Recensione Maga Martina e il libro magico del draghetto (2009)

A differenza di quelle del 'collega' Harry Potter, le allegre avventure della maghetta Martina si rivolgono soprattutto a un pubblico infantile, educando i piccoli spettatori e intrattenendoli con personaggi buffi e pasticcioni.

Maghetta rossa, alla riscossa!

Non esistono più i maghi di una volta, vecchi figuri impettiti e un poco arcigni, con enormi cappelli a punta sopra la testa e la folta barba bianca a penzolare. Neanche le streghe sono più repellenti come un tempo, hanno smesso di cavalcare vecchie scope e di affidarsi alla compagnia di sornioni gatti neri. Stregoni e incantatori d'ogni specie, acciaccati dall'età, sono andati ormai in pensione: un'orda di bambini e ragazzini ha preso allegramente il loro posto, impossessandosi delle loro bacchette magiche e dei loro grimori incantati. Non solo Harry Potter: di maghetti e streghette sono ormai pieni la letteratura e il cinema fantastico. La magia - sembrano dire questi film, romanzi, e cartoni animati - non è più un'arte elitaria e criptica, ma quasi uno stato mentale, una visione della vita alla portata di tutti, soprattutto dei più giovani.

Tra le più simpatiche e sbarazzine allieve di Merlino c'è la rossa Maga Martina (Hexe Lilli in versione originale), che ha il primato di aver stregato il pubblico di giovani lettori perfino prima dell'occhialuto Harry. I due papà letterari di Martina, lo scrittore Knister e l'illustratrice Birgit Rieger, hanno infatti dato vita alla loro fanciulla nel 1992 con il primo di una numerosa serie di romanzi per ragazzi. Da allora, le avventure della spensierata maghetta per caso - una normalissima bambina di nove anni con la passione per la lettura - si sono susseguite in oltre quaranta libri, tradotti in circa quaranta lingue (in Italia distribuiti dalle edizioni Sonda), entusiasmando ben dieci milioni di piccoli lettori. Dopo essere apparsa anche in una serie televisiva, seguitissima presso il pubblico tedesco, è naturale che Martina morisse dalla voglia di fare capolino sul grande schermo per fare concorrenza al "cugino" più grande Harry. E lo fa in grande stile, con un'avventura (tratta dal romanzo omonimo Maga Martina e il libro magico del draghetto) che svela come la piccola protagonista sia venuta per la prima volta in contatto con la magia. La strega Teodolinda, un po' affaticata e rintronata dalla sua veneranda età, non si sente più in grado di fronteggiare il perfido (quanto buffo) mago Geronimo e decide che è giunta l'ora di far largo ai giovani. Così Teodolinda manda in viaggio il suo libro delle magie, affinché scelga una nuova padrona.
Il volume magico giunge nelle mani di Martina, che comincerà subito a pasticciare con le formule degli incantesimi, combinando disastri a casa e a scuola. Non migliora di certo la situazione il fatto che a vegliare sull'apprendista streghetta sia Ettore, un pavido draghetto, goffo e bulimico (cui presta la voce italiana Tonino Accolla con una stramba intonazione sicula). In questa confusione Martina dovrà lo stesso difendersi dal mago Geronimo, che vuole sottrarle il libro per costruire la Macchina del Dominio del Mondo. Riuscirà a renderlo inoffensivo grazie all'astuzia e all'aiuto del fratellino Leo e dei suoi amici.

Martina non è come Harry, e i due piccoli eroi non dovrebbero essere paragonati tra loro. Il tenace maghetto in erba è un prescelto, possiede già delle doti innate, ma deve comunque sottoporsi a un duro e laborioso apprendistato presso la scuola di Hogwarts prima di poter praticare le arti magiche. Martina segue invece un approccio più naïf e immediato: è il libro magico che viene direttamente a trovarla ed è sufficiente che pronunci le sue formule (senza neppure impararle a memoria) per evocare portentosi incantesimi. L'universo concepito da J. K. Rowling assume spesso delle tinte oscure e inquietanti e presenta dei livelli di lettura complessi che lo rendono appetibile anche alle generazioni più adulte.

La saga di Martina è stata ideata dal pedagogo tedesco Ludger Jochmann (alias Knister) e si rivolge a un pubblico di fascia prescolare e scolare, a partire dalla scelta di adottare una struttura narrativa estremamente lineare e schematica. Tutto è innocuo e spensierato in Maga Martina e il libro magico del draghetto: anche gli antagonisti, ben lungi dall'essere minacciosi, sono piuttosto ridicoli e grotteschi, una specie di versione parodistica dei fantasy per adulti. L'intento di Knister, pienamente rispettato anche in questo adattamento cinematografico, è di tipo pedagogico: far scoprire il potere magico dei libri (proprio come un altro classico tedesco per ragazzi, La storia infinita) ed esaltare i valori della famiglia e dell'amicizia.

Anche i film dei rispettivi maghetti non andrebbero paragonati tra loro. La saga di Harry Potter è messa in cantiere da una mastodontica major multimiliardaria, mentre Maga Martina e il libro magico del draghetto è una piccola coproduzione europea, che può investire limitatamente anche sugli effetti speciali (il draghetto Ettore è stato realizzato in digitale dallo studio Trixter, che ha curato anche la grafica tridimensionale di Uibù - Fantasmino fifone). Avvalendosi di una regia funzionale (a opera dello spiazzante Stefan Ruzowitzky: prima si era cimentato con la saga horror Anatomy e poi aveva vinto un Oscar con Il falsario) e di interpreti azzeccati (a partire dalla piccola protagonista Alina Freund, già veterana della recitazione) Maga Martina e il libro magico del draghetto supera comunque la "prova bambino": le due piccole spettatrici sedute al mio fianco sembravano divertirsi parecchio, comprendendo subito i risvolti della trama, a volte anche prima del sottoscritto... Largo ai giovani!