Recensione If Not Us, Who? (2011)

Un film interessante e coinvolgente, scritto e diretto, senza alcun giustificazionismo né sguardo malinconico/melodrammatico verso quell'epoca, da Andres Veiel, documentarista di Stoccarda al suo primo lungometraggio di fiction su un argomento che è stato già al centro di quasi tutti i suoi documentari.

Noi, figli del '68 tedesco

Germania ovest, primi anni '60. Bernward Vesper sogna di diventare uno scrittore famoso e di poter rendere un giorno il giusto riconoscimento all'ultima opera scritta dal padre Will, celebre per aver giocato un ruolo assai importante come sostenitore di Hitler durante il Terzo Reich. Celebrato dai nazisti come l'ideatore della teoria dell'appartenenza di ogni individio a blut und boden, sangue e terra, suo padre muore nel 1962 con addosso l'etichetta di infame autore nazista e proprio in punto di morte chiede al figlio, grande appassionato di letteratura, di lottare con tutte le sue forze affinché il suo controverso libro venga pubblicato.
La guerra è finita da soli quindici anni, ma l'atmosfera in Germania è ancora soffocata sotto il peso sua Storia recente. Gli ex-leader nazisti sono tornati ad occupare importanti poltrone governative come se nulla fosse accaduto nei campi di concetramento, e nessuno ha avuto ancora la forza di confrontarsi con i crimini di guerra.
E' in questo preciso momento che Bernward incontra Gudrun Ensslin, la figlia di un pastore protestante, che diverrà una delle donne più famose di Germania per il suo grande spirito rivoluzionario. Uniti dall'amore e dalla forza della parola scritta, i due intraprendono una passionale storia d'amore, estrema e dolorosa, ai limiti della follia, che più volte rischierà di interrompersi a causa dei continui tradimenti di Bernward. Una travagliata relazione che col tempo li porterà ad autodistruggersi. Decisi a combattere il conformismo e a conquistare il mondo, i due fondano una casa editrice grazie alla quale pubblicheranno libri di sociologia e politica che lasceranno il segno nella letteratura tedesca, e poi lasciano la città partono alla volta di Berlino.

Dopo che il partito sociale democratico si unisce ai cristiano-democratici in una grande coalizione politica Bernward e Grudun decidono di unirsi al partito di opposizione extra-parlamentare e di passare all'azione sposando la causa della ribellione. Divenuti parte integrante del dilagante movimento mondiale giovanile studentesco che si muove al grido "If Not Us,Who; If Not Now, When?". Verso la fine degli anni '60, Gudrun si unisce alla corrente pro-violenza del radicale Andreas Baader, con il quale fugge in clandestinità ed inizia ad organizzare operazioni di sabotaggio per cercare di smuovere l'opinione pubblica contro il capitalismo, lasciando per sempre Bernward e il figlioletto Felix ancora in fasce. L'uomo, rimasto solo nella sua disperazione, tenta di allevare il bambino, ma l'uso spropositato di allucinogeni lo farà precipitare in uno stato di totale devastazione psicologica nel mezzo del quale tenterà di scrivere il romanzo che cambierà per sempre la letteratura mondiale.

Un film interessante e coinvolgente If Not Us, Who? scritto e diretto, senza alcun giustificazionismo né sguardo malinconico/melodrammatico verso quell'epoca, da Andres Veiel, documentarista di Stoccarda al suo primo lungometraggio di fiction su un argomento che è stato già protagonista di quasi tutti i suoi documentari. Veiel è stato autore nel 1993 del filo-ebreo Balagan, grande successo di critica, e dei tre documentari Die Uberlebenden (The Survivors), incentrato sui suoi ex-compagni di scuola, Black Box Germany, incentrato sempre sugli anni '70 e sulla Red Army Faction, e Der kick (The kick), presentato nella sezione Panorama della Berlinale 2006 e incentrato su un fatto di cronaca nera tedesco avvenuto nel 2002 che sempre da Veiel venne trasformato anche in piece teatrale.
Dopo La banda Baader Meinhof, il cinema tedesco torna ad esplorare i movimenti studenteschi e terroristici che insanguinarono gli anni '60 e '70 nella Germania post-nazista. Stavolta siamo nella preistoria della celebre banda di terroristi omaggiata nel film sopra citato, candidato nel 2009 agli Oscar come Miglior Film straniero. La situazione politico-culturale tedesca viene stavolta narrata da un altra prospettiva, partendo cioè dalla figura collaterale di Bernward Vesper, marito di Gudrun Ensslin, la militante tedesca fondatrice del RAF (Red Army Faction) insieme ad Andreas Baader, l'uomo con il quale tradì il marito e con il quale finì in prigione per aver messo una bomba nel KaDeWe di Francoforte.
Reazionari, libertini, provocatori, sovversivi, figli di un regime e di un negazionismo insopportabile in quegli anni in cui tutti i giovani del mondo erano in subbuglio e pronti a sacrificare la propria vita in nome della liberazione dal conformismo e dalla passività della generazione precedente.
I figli del '68 protagonisti di If Not Us, Who? hanno fatto tanti errori, ma fanno parte di una generazione che porta e porterà sempre sulle spalle il fardello gli errori dei padri che aderirono direttamente o indirettamente alla ferocia nazista. In tal senso la scena d'apertura del film, quella in cui il gatto di Bernward bambino viene ucciso con una fucilata dal padre perchè colpevole di aver mangiato un usignolo caduto dal nido, assume un valore potente e straordinariamente emblematico. Parole, sogni e imprese eroiche (o antieroiche, a seconda dei punti di vista) dei ragazzi che hanno cambiato la storia e hanno scelto di gridare la loro protesta ad alta voce contro le oppressioni e le dittature, in particolare di una donna che ha dedicato tutta la sua vita in nome dei suoi ideali diventando sempre più integralista e ossessionata col passare degli anni, fino alla morte avvenuta nel 1977 per sua stessa mano in una cella della prigione Stammheim di Stoccarda, luogo in cui si suicidarono anche i due compagni di tante battaglie Andreas Baader e Jan-Carl Raspe.

Un film ben scritto e diretto con mano ferma dal Veiel che riesce a portare sul grande schermo senza esasperazioni e con il giusto equilibrio tra dramma, azione e romanticismo, un altro pezzo del puzzle della Storia tedesca, uno di quelli meno conosciuti fuori dai confini tedeschi. Un plauso va anche ai tre bravissimi attori protagonisti, Lena Lauzemis (Gudrun), August Diehl (Bernward Vesper) e Alexander Fehling (Andreas Baader), due tra i Bastardi senza gloria di Tarantino. Non a caso.

Movieplayer.it

3.0/5