Madam Secretary, commento alla premiere della serie CBS

Debutta su CBS il nuovo political drama con protagonista una brava e algida Thea Leoni. I ratings promettono bene, ma lo show di Barbara Hall, per il momento, non sembra che uno stanco ibrido di tanti prodotti di successo e per di più ancora in corso.

Chiariamolo fin da subito: per quanto non manchino alcuni elementi che sembrano voler ricordare Hillary Clinton, come per esempio nel look, la nuova serie CBS non vuole essere la ricostruzione della carriera politica dell'ex First Lady o del suo quadriennio da segretario di Stato per Obama. Anzi, fin dall'inizio lo show ci tiene a presentare la sua protagonista come una donna di cultura, di grande esperienza nel mondo della politica internazionale ma comunque lontana dalle logiche della politica vera e propria.
Lontana da Washington e dal potere, insomma.

Madam Secretary inizia infatti con il presentarci una Elizabeth Faulkner McCord (una convincente e algida Téa Leoni) felice della sua vita, della sua casa in campagna e soprattutto di aver lasciato il posto da analista della CIA per una vita più tranquilla e serena assieme ai figli, e al marito Henry (Tim Daly), professore universitario proprio come lei.

Il plot e i personaggi

Madam Secretary: Tea Leoni e Tim Daly in una scena della premiere della serie
Madam Secretary: Tea Leoni e Tim Daly in una scena della premiere della serie

Le cose cambiano nel momento in cui l'attuale Segretario di Stato rimane ucciso in un incidente aereo e il Presidente degli Stati Uniti Conrad Dalton (un Keith Carradine francamente non molto in parte), suo ex boss a Langley, si presenta a casa sua con tanto di scorta chilometrica per offrirle il posto appena liberatosi.
Come mai proprio lei? Proprio perché non ha alcuna esperienza (e quindi anche nessuna pressione) politica alle spalle, e perché è una persona di cui il Presidente sa di potersi fidare e può aiutarlo a rendere il mondo un posto migliore. Si può forse rifiutare un'offerta di lavoro così?

Due mesi dopo, quindi Elizabeth e la sua famiglia si sono trasferiti a Washington e si stanno adattando alla nuova vita: in particolare Elizabeth ha tanto da imparare, soprattutto nel gestire al meglio i rapporti con i propri collaboratori, tra cui una severa vice (Bebe Neuwirth) ancora fedele al vecchio Segretario, ed un diffidente White House Chief of Staff (il sempre ottimo Zeljko Ivanek) che teme giustamente di essere scavalcato a causa dell'amicizia che lega Elizabeth con il Presidente.

Madam Secretary: Keith Carradine in una scena della premiere della serie
Madam Secretary: Keith Carradine in una scena della premiere della serie

A complicare il tutto arriva ovviamente la prima crisi, con due ragazzi americani che diventano ostaggi in Siria il cui salvataggio metterebbe seriamente a rischio un importante accordo diplomatico attualmente in corso, ma l'esperienza e le conoscenze da ex CIA permettono a Elizabeth di risolvere più o meno agevolmente la questione.
Per scoprire, però, che problemi ancora più gravi sembrano essere presenti all'interno dell'Amministrazione: quando un ex collega dice di avere delle prove su una cospirazione interna alla Casa Bianca che avrebbe portato alla morte dell'ex Segretario, Elizabeth all'inizio non sembra credergli ed è comunque troppo occupata per dargli peso. Ma quando l'amico viene trovato morto in seguito ad uno strano incidente, né lei né il marito sembrano più avere più dubbi e si rendono conto del pericolo che corrono.

Il commento alla première

Non possiamo dire di essere rimasti particolarmente colpiti da questo pilot diretto dal veterano David Semel e scritto dalla showrunner stessa, Barbara Hall. Tutta la prima parte, frettolosa e superficiale nonostante la serietà dell'argomento trattato, non aiuta lo spettatore ad accettare delle premesse che già di per sé non sono esattamente irresistibili. Ma di serie politiche USA ne abbiamo viste tante, anche solo nel periodo recente, per poter dire con sufficiente sicurezza che Madam Secretary non sarà mai un West Wing e probabilmente non lo vuole nemmeno essere.

Madam Secretary: un'immagine di Tea Leoni in una scena della premiere della serie
Madam Secretary: un'immagine di Tea Leoni in una scena della premiere della serie
Madam Secretary: Tea Leoni in un momento della premiere della serie
Madam Secretary: Tea Leoni in un momento della premiere della serie

Il problema vero sembrerebbe risiedere più nell'animo thriller che cerca di costruire nemmeno troppo velatamente nel corso dell'episodio per poi farlo emergere prepotentemente nel finale: in un momento in cui serie come Homeland, Scandal e House of Cards sono ancora all'apice del loro successo, senza considerare il ritorno di 24, davvero sentiamo il bisogno di nuove cospirazioni all'interno della Casa Bianca?
L'impressione iniziale è che tutto questo sembra inserito soltanto per creare una trama orizzontale "leggera" e potenzialmente più avvincente per quella che altrimenti risulterebbe solo una serie politica, per di più declinata al femminile e con problemi familiari al seguito, dall'appeal commerciale molto limitato.

Non è comunque difficile capire come mai la CBS abbia deciso di farne il titolo di punta delle novità dell'autunno 2014, la tentazione di avere una serie da abbinare ad un prodotto amatissimo dalla critica e dal forte impatto culturale e sociale come The Good Wife era certamente forte e visti i primi risultati (quasi 15 milioni di telespettatori si sono sintonizzati per il pilot) le potenzialità c'erano tutte, l'impressione però è che non possano essere in molti quelli davvero soddisfatti da un prodotto che è fondamentalmente un ibrido di tanti show ancora presenti sul mercato e per di più di eccellente fattura.

Cosa possiamo aspettarci

Madam Secretary: Tea Leoni in una scena della premiere
Madam Secretary: Tea Leoni in una scena della premiere

A costo di essere smentiti, la nostra impressione è che la sottotrama spionistica probabilmente rimarrà oscura ancora per diversi episodi per poi riemergere più prepotentemente solo intorno alla pausa invernale. I prossimi episodi plausibilmente vedranno la protagonista alla prese con i primi problemi a casa (nessun altro ha avuto l'impressione che il passaggio da semplice e tranquilla vita di campagna a quella frentica e politica di Washington sia andata fin troppo liscia?) che andranno a sovrapporsi con le immancabili difficoltà nella Casa Bianca.

Conclusione

Siamo grandi fan del filone politico dei serial americani e l'idea di avere un nuovo drama di alto livello ambientato nell'Ala Ovest non ci dispiaceva affatto, ma dell'arguzia dell'impareggiabile show di Aaron Sorkin al momento non c'è nulla, così come sembrano lontani anche gli standard delle serie spionistiche a cui ci ha abituato per esempio Homeland. Ma come sempre nei prodotti seriali dell'ultimo decennio la differenza la faranno i personaggi, se Barbara Hall sarà in grado di rendere meno fredda la sua protagonista e meno macchiettistici e superficiali i comprimari probabilmente la serie potrebbe trovare la sua strada. Ma al momento un The Good Wife, giusto per citare un evidente modello, è lontano anni luce.

Movieplayer.it

2.5/5