Mary e il fiore della strega: l’anime di Ponoc che evoca la magia Ghibli

Per una settimana in sala, il film che segna il debutto dello studio Ponoc riproduce temi e stile del maestro Miyazaki.

Mary: un'immagine del film animato
Mary: un'immagine del film animato

In natura nulla si crea e nulla si distrugge. Anche nel mondo dell'arte può accadere qualcosa del genere e ne è la prova lo studio giapponese Ponoc, che prende il nome dal vocabolo che in serbo-croato significa "mezzanotte", ovvero il momento in cui termina una giornata e ne inizia un'altra. Una scelta indicativa per lo studio d'animazione fondato da Yoshiaki Nishimura e Hiromasa Yonebashi, entrambi di provenienza Studio Ghibli e pronti a iniziare una nuova avventura insieme ad altri animatori provenienti dalla corte di Hayao Miyazaki.

Nato nel 2015, l'anno dopo che Yonebashi ha terminato il suo lavoro su Quando c'era Marnie, lo Studio Ponoc è stato subito operativo, mettendosi in mostra con uno spot per la Japan Railway e poi con un primo lungometraggio uscito la scorsa estate nelle sale giapponesi. Si tratta di Mary e il fiore della strega, presentato in anteprima italiana al Comicon di Napoli e nelle sale dal 14 al 20 giugno. Un anime che tradisce la chiara influenza delle radici dei suoi autori, ma segna un primo passo importante per il cammino dello studio.

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Mary: una scena del film animato
Mary: una scena del film animato

L'avventura di Mary

Mary: un'immagine tratta dal film d'animazione
Mary: un'immagine tratta dal film d'animazione

Mary Smith è una ragazzina inglese dai capelli rossi e fuori controllo che passa l'estate nella casa di campagna della prozia Charlotte. Mary è annoiata dalla vita di campagna di quelle interminabili vacanze estive, ma noi spettatori sappiamo che accadrà qualcosa per movimentarle: ce lo suggerisce il prologo di Mary e il fiore della strega, una sequenza d'apertura frenetica e potente in cui una giovane donna scappa da un castello incantato inseguita da creature minacciose, prendendo il volo a bordo di una scopa e portando con sé dei misteriosi fiori luminescenti. Gli stessi fiori che Mary rinviene nel bosco attorno la casa della prozia inseguendo i gatti Tib e Gib. Per Mary è l'inizio di un'avventura che la porta all'Endors College, la scuola di magia guidata dalla rettrice Madama Mumblechook e dal Dottor Dee aperta esclusivamente a persone con sangue da strega, nella quale la ragazza riesce a intrufolarsi grazie al potere dei fiori magici.

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A scuola di magia

Mary: un momento del film d'animazione
Mary: un momento del film d'animazione

Come Mary all'Endors College, il regista Hiromasa Yonebashi è stato a scuola di magia, ha imparato dal migliore nel campo, dal maestro Hayao Miyazaki per il quale è stato animatore in diversi dei suoi capolavori, da Principessa Mononoke, a La città incantata e Il castello errante di Howl. Un'esperienza evidente nello stile dei suoi due lavori precedenti, che il regista porta con sé anche nella sua nuova vita professionale nel neonato Studio Ponoc: Mary e il fiore della strega è riconducibile ai lavori di Miyazaki per molti aspetti, dallo stile del disegno a mano al calore delle animazioni, da un certo gusto nella cura delle ambientazioni e dei personaggi, fino alla scelta di base di adattare un romanzo occidentale come La piccola scopa della scrittrice scozzese Mary Stewart.

I fiori magici Ghibli

Mary: un'immagine tratta dal film animato
Mary: un'immagine tratta dal film animato

Per continuare il parallelo tra la piccola Mary e il regista Yonebashi, potremmo dire che anche il regista giapponese riceveva il potere magico da una fonte esterna, dall'essere parte dello studio di Miyazaki. Ma saremmo ingiusti nei suoi confronti, perché l'esordio del suo Studio Ponoc non è di certo un brutto film, ricco e curato com'è dal punto di vista visivo; è però un anime che stenta a trovare una sintesi propria e personale, una rielaborazione originale di suggestioni e ispirazioni che ci sono ed è giusto mantenere. Il risultato finale non si limita a rendere esplicite le sue origini e la sua natura, ma le richiama e ricalca in modo calcolato e continuo, rendendole qualcosa di più di un semplice omaggio. Così, pur nel suo sforzo di seguire le orme del maestro, Mary e il fiore della strega evoca la magia Ghibli, ma non riesce a riprodurla. Non ancora almeno e siamo certi che Yonebashi e il suo team ci riuscirà presto, magari già dal prossimo lavoro, quando il passaggio dal passato Ghibli al futuro Ponoc sarà definitivamente completato.

Movieplayer.it

3.0/5