Luca Argentero: Cose cattive... e indipendenti!

Da star del Grande fratello a attore fino a diventare produttore indie. Luca Argentero ci racconta come ha deciso di produrre l'horror di Simone Gandolfo.

Arriva con la neve Luca Argentero. Mentre Courmayeur si ricopre di una fitta coltre l'attore e produttore se la gode al calduccio risponendo alle domande della stampa, incuriosita dal suo esordio come produttore di un horror alquanto atipico. Ma al protagonista di Lezioni di cioccolato il ruolo di interprete bello, romantico e desiderato dalle donne sembra stare stretto perciò, oltre a cercare personaggi più stimolanti con cui misurarsi, guarda anche ad altri ruoli dietro le quinte accompagnando il debutto di Cose cattive, opera prima di Simone Gandolfo, rivolta a un pubblico giovane e internet addicted. Argentero ci tiene molto a precisare che il film presentato a Courmayeur è una produzione iperindipendente, finanziata dalla sua Inside senza contributi pubblici, nella più totale libertà.

Luca, parlaci di questa nuova avventura con Cose cattive.
Luca Argentero: Siamo una casa di produzione giovane perciò abbiamo deciso di sperimentare realizzando piccoli lavori per sondare il terreno e capire come procedere. Avevo conosciuto Simone Gandolfo su un set qualche anno fa, poi lui si è trasferito a New York per studiare regia e quando è tornato mi ha proposto una storia che si prestava a essere interpretata con spirito indipendente. Il suo progetto aveva due requisiti fondamentali: la realizzabilità produttiva e la possibilità di abbinare al film una campagna di marketing. Per realizzabilità produttiva intendo un film con pochi attori, budget ridotti e grande liberà creativa come Cose cattive, che è un prodotto low budget con un'ambizione commerciale.

Per te è importante sottolineare la natura indipendente del progetto.
Fin dal principio non volevo fare ricorso al finanziamento pubblico e questa è stata una scelta ideologica, perché la necessità di trovare denaro per realizzare i progetti c'è sempre, ma noi volevamo essere veramente indipendenti e distaccati dal sistema produttivo italiano. Abbiamo fatto tutto con le nostre forze.

Perché hai fatto una scelta di questo tipo?
Da attore tutte le volte che sono finito su un set mi sono chiesto se quello era l'unico modo perché ho visto progetti interessanti avere vita breve, mentre i media spesso sostengono progetti meno interessanti o non di qualità. Mettermi in gioco in prima persona significa provare a cambiare le cose. Questo primo film è un test, poi speriamo di poter proseguire. Il futuro si prospetta diverso. Tante cose stanno cambiando nel sistema cinematografico italiano. Il futuro è ancora da scrivere.

Come ha influito questa liberà produttiva sulla lavorazione del film?
Di solito quando un attore sente parlare di produzione indipendente si nasconde perché significa che non vedrà un soldo. Noi abbiamo lavorato in modo diverso coinvolgendo troupe e interpreti. Gli attori sono stati anche co-produttori e hanno collaborato attivamente allo sviluppo del film sposando questo spirito. Abbiamo girato in Provincia di Torino. Le riprese sono durate quattro settimane, la post-produzione un po' di più. La proiezione di ieri sera a Courmayeur è stata un bellissimo traguardo. Tante cose poteva andare storte invece è andato tutto bene.

Cose cattive parla di internet e ha avuto il suo spazio sul web. Come è andata la storia del marketing virale sul web?
La nostra storia nasce dalla riflessione su internet oggi, così abbiamo attivato un fake blog che per sei mesi è stato aperto. I personaggi degli attori hanno interagito con gli utenti e abbiamo avuto moltissimi contatti. Alla fine il blog è stato chiuso trasformandosi nel sito ufficiale del film.

Hai pensato a distribuire il film on line?
E' una forma che stiamo percorrendo. L'accesso delle piattaforme attuali è ancora poco definito. I-Tunes per ora ha solo tre società che permettono le codifiche. Ancora non ci sono referenti precisi, è tutto in divenire. Non siamo ancora a livello del Netflix americano, i cataloghi sono limitati perché le grandi produzioni non si soni trasferite del tutto sul web. In Italia, visti i problemi attuali, una vera distribuzione web sarebbe importantissima. Il problema è capire le modalità, le forme e i tempi.

Una curiosità. Come è nata l'idea della tua comparsata hitchockiana nel finale?
La ragione principale era dare un senso a tutto ciò che accade, creare un collegamento con il personaggio del master. Chi è che governa tutto? Io rappresento il male assoluto, una sorta di diavolo, oppure potrebbe essere anche lo stesso internet. Il web ha potenzialità incredibili, ci permette di fruire di una mole immensa di informazioni, ma non c'è controllo. Dare in mano un computer con la banda larga a un figlio è come dargli una patente. Basta dichiarare di essere maggiorenni per accedere ai contenuti porno e a tutto il resto. Non oso immaginare cosa sarà la rete tra 15 anni. Internet è bellissimo e non va stigmatizzato, ma bisogna fare attenzione.

I tuoi prossimi progetti da produttore?
Una casa di produzione deve essere sempre in movimento quindi stiamo lavorando a molti progetti. Abbiamo due documentari in post produzione, stiamo lavorando ad alcuni spot e stiamo scrivendo un lungo. Essere qui a Courmayeur con il nostro primo film è stato un bellissimo regalo.