NCIS - Unità anticrimine: Vance, direttore d'acciaio

Rocky Carroll, interprete affabile ma dall'aspetto intimidatorio del direttore Vance di NCIS - Unità anticrimine spiega le ragioni del successo del popolarissimo procedural.

Sospesa a metà della decima stagione, NCIS - Unità anticrimine torna dopo la pausa estiva su Rai2 con i restanti dodici episodi in prima assoluta. Il successo della longeva e amatissima serie procedural è merito di un cast molto affiatato che costituisce sullo schermo il team investigativo guidato dall'irreprensibile dispensatore di scappellotti Gibbs. Sopra di lui, a capo del NCIS, c'è Leon Vance. Il direttore del dipartimento della Marina militare statunitense preposto all'indagine di crimini che coinvolgono i marine ha il volto dai tratti decisi di Rocky Carroll, onoratissimo di partecipare a una delle serie più amate di tutti i tempi. Ce ne ha parlato al Festival della Televisione di Montecarlo.

Vance è un personaggio dalla personalità poco... decifrabile.
Sì, possiamo dirlo, il suo passato è pieno di segreti e in esso c'è qualcosa di oscuro. Questo lo rende molto affascinante secondo me, ma non è un cattivo, è misterioso, come lo è il suo modo di pensare. Personalmente lo preferisco quando esce dall'ufficio, meglio se per andare a trovare Abby in laboratorio.

Ormai sono più di cinque anni che lo interpreta, non è stufo?
No, non mi stanco di essere Vance dopo tanti anni. Anche l'interpretazione dello stesso personaggio può essere diversa. NCIS va avanti da dieci stagioni, io ci sono dalla quinta, mentre lo spin-off, a cui ho partecipato, c'è da quattro anni. Il mio personaggio è presente nella prima annata di NCIS: Los Angeles, e ai tempi non si sapeva se sarebbe andato bene. Per questo mi ero approcciato con più apprensione nonostante interpretassi lo stesso personaggio. Il risultato è che, per me, è stato totalmente diverso essere Vance.

NCIS sembra essere la depositaria della ricetta del successo.
La serie va avanti da più di dieci anni: io ne faccio parte da più della metà ormai, per cui non posso che augurarmi che prosegua per un altro decennio con il medesimo riscontro. Il che è probabile considerando la commistione perfetta tra dramma, azione e sollievo comico che è riuscita a creare. Merito di attori bravi e in grado di conferire ai personaggi un lato leggero e divertente che contribuisce a farli amare. Il pubblico si preoccupa che possa accadere loro qualcosa quando affrontano casi e missioni pericolose e non si stacca dallo schermo!

I personaggi di NCIS sono tra i più amati di sempre.
Infatti, NCIS è così longeva non solo perché ha trovato questa formula vincente che unisce gli elementi del procedurali a intermezzi comedy, ma anche perché gli sceneggiatori sono stati in grado di creare personaggi che sono diversi a secondo dell'interlocutore. Per esempio ci sono Tony e Ziva o Tony e McGee, o Gibbs e Abby: le dinamiche relazionali sono descritte accuratamente e sono molto intriganti e questo è merito di chi scrive le storie, che dopo dieci anni riesce ancora a inventarsi dialoghi e situazioni originali.

Ci sono anche Vance e Gibbs, e non hanno un rapporto facile.
Trovo la relazione tra Gibbs e Vance molto interessante. Gibbs è moralmente ineccepibile, uno sceriffo moderno, è un leader e un uomo che si impone, eppure deve rispondere a un superiore, ovvero Vance, che è un osso duro e a volte gli rende le cose difficili. Nella realtà, invece, Marc Harmon e io siamo amici da sempre e andiamo molto d'accordo. La gente non si stanca mai di voler sapere sempre di più di queste due figure perché il loro passato è pieno di dettagli ancora da scoprire.

Le capita di contribuire non solo come attore alla serie?
Diciamo che gli sceneggiatori sanno come sfruttare gli attori a disposizione: ci conoscono bene, pregi e difetti, e se vogliamo intervenire ce lo permettono. Mi è capitato di avere qualche idea e di proporre di svilupparla, ho sentito il brivido di poter creare anche io una storia, ma il solo pensiero che gli sceneggiatori lo facciano da dieci anni ininterrottamente mi mette l'ansia, non sopporterei la responsabilità.

La disturba lo stacco tra riscontro del pubblico e riscontro della critica?
Sono un attore, pazienza se la critica non ci riempie di complimenti,lo dico perché appartengo a una categoria professionale con un tasso di disoccupazione superiore al 90% e la stragrande maggioranza dei colleghi non fa questo lavoro per campare. Qui a Montecarlo mi sono imbattuto in altri attori che provengono da serie di successo e non abbiamo fatto altro che scambiarci complimenti e dirci quanto siamo fortunati. Il mancato riconoscimento da parte di Emmy & affini non mi turba più di tanto, sono troppo sollevato di non passare la giornata a caccia di ingaggi.