Minchia, che ispettore!

Arrivato alla seconda stagione, la serie dedicata all'anti-eroe Coliandro creato da Lucarelli prosegue sulla strada tracciata in precedenza: smarcamento dai codici televisivi classici per confezionare un prodotto originale che possa incontrare anche il gusto di chi la tv preferisce tenerla spenta.

Dopo il successo della prima stagione, torna sul piccolo schermo L'Ispettore Coliandro, serie tv tutta italiana ispirata al personaggio creato dal giallista Carlo Lucarelli che della versione televisiva è anche story editor. L'anti-eroe politicamente scorretto sarà impegnato nella soluzione di quattro nuovi casi che animeranno altrettanti episodi, una formula breve già risultata vincente in passato, che prosegue sulla strada tracciata in precedenza: smarcamento dai codici televisivi classici per confezionare un prodotto originale che possa incontrare anche il gusto di chi la tv preferisce tenerla spenta. Il target privilegiato è quindi composto dal pubblico giovane che nel protagonista può trovare un personaggio 'umano', con tutti i pregi e i difetti che questo comporta, al quale affezionarsi, e storie semplici ma avvincenti caratterizzate da una vena umoristica che rende i vari episodi una sorta di cartoon ai quali è facile appassionarsi.

Caratterizzato da un ritmo narrativo piuttosto serrato, supportato al meglio dalla regia dei Manetti Bros. che fa propria l'esperienza del videoclip riservando grande cura ai dettagli, L'Ispettore Coliandro guarda senza farne mistero al cinema di genere, innestando nel poliziesco quell'ironia che è diventata suo marchio di distinzione rispetto agli altri prodotti di fiction nostrana incentrati sulle forze dell'ordine che così tanto affascinano gli autori. Così, il protagonista, i cui panni calzano a pennello a Giampaolo Morelli, risulta un irresistibile 'sfigato', nello stesso tempo belloccio e pieno di pregiudizi che i casi in cui si trova coinvolto provvedono automaticamente a smontare, rivelando tutta la sua umanità. A caratterizzarlo è anche il gergo da strada e le numerose parolacce di cui sono infarciti i suoi discorsi, mai esagerate e per questo mai fastidiose. Accanto a lui, una serie di personaggi che provvedono a riportare le situazioni nel territorio del credibile o di amplificare l'eccentricità del protagonista, a cui prestano il volto attori come Giuseppe Soleri (nel ruolo di Gargiulo, il braccio destro di Coliandro), Paolo Sassanelli, Veronica Logan e Enrica Ajò.
Ancora una volta Bologna fa da co-protagonista alle vicende, accogliendole in quelle sue zone oscure che vengono poi scandagliate da Lucarelli con una stravagante attitudine al grottesco che difficilmente ti aspetteresti da uno scrittore di gialli. Il mix risulta vincente e la confezione supera brillantemente i limiti di budget, grazie anche ai fratelli registi che si sono fatti le ossa in questi anni, prendendosi in tempi recenti anche la bella soddisfazione del successo del thriller Piano 17. I quattro nuovi episodi della seconda stagione de L'Ispettore Coliandro si propongono come veri e propri film che affiancano a Morelli ogni volta una protagonista diversa, da Valentina Lodovini a Cecilia Dazzi che ritorna nell'ultimo divertente episodio, Doppia rapina, dopo essere già apparsa nella prima stagione. La promessa della serie di proporre un intrattenimento intelligente ci sembra ampiamente mantenuta anche stavolta, con un Coliandro condannato a rimanere il solito, adorabile imbecille.