Recensione Una madre (2008)

Se la cava benone Violante Placido, qui al suo primo importante ruolo da protagonista assoluta in una fiction tv, riuscendo a coniugare con personalità le due facce della stessa donna.

Madre coraggio

Andrà in onda domenica 28 e lunedì 29 settembre in prima serata su Raiuno la miniserie di Rai Fiction che vede Violante Placido alle prese con la sua prima volta da protagonista sul piccolo schermo. Si intitola Una Madre ed è la storia di una giovane prostituta di nome Maria e della sua piccola Greta, una bambina di tre anni avuta da un uomo che non ha voluto riconoscerla. Nonostante la difficile vita da marciapiede che è costretta a fare nelle ore notturne, Maria di giorno riesce ad essere una madre premurosa, allegra e attenta con la bambina, cercando in tutti i modi di ritagliarle un'oasi di normalità. Tutto precipita quando Maria decide di affrontare il suo protettore e 'comprare' la sua libertà: l'organizzazione che gestisce il traffico delle ragazze, guidata dallo spietato Zardi (Stefano Dionisi), non accetta lo scambio e tra spargimenti di sangue e minacce inizia a darle la caccia.
Disperata, braccata e decisa a procurarsi con ogni mezzo i soldi per scappare con la bambina, Maria fa un gesto inconsulto che la condurrà dritta dritta dietro le sbarre. Nei tre anni che seguiranno la piccola Greta viene affidata prima ad un istituto e poi ad una coppia decisa ad adottarla vista la condizione di indegnità della madre. Ma quando Maria esce di prigione gli eventi precipiteranno di nuovo: decisa a riprendersi a tutti i costi la bambina organizza un rapimento e prova a fuggire lontano. L'organizzazione però non si è dimenticata di lei ed è ancora sulle sue tracce, come il commissario Martone (Enzo Decaro) che sin dal primo giorno ha preso a cuore il suo caso e non riesce a non stare dalla sua parte. Affascinato dal suo coraggio e dalla follia che contraddistinguono la ragazza, il commissario la insegue tentando di non farsi coinvolgere troppo rimanendo sempre in bilico tra legalità e razionalità. Poi i primi freddi invernali, tradimenti, lunghe notti passate in fuga e tanta paura per sé e per Greta, che dal canto suo non riesce a dimenticare il distacco di qualche anno prima e le è diventata nemica. Anche la sua piccola è contro di lei e tenterà in ogni modo di ostacolare la loro fuga per tornare alla vita serena e con i suoi nuovi genitori. Maria non avrà scelta, dovrà lottare su due fronti: sfuggire ai suoi inseguitori e riconquistare l'amore di sua figlia.

Decisamente molto interessante l'argomento trattato da questa fiction: non la 'solita' ragazza straniera venuta in Italia in cerca di fortuna e buttata sul marciapiede ma una ragazza italiana, che di sua spontanea volontà accetta di prostituirsi per dare un futuro alla sua bambina. Una Madre è il percorso di fuga e di crescita di due donne, Maria e Greta, che attraverso questa lotta per la sopravvivenza cercheranno di proseguire insieme la loro vita tentando il tutto per tutto pur di farcela. Ma a volte l'ostinazione, l'amore e la consapevolezza di sé per cambiare la propria esistenza. Se la cava benone Violante Placido, qui al suo primo importante ruolo da protagonista assoluta in una fiction tv, riuscendo a coniugare con personalità le due facce della stessa donna, un essere dolce e fragile da una parte, ma deciso e coraggioso fino alla morte. Ottima la prova di Decaro, una spanna sopra a tutti gli altri componenti del cast composto da uno Stefano Dionisi non in forma e orrendamente (ri)doppiato da se stesso, dal 'solito' Enrico Lo Verso in versione delinquentesca, da Serena Grandi nel ruolo dell'amica di Maria, un ex-prostituta che ha aperto un ristorane e ha cambiato vita, e dalle due bambine che hanno dato vita al personaggio di Greta (le sorelline Clara e Teresa Dossena, 4 e 7 anni, che interpretano il personaggio in due periodi diversi della sua vita).

La regia di Massimo Spano non è di certo delle migliori: è antiquata e posticcia, si avvale continuamente di inutili e noiosi flashback sottolineati da musiche di violino strappalacrime e da ralenti melodrammatici, suggerisce e indugia dove e quando non ce n'è assolutamente bisogno. Il risultato è, ahinoi, quello di un intrattenimento per la terza età, non eccelso per qualità visiva, probabilmente realizzato in maniera frettolosa. Un'occasione sprecata visto il cast di buoni attori a disposizione e le potenzialità della storia: tutte le buone intenzioni dei realizzatori sono disilluse, compresa la speranza del pubblico di vedere qualcosa di diverso, qualcosa in grado di 'svecchiare' la fiction italiana della tv di Stato.

Movieplayer.it

2.0/5