Madonna porta a Venezia la sua Wallis Simpson

Al Lido per la presentazione Fuori Concorso della seconda opera registica, Madonna racconta la storia d'amore tra Wallis Simpson e re Edoardo VIII; 'Rinunciare a qualcosa per amore? E perché mai, posso avere tutto'.

Quando in città arriva una ragazzaccia come Madonna è legittimo aspettarsi sempre qualcosa di particolare. A dire la verità, l'incontro con la stampa organizzato per la presentazione della sua seconda fatica registica, Edward e Wallis, pezzo forte della sezione Fuori Concorso della Mostra di Venezia non ha riservato particolari colpi di scena. Elegante con il suo vestito bianco e nero, dall'aria vagamente rétro, e perfettamente a suo agio nel ruolo di altezzosa prima donna, anche davanti al plotone di agguerritissimi giornalisti, la signora Ciccone è stata accompagnata dalle due coppie di intepreti principali, Abbie Cornish e Oscar Isaac da un lato, Andrea Riseborough e James D'Arcy dall'altro. Il film racconta in parallelo le vicende di Wallis Winthrop (la Cornish) e di Wallis Simpson (Riseborough), figure femminili appartenenti a epoche storiche diverse, ma accomunate da una situazione sentimentale difficile. La Simpson, che scandalizzò il mondo negli anni '30 per la liason sentimentale con il re d'Inghilterra Edoardo VIII (D'Arcy), diventa una sorta di modello e ispirazione per questa giovane donna dei nostri giorni che, seguendo le tracce della coppia di innamorati più celebre del secolo, cerca di ricostruire da zero la sua vita, riprendendosi da una drammatica crisi coniugale e ritrovando l'amore tra le braccia di Evgeni (Isaac), addetto alla sicurezza da Sotheby's.

Cosa l'ha affascinata di questa storia e quanto è stato difficile lavorarci...
Madonna: Ero completamente coinvolta dal cercare di capire i motivi che abbiano spinto re Eduardo VIII ad rinunciare al trono d'Inghilterra per seguire l'amore. Ecco cosa mi interessava. Quanto al lavoro che ho dovuto fare, beh, posso dire che mi ci sono voluti tre anni per scrivere la sceneggiatura assieme ad Alek Keshishian. Ho lavorato soprattutto alle ricerche e alla raccolta del materiale, dovendo confrontare davvero una grande quantità di fonti. Poi ho messo insieme il cast - li vedete tutti vicino a me oggi - e sono stata davvero fortunata a poter lavorare con tutti loro. Mi rendo conto che detto così può sembrare davvero facile il percorso, ma vi assicuro che non lo è stato affatto.

Lei rinuncerebbe mai a qualcosa per amore di un uomo?
Madonna: Io rinuciare? E perché mai, penso di poter avere tutto.

Ha dato molta importanza all'aspetto visivo del film, curando in maniera particolare i costumi e il décor, sia della parte ambientata nell'epoca storica di Wallis Simpson, che in quella moderna, è stata una scelta stilistica ben precisa?
Madonna: In un certo senso sì. Il mondo in cui vivevano i duchi di Windsor era fatto di lusso, bellezza e anche decadenza e sentivo il bisogno di ricostruire questi aspetti. Lo stesso discorso vale per la parte del film ambientata ai nostri giorni. Anche un certo mondo di New York è intriso di glamour ed è popolato da gente che sembra respirare un'aria rarefatta. Volevo proprio sottolineare che nonostante la bellezza li circondi questo non possa garantire la felicità.

Perché ha deciso di mescolare presente e passato nel suo film?
Madonna: Perché volevo sottolineare come la verità storica potesse cambiare a seconda del punto di vista da cui la si guarda. Ho passato molto tempo a raccogliere informazioni, ma questo è solo il mio punto di vista sulla vicenda di Wallis Simpson e ho lavorato affinché questo aspetto trasparisse dal modo in cui la Wallis di oggi guarda alla Duchessa di Windsor. Sentivo il bisogno che la storia della Simpson fosse raccontata attraverso lo sguardo della giovane Wallis.

In qualche modo lei ha voluto riabilitare la figura della Duchessa di Windsor? Forse si è anche identificata nella sua storia, visto che tutt'e due siete americane e avete avuto un'accoglienza non felice in Inghilterra...
Madonna: Non direi di essermi identificata con lei per questo aspetto, anche se è vero che mi sono sentita spesso un'outsider in Inghilterra. Ormai vivo lì da dieci anni e posso dire che sento un grande sostegno dagli inglesi. Mi rivedo in Wallis perché quando le persone diventano celebrità o icone vengono spesso ridotte ad essere dei sogni. Wallis invece non è stata proprio compresa dalla sua epoca. Detto questo, in Edward e Wallis, non ci sono io. O meglio, l'ho scritto io e quindi c'è sempre una parte di me, ma penso che un artista sia soprattutto un canale attraverso cui far fluire sensazioni e sentimenti che possono anche non appartenergli.

E' diventata più contenuta e controllata nel dirigere un film da quando c'è stata la svolta spirituale nella sua vita?
Madonna: Direi proprio di no, ma mi rendo conto che per dirigere un film c'è bisogno di una forza mentale e psicologica non indifferente. Normalmente è difficilissimo girare un film, ma in questo caso lo sforzo è stato duplicato dal fatto che fosse un progetto importante a cui tenevo in modo particolare. Un regista è come il capitano di una nave, deve essere pronto ad ogni evenienza e affrontare ogni difficoltà.

Lei è stata sposata con Sean Penn e Guy Ritchie, ha rubato qualcosa dalle loro esperienze per diventare una regista?
Madonna: Caspita, qui le domande le fate sul serio! (ride). Diciamo che io ho sempre amato il cinema, sono sempre stata ispirata dai film e il sogno segreto era quello di poterne dirigere uno. Mi vedo come una persona che racconta storie e che ama raccontarle, quindi non ho mai considerato un salto troppo grosso quello dalla musica al set. Per rispondere alla domanda, sono sempre stata attratta dalle persone creative ecco perché li ho sposati. E loro, da persone di vero talento, mi hanno sempre incoraggiata.

Ve la sentite voi attori di dire qualcosa su Madonna regista?
Oscar Isaac: Beh, con me è stata molto 'fisica' sul set. Quando abbiamo girato la scena in cui suonavo il piano mi ha quasi strozzato. A parte gli scherzi, è stata chiara, diretta e soprattutto molto aperta alle discussioni anche feroci.
Abbie Cornish: Madonna ha un'attenzione maniacale all'aspetto visuale del film, sapeva esattamente come dovessero essere tutte le inquadrature, prestando attenzione anche al minimo dettaglio.
Andrea Reiseborough: Confermo quanto è stato detto da loro e aggiungo che per me girare questo film è stata davvero un'esperienza commovente, incredibile, difficile e fantastica allo stesso tempo. Quando io e James abbiamo visto il film finito ci siamo afferrati per vedere da vicino i nostri visi e non credevamo ai nostri occhi. Madonna ha diretto con grande chiarezza un'opera d'arte bellissima.
James D'Arcy: E' stata un'esperienza artisca genuina e fantastica. Se penso che l'industria cinematografica è dominata dagli uomini, ritengo che sia stato un vero privilegio essere parte di un progetto creativo fatto da una donna.

Madonna, ha pensato che il successo mondiale de Il discorso del Re potesse in qualche modo ostacolare il suo film?
Madonna: Ad essere sincera prima di aver visto il film ho pensato che nessuno si sarebbe interessato a Edward e Wallis Poi, quando l'ho visto, mi sono resa conto che il pericolo non c'era perché anche Tom Hooper ha adottato un punto di vista particolare sulla storia, completamente diverso. Infatti quando l'ho incontrato recentemente l'ho ringraziato perché in realtà la sua pellicola ha dato modo al pubblico di entrare meglio nella storia, creandosi dei punti di riferimento. Così, vedendo il mio già conosceranno i personaggi.

Un altro aspetto importante del suo film è l'attenzione dedicata al tema della maternità, visto che la giovane Wallis ricorre alla fecondazione assistita per poter avere un bambino...
Madonna: Avere un figlio è una parte importante della vita di una donna, fa parte del nostro DNA ed è questo che definisce la nostra personalità. Credo fermamente che anche Wallis Simpson avrebbe voluto un figlio e ha rimpianto il fatto di non poterlo avere per tutta la sua vita.

Ha giocato molto con la colonna sonora, mescolando pezzi musicali di epoche diverse come aveva fatto a suo tempo Sofia Coppola con Marie Antoinette. Non le è mai venuto il desiderio di scrivere lei dei brani per il film?
Madonna: Certo che avrei voluto! Ma non avevo proprio tempo per occuparmi anche di questo aspetto così mi sono rivolta a dei professionisti come Yann Tiersen e Abel Korzeniowski. Il risultato finale mi è piaciuto moltissimo.