Matsumoto e il mito di Capitan Harlock, pirata dello spazio

Ripercorriamo il mito del personaggio creato da Leiji Matsumoto in occasione dell'arrivo in edizione completamente rinnovata nei cinema de "L'Arcadia della mia giovinezza", il film che racconta la nascita dell'indimenticabile eroe dello spazio.

L'esordio

Giappone, 1953. Un quindicenne, Akira Matsumoto, vince un concorso lanciato da una rivista di fumetti con un manga di appena 16 pagine, Mitsubachi no boken (Le avventure di un'ape).

Su quelle pagine fa capolino un personaggio che sarebbe riapparso, opportunamente riveduto e corretto, solo molti anni dopo. L'esordio come protagonista dell'omonima serie del pirata spaziale Captain Harlock avviene infatti negli anni Settanta: Akira ha ormai adottato il nome d'arte di Leiji e, dopo diversi manga molto apprezzati, realizza le avventure di questo personaggio che lo consacreranno come uno dei mangaka più amati e apprezzati in tutto il mondo.

Leggi il nostro speciale editoriale su Capitan Harlock - L'Arcadia della mia giovinezza, il 15 Ottobre al cinema

Primo contatto

Capitan Harlock: un'immagine del manga di Leiji Matsumoto
Capitan Harlock: un'immagine del manga di Leiji Matsumoto

Nel futuro la Terra è governata da politici corrotti e imbelli, e tutto il pianeta è sprofondato nell'apatia e nell'indifferenza. L'umanità è priva di difese di fronte all'imminente invasione di una razza aliena, e gli avvertimenti dello scienziato Tsuyoshi Daiba, uno dei pochissimi ad aver compreso la gravità della situazione, rimangono inascoltati. Così il figlio del professor Daiba, il giovane Tadashi, può solo assistere impotente all'omicidio del padre, messo a tacere dai misteriosi invasori. Quando tutto sembra perduto, dallo spazio giunge una straordinaria astronave su cui sventola il Jolly Roger, il vessillo con teschio e tibie incrociate degli antichi pirati. A comandare la nave è una figura leggendaria: un criminale a cui il governo terrestre ha dato fino a quel momento una caccia tanto serrata quanto infruttuosa. Il nome del pirata spaziale è Harlock, l'eroe che sotto la bandiera del teschio combatte in nome della libertà. Tadashi Daiba si unirà alla ciurma di Harlock e inizierà a bordo dell'astronave Arcadia una nuova vita di avventure, lottando fianco a fianco con il capitano contro la minaccia delle Mazoniane, bellicose aliene di origine vegetale che hanno deciso di asservire la Terra.

Il Leijiverse

Leji Matsumoto alla Mostra del Cinema di Venezial 2013 per presentare Capitan Harlock in 3D
Leji Matsumoto alla Mostra del Cinema di Venezial 2013 per presentare Capitan Harlock in 3D

Autore prolifico e dallo stile personale, Leiji Matsumoto è solito sfruttare alcuni elementi ricorrenti nelle sue opere, a cominciare dallo stile malinconico e romantico delle storie, sempre attente a temi universali come la ricerca e il valore della libertà individuale, la nobiltà di un cuore puro che emerge dal contrasto con la mediocrità e la bassezza morale dei ignavi e dei malvagi, l'amore, spesso tragico e disperato ma non per questo meno intenso e appassionato. Oltre questi temi, l'altro fattore tipico dell'estetica di Matsumoto è la presenza di figure archetipiche, dai tratti ben riconoscibili: donne dalle forme slanciate e diafane, spesso depositarie di conoscenze antiche e ultraterrena saggezza. Al loro fianco si battono uomini audaci e dall'aspetto indiscutibilmente eroico, e i loro amici, dall'aspetto meno prestante (ometti piccoli e tarchiati, con occhi meno espressivi e bocche larghe) ma dal cuore ugualmente nobile. In maniera molto simile a ciò che faceva il maestro Osamu Tezuka, Matsumoto usa queste figure quasi come se fossero attori da far recitare in ruoli diversi, ma che mantengano comunque una immediata riconoscibilità. Tutte le opere di Matsumoto, in qualche maniera, sono infatti riconducibili a un unico universo narrativo o, per essere più precisi, a un multiverso narrativo - ribattezzato dai fan "Leijiverse", in cui, per esempio, esistono diverse incarnazioni di Capitan Harlock, che si differenziano tra loro per alcuni elementi ma che, d'altra parte, sono sempre "Harlock".

Harlock, attraverso tempo e spazio

Dal manga originale di Matsumoto, pubblicato per la prima volta nel 1976 (edito in Italia da RW-Goen), venne tratta una serie animata da 42 episodi.
- Piccola nota: il 42 è un numero che ricorre spesso nell'epica di Harlock, anche se per ragioni che esulano dalla risposta alla Domanda Fondamentale sulla Vita, l'Universo e Tutto Il Resto . In realtà il 42 è il numero che Harlock indossa per simboleggiare il suo sprezzo nei confronti della morte: i caratteri giapponesi del 4 e del 2, infatti, si leggono come "Shi ni", il cui significato può anche essere "Verso la morte". La serie, diretta dal regista Rintaro, vedeva Makio Inoue come voce originale del Capitano (ruolo che ricoprirà per diversi anni), il character design del talentuoso Kazuo Komatsubara e un'evocativa colonna sonora dagli echi classici di Seiji Yokoyama, eseguita dalla Filarmonica di Tokio. Trasmessa in Giappone nel 1978, la serie approdò in Francia con il nome di "Albator" e poi in Italia, dove affiancò Heidi e UFO Robot Goldrake in quella che viene definita come la "prima ondata" dell'invasione degli anime giapponesi.
Il successo fu subito enorme, merito dell'indiscutibile carisma del protagonista. Ammettiamolo: cosa potrebbe mai battere, in una scala di fascino, un pirata spaziale? Oltretutto Harlock è una sorta di idealizzazione del mito del superuomo: eroico, implacabile ma nobile con i nemici e generoso con i compagni, pilota spaziale provetto e combattente formidabile, con un lato individualista e anarchico che lo rende semplicemente il modello dell'eroe a cui un'intera generazione di bambini si ispirava nei pomeriggi davanti alla televisione. E un physique du rôle letteralmente perfetto.

Se nella serie a fumetti originaria il passato di Harlock resta avvolto nel mistero salvo qualche accenno che non fa che rendere ancora più affascinante il personaggio, le peripezie che hanno portato Harlock a diventare il più temuto e rispettato pirata dello spazio vengono narrate nel film cinematografico L'Arcadia della mia giovinezza, diretto da Tomoharu Katsumata, con il ritorno di Kazuo Komatsubura alla direzione delle animazioni. In questa versione della storia Harlock è un soldato dell'esercito della Federazione Solare, nel 30° Secolo. È il discendente di un asso dell'aeronautica della II Guerra Mondiale, Phantom F. Harlock, che durante il conflitto aveva stretto una profonda amicizia con un tecnico giapponese, Toichiro Oyama. Quando le loro strade si separeranno, dopo una rocambolesca fuga a bordo del Messerschmitt BF 109 di Phantom, il militare regalerà a Toichiro il puntatore dell'aereo, che lui ha ribattezzato "I miei occhi".

Nel futuro i conflitti non sono cessati, anzi: Harlock è in prima linea contro la minaccia aliena dell'Impero Illumidus, ma la sua battaglia è destinata alla sconfitta. Tornato sulla Terra, Harlock scopre che il pianeta è sotto il ferreo controllo degli alieni. Harlock non si perde d'animo e inizia una serie di azioni di guerriglia per portare avanti la resistenza contro gli Illumidus, e durante una missione incontra un tecnico di origine giapponese, Toichiro, anche lui schierato contro gli invasori. Il fato ha fatto nuovamente riunire i due antichi amici, e Toichiro ha in serbo un dono inestimabile per Harlock. Negli anni, nascosto in un rifugio sottoterraneo il geniale tecnico ha pazientemente costruito, pezzo dopo pezzo, una micidiale astronave: l'Arcadia. Ma la battaglia contro gli invasori e i collaborazionisti terrestri divampa senza tregua e Maya, la donna che Harlock ama e da cui è ricambiato, e che è stata la voce e il cuore della resistenza, cade in uno scontro da cui lo stesso Harlock esce gravemente ferito. Salvato in extremis dall'eroico sacrificio degli ultimi sopravvissuti della razza dei Tokurga, Harlock decide di proseguire la sua battaglia come pirata e rinnegato a bordo dell'invincibile Arcadia, contro gli invasori e contro il governo terrestre che si è piegato a essi. È la nascita di una nuova leggenda.