Recensione Paranormal Activity (2007)

Niente effettacci o make-up particolarmente elaborati: a rendere Paranormal Activity un film terrificante sono pochi elementi ben calibrati che lavorano egregiamente sulla suggestione dello spettatore.

Nascosto nel buio

Dieci anni dopo The Blair Witch Project - al quale è stato spesso paragonato, nelle ultime settimane - un altro fenomeno horror ha terrorizzato il pubblico americano, e si appresta a fare altrettanto anche in Italia: Paranormal Activity è un film diretto da Oren Peli, che rapidamente ha conquistato i botteghini USA (e l'interesse commerciale e creativo di un mago come Spielberg, che è intervenuto sul finale definitivo del film) grazie al passaparola che è partito dalla rete, ma anche ad una particolare forma di distribuzione on demand, che ne ha permesso una programmazione più consistente di quelle solitamente riservate alle pellicole low budget come questa, che è stata girata nella casa del regista e con un cast ridotto all'osso.

Agli esordienti Katie Featherston e Micah Sloat, il regista ha affidato i ruoli di due giovani fidanzati che dopo essersi trasferiti in una nuova abitazione, iniziano a sentire strani rumori e non riescono a capire a cosa possano essere dovuti. Micah, che è innamorato della sua nuova videocamera, decide di piazzarla in camera da letto e di lasciarla accesa tutta la notte, in modo da poter verificare cosa accade realmente nella casa, mentre lui e Katie dormono. Le registrazioni effettuate dal ragazzo svelano una realtà sconcertante e di volta in volta sempre più spaventosa. In casa c'è qualcosa che si manifesta nelle ore notturne e turba il sonno dei due protagonisti: inizialmente si tratta solo di rumori sinistri e luci che si accendono da sole, poi i fenomeni coinvolgono direttamente Micah e Katie, e in maniera sempre più pericolosa. Katie decide di rivolgersi ad un esperto di fenomeni spiritici, che tuttavia rinuncia a seguire il caso, e dopo aver messo in guardia i due ragazzi, consiglia loro di rivolgersi al più presto ad un suo collega demonologo.
Con Paranormal Activity, Oren Peli - regista di origine israeliana che ha già in cantiere un nuovo, misterioso progetto dal titolo Area 51 - non traccia nessun percorso nuovo, visto che l'idea di rendere partecipe lo spettatore con una pellicola dalla struttura amatoriale, è stata già sviluppata con successo dagli autori di Blair Witch Project, anni fa, ma di sicuro indica una direzione valida a chi voglia realizzare un horror davvero terrificante. Niente immagini patinate, fiumi di sangue, urla a buon mercato e villain da franchise che non potranno mai eguagliare le icone horror degli anni '80, ma solo pochi elementi ben calibrati che lavorano egregiamente sulla suggestione del pubblico. Il regista infatti, affianca lo spettatore in questo nuovo incubo, e lo invita a guardare nella macchina da presa per assistere a quello che accade nella casa dei protagonisti. Non bisogna aspettarsi apparizioni mostruose, effettacci o make-up particolarmente elaborati, perchè è proprio ciò che non si vede - ma si può intuire, grazie a dettagli da brivido - che permette all'immaginazione di tirare fuori le suggestioni più terrificanti che ognuno ha ben nascoste dentro di sè. Mentre i due ragazzi dormono, lo spettatore viene lasciato da solo in quella casa, ad assistere a ciò che accade, tra luci che si spengono e accendono nelle altre stanze, ombre malvage che strisciano sulle porte, respiri sinistri e rumori misteriosi. Fino alla fine della pellicola, l'aspetto dell'entità maligna non sarà mai svelato al pubblico, ma prenderà corpo nelle fantasie degli spettatori, e non li abbandonerà tanto facilmente.

Oltre a gestire in maniera eccellente i meccanismi della tensione, Oren Peli è stato anche in grado di costruire un background credibile alla storia personale di Katie, sulla quale scopriamo alcuni dettagli proprio grazie ad alcuni indizi lasciati dall'entità che la perseguita, e questo senza mai cambiare scenario: una casa a due piani che non ha assolutamente nulla di sinistro, ma al buio si trasforma in un luogo da incubo. A rendere la storia più verosimile, la naturalezza dei due protagonisti che, al loro debutto sul grande schermo, interpretano due ragazzi come tanti, il cui rapporto viene messo a dura prova da un evento straordinario.
Pur avendo a disposizione budget e mezzi decisamente limitati, l'autore è riuscito nell'impresa di realizzare un film avvincente e terrificante come non se ne vedevano da tempo: non resta che sperare che altrettanto ingegno non si disperda nei budget più cospicui che gli saranno messi a disposizione in futuro.

Movieplayer.it

4.0/5