Milano Film Festival: Demme e altri protagonisti della nona giornata

Protagonista assoluto della giornata, il regista statunitense ha coinvolto il pubblico in un percorso attraverso la propria cinematografia; ma molti sono stati gli appuntamenti interessanti anche nell'ambito delle sezioni collaterali.

L'ultimo weekend di festival inizia con una maratona di corti, dedicata all'audience più mattiniera che, fino all'ora di pranzo, ha potuto assistere a quasi tre ore di proiezioni. In alternativa, nell'ambito della sezione lungometraggi è stata nuovamente la volta di Finisterrae, l'onirico, surreale e affascinante lavoro di Sergio Caballero. Nel pomeriggio, ancora corti e ancora Jonathan Demme, che presenta Una volta ho incontrato un miliardario e soprattutto è protagonista di una lezione di cinema, moderata da Luca Guadagnino, in cui ripercorre i temi e le ispirazioni della propria cinematografia, riflettendo sul futuro della settima arte al tempo della crisi economica. Ultimo appuntamento con il talentuoso regista è quello in serata, con Angels Hard as They Come.

Tanti gli appuntamenti della giornata con la sezione Colpe di Stato, che ha proposto nuovamente la coppia Pax Americana di Denis Delestrac e A Look at the Global Militarization di Lara Lee e Oil - Secondo tempo di Massimiliano Mazzotta. MM Mafia Milano, di Bruno Olivieri e Gianni Barbacetto, svela il volto meno glamour e luccicante di Milano, quello che ne fa essere la capitale, non soltanto dell'economia e dell'imprenditoria italiana, ma anche dell'infiltrazione mafiosa nel Nord Italia. La rassegna propone anche uno speciale appuntamento, quello con Primavera Araba: No More Fear di Mourad Ben Cheik, già proiettato all'edizione 2011 del Festival di Cannes, è un intenso concentrato di testimonianze della recente rivoluzione che ha sconvolto la Tunisia. Un'altra importante occasione di riflessione è offerta dall'approfondimento dedicato al cinema di Haiti, che oggi si anima con due pellicole di grande impatto emozionale e visivo: Inside Disaster: Haiti di Nadine Pequeneza, e Chronique d'une catastrophe annoncée di Arnold Antonin.

Il pomeriggio ha poi offerto l'ultima possibilità di confrontarsi con il Barzakh di Mantas Kvedaravicius, dove il limbo che dà il titolo alla pellicola è anche quello in cui sono intrappolate le vite dei tanti uomini scomparsi nella tragedia cecena, e sul cui destino sembra ancora impossibile fare luce. La selezione ufficiale ha previsto per oggi anche due pellicole incentrate sulla difficoltà dei giovani di costruirsi un futuro al tempo della crisi economica: Italy: Love it, or Leave it di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, e Wasted Youth di Argyris Papadimitropoulos. Chiude l'offerta della sezione principale per oggi All That Glitters di Tomáš Kudrna, incursione nella miniera d'oro di Kumtor che diventa una riflessione sulla difficoltà della transizione dal socialismo alla democrazia, e sul ruolo che le grandi multinazionali sperano di avere in questo processo.

La sezione The Outsiders si anima oggi con tre suggestivi appuntamenti: quello con Wayne McGregor, Going Somewhere di Catherine Maximoff, dedicato al celebre coreografo inglese, Abendland di Nikolaus Geyrhalter, un affascinante sguardo nella notte europea, e The Mill and the Cross di Lech Majewski, con Rutger Hauer nei panni del pittore fiammingo Pieter Bruegel, che prende vita dalla tela de La Salita al Calvario.