Lucifer 5, analisi del finale: un colpo di scena… divino

Parliamo del finale della quinta stagione di Lucifer e delle sue implicazioni per i dieci episodi conclusivi, prossimamente su Netflix.

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Lucifer 5: Tom Ellis e Aimee Garcia nel sesto episodio

Inizialmente Lucifer doveva concludersi con la quinta stagione, ragion per cui agli showrunner era stato concesso un numero maggiore di episodi (sedici, divisi in due blocchi, anziché i soliti dieci), in modo da poter dare il giusto saluto finale alla serie liberamente basata sul personaggio ideato da Neil Gaiman. Poi, a stagione già scritta e quasi interamente girata (al momento del primo lockdown, nel marzo del 2020, mancava solo la seconda metà dell'episodio finale), è arrivato l'annuncio che ci saranno altri dieci capitoli, per un totale di sei annate, per un totale di 93 episodi. Annuncio che non ha inciso più di tanto sul contenuto del finale del quinto ciclo (anche se, per questioni legate all'emergenza sanitaria, lo scontro tra angeli e demoni è stato letteralmente ridimensionato per consentire a cast e troupe di trovarsi sul set contemporaneamente e nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti), ma che dà un nuovo significato a quelle che in origine dovevano essere le immagini di commiato del serial. Un significato che vogliamo provare a chiarire nella nostra consueta analisi del finale. Attenzione, seguono spoiler!

"Oh, my... me"

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Lucifer: Tom Ellis nella seconda parte della quinta stagione

La quinta stagione di Lucifer è tutta sulla famiglia, in particolare quella del protagonista, inizialmente costretto a fare i conti con le macchinazioni del gemello Michael e poi con l'arrivo del padre, che intende andare in pensione (cosa che fa ricongiungendosi con la moglie e recandosi con lei in una dimensione parallela difficilmente raggiungibile). Questo porta a una seconda lotta intestina, poiché il trono in Paradiso è vacante e Michael, qualora eletto sovrano, ne combinerebbe di tutti i colori. Si arriva quindi alla drammatica battaglia tra due fazioni, nel corso della quale Michael uccide Chloe Decker. Lucifer, distrutto dal dolore, decide di sacrificarsi, andando in Paradiso per recuperare l'anima dell'amata e rispedirla sulla Terra. Mentre lei ritorna, lui in apparenza brucia, poiché il suo esilio comportava la morte in caso rimettesse piede lassù. Solo che non finisce esattamente così: all'insaputa di tutti i diretti interessati, il sacrificio per amore era ciò che serviva per dimostrare che Lucifer fosse degno di prendere il posto di Dio, cosa che accade nella sequenza finale, con tutti in ginocchio davanti a lui e il commento inevitabile sulla vicenda: "Oh mio... io".

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Lucifer: Tom Ellis e Lauren German nella seconda parte della quinta stagione

È il culmine di un arco narrativo che probabilmente gli stessi showrunner non avevano pianificato sin dall'inizio: ricordiamo infatti che nelle prime stagioni, trasmesse da Fox, anche in presenza di storyline bibliche ci si concentrava molto di più sulla componente poliziesca e procedurale, in base alle logiche da network. Con il passaggio a Netflix si è verificata una trasformazione a livello di scrittura, con un approccio molto più serializzato e una maggiore attenzione alle implicazioni celestiali della trama. Fino ad arrivare a questo punto, con Lucifer che inizia la seconda metà di stagione dicendo a Chloe (che lui insiste a chiamare "Tenente" anche dopo che si sono messi insieme, per creare una distanza anche solo inconscia all'interno del rapporto di coppia) che una cosa l'ha ereditata dal padre: l'incapacità fisica di amare. Affermazione smentita quando lui, affranto, non solo la chiama per nome ma è disposto a dare la propria vita affinché lei possa rimanere sulla Terra con la figlia Trixie. Originariamente bandito dal regno dei cieli perché teoricamente malvagio, il protagonista ha passato cinque stagioni a diventare progressivamente il centro morale di questo universo, sottolineando di volta in volta l'ipocrisia di coloro che si ritengono moralmente superiori. E ha riconquistato l'accesso al Paradiso proprio perché in linea di massima non gliene importava nulla di tornarci: l'importante era fare del bene per gli altri.

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E ora?

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Lucifer: D.B. Woodside nella seconda parte della quinta stagione

Mancano esattamente dieci episodi alla conclusione definitiva, che gli showrunner in un'intervista hanno definito la versione lunga di quello che inizialmente doveva essere il momento finale dell'episodio di commiato della quinta stagione. Non ci sarà Michael a creare guai, ma difficilmente il nuovo ruolo di Lucifer sarà senza complicazioni, principalmente il legittimo dubbio espresso da Chloe sulla loro relazione ora che lui dovrà vegliare su tutto il creato. C'è anche l'incognita legata a Daniel, ucciso su ordine di Michael nel penultimo episodio e attualmente intrappolato nelle regioni infernali. Ma soprattutto, adesso che il signor Morningstar è Dio, sarà probabilmente venuto il momento di chiarire un mistero che nessuno si è preso la briga di risolvere negli ultimi quattro anni: se Chloe è il frutto di un miracolo, con l'intento specifico di essere un regalo per Lucifer, questo che effetto ha sulla prole di lei? Comunque vada, è logico dedurre che la sesta stagione continuerà a esplorare il filone della famiglia disfunzionale, questa volta con ramificazioni pressoché cosmiche. Non male per un serial che in principio doveva parlare solo del diavolo che aiuta la polizia a indagare sugli omicidi.