione per noi è un concetto importante, perché abbiamo sperimentato che ti permette di muoverti e di realizzare ciò che vuoi nel modo che preferisci, pur avendo comunque molti ostacoli.

(Grazie all'Ufficio stampa)