Loki, la recensione del quinto episodio: un grandioso e divino viaggio nel mistero

La recensione del quinto e penultimo episodio di Loki, la serie Marvel della Fase 4 disponibile su Disney+ che regala uno degli apici dell'intero Marvel Cinematic Universe.

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Loki: una scena del quinto episodio

Non faremo come Loki, il dio dell'inganno, che pianifica le sue azioni nascondendo le sue vere intenzioni. Noi, ben lontani dall'essere delle divinità, giochiamo a carte scoperte e scriveremo questa nostra recensione del quinto episodio di Loki tradendo sin da subito l'entusiasmo che ci ha accompagnato lungo questi 50 minuti che portano la serie targata Marvel Studios a un passo dal finale. E che preambolo per concludere una storia! Viaggio nel mistero (questo il titolo dell'episodio) offre tutto ciò che abbiamo atteso da tempo: rivelazioni, sviluppi, spettacolarità, emozioni, epicità. Cinquanta minuti che ci regalano la forma più eccelsa di intrattenimento pop, con i giusti ingredienti perfettamente dosati, serviti su un piatto dorato così pregiato da volerne di più e sentirne, anche oltre la fine del pasto, i sapori che danzano sul palato.

Quel gran genio del mio amico

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Loki: Tom Hiddleston in una scena di gruppo del quinto episodio

Che sarebbe stato un episodio con una marcia in più rispetto ai precedenti lo si capisce sin da subito, da una prima inquadratura che si capovolge su se stessa, prosegue lungo i corridoi e le porte della TVA e ci catapulta nel Vuoto, quel mondo post-apocalittico dove il nostro Loki si era risvegliato, nella scena post-credits dell'episodio precedente, trovandosi di fronte a sé quattro sue Varianti. Si riprende esattamente da questo momento e allo spettatore vengono date velocemente le coordinate essenziali per comprendere cosa sta vedendo. E che spettacolo! Se in passato la serie aveva mostrato un po' il fianco con gli effetti digitali (specie nel terzo episodio ambientato a Lamentis), qui la rappresentazione di Alioth, un mostro fumoso che pare essere la grande minaccia che i vari Loki dovranno affrontare, lascia stupefatti. È un episodio quasi perfetto nel ritmo, nella scrittura e nello spettro emotivo, che si concede solo un piccolo divertissement nella parte centrale, essenziale per lo sviluppo dei personaggi e per le decisioni che prenderanno, ma un po' pleonastico dal punto di vista puramente narrativo. Proprio indagando ancora più a fondo la natura dei personaggi, mettendo il nostro Loki di fronte ad altre versioni di sé stesso (tra cui un irresistibile Loki alligatore), la serie sembra illuminare definitivamente la figura del dio dell'inganno, donandogli ennesime nuove sfumature. Da questo punto di vista l'unione e l'alleanza tra le varie Varianti assurgono a un doppio obiettivo: proseguire la macrotrama e forgiare l'evoluzione dell'identità del protagonista.

Loki: tutti i rimandi all'universo Marvel nella serie

Sì, viaggiare

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Loki: una foto del quinto e penultimo episodio

Rimane un'ultima grande domanda, dopo le scottanti rivelazioni dello scorso episodio: chi si nasconde dietro i Custodi del Tempo? Chi è il burattinaio? Un mistero che va lentamente svelato e, per riuscire a trovare una risposta, i nostri dovranno cercare di trovare una via di fuga dal Vuoto e dal temibile fumo viola che divora il tempo stesso. È interessante notare come il viaggio del titolo dell'episodio non si rifletta solo nelle azioni più superficiali dei personaggi in questo mondo apocalittico posto alla fine del Tempo, ma sia anche un viaggio interiore in cui il cambiamento simboleggia il traguardo. Dio degli inganni e quindi capace di essere "uno, nessuno e centomila", un attore che dentro di sé comprende varie personalità per raggiungere uno scopo, moltiplicato attraverso le Varianti che rappresentano versioni alternative, ma dalla base comune: Loki sta compiendo un viaggio alla scoperta di sé che lo cambierà definitivamente. Non ci riferiamo solo al nostro protagonista interpretato da Tom Hiddleston, ma anche alle varie versioni di cui facciamo la conoscenza in quest'episodio. Sottolineiamo il Loki di stampo classico interpretato da Richard E. Grant, capace di regalare alcuni dei momenti migliori dell'episodio e che dimostra, una volta di più, la tragicità del personaggio: destinato al fallimento e alla solitudine, ma che racchiude un potere maggiore di quello che crede di avere. Questa sensazione di viaggio, di percorso che sviluppa i personaggi e li fa evolvere è il maggior pregio della serie e il suo vero cuore. Nascosto tra gli intrighi del Multiverso, il vero tema della miniserie è la necessità di cambiare sé stessi per continuare a vivere, di mettere in dubbio la propria identità e scoprire lati del proprio io che altrimenti sarebbero rimasti intoccabili. Se è vero che l'importante non è mai la destinazione (con un pizzico di fatalismo oseremmo dire che la fine del viaggio, per tutti, è la morte), ma il viaggio, Loki sta confermando questo assunto nel migliore dei modi.

Loki e Doctor Who: alla ricerca del paradosso temporale

Gentilmente senza fumo con amore

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Loki: Tom Hiddleston e Sophia Di Martino in una scena del terzo episodio

Loki e Sylvie: l'evento Nexus ancora inspiegabile, la coppia che fa vacillare la Sacra Linea Temporale grazie al loro legame, qui protagonisti di un'ennesima scena raffinata e dolce. Sono loro i due personaggi che, nella loro personalità così uguale e così diversa, regalano i momenti più emozionanti dell'episodio fino a risolvere la situazione. Si respira un senso da gran finale, soprattutto negli ultimi minuti dell'episodio, durante la battaglia con Alioth. Tra effetti speciali, una regia davvero molto ispirata, una colonna sonora perfetta (che, ci scommettiamo, non vi farà togliere i titoli di coda tanto facilmente), mai come ora si ha l'impressione di assistere a un legame vero, profondo, empatico. Pregno di sentimentalismo, ma lontano dalla retorica, questo episodio di Loki si sofferma sulla forza della moltitudine e dei legami affettivi. Così, anche un semplice abbraccio, posto al momento opportuno, ha il sapore di una catarsi liberatoria. Ed è anche un episodio che dimostra l'amore dei Marvel Studios verso il proprio pubblico. Viaggio nel mistero non ha una nota fuori posto, sa coinvolgere, sa divertire, sa emozionare. Regala sequenze che fanno rimpiangere il grande schermo e mette in scena un mondo pieno zeppo di easter egg che faranno felici i fan più appassionati. Rimangono gli ultimi quesiti relativi alla TVA e al personaggio di Ravonna, ancora troppo misteriosa per poter prevedere la sua vera natura e i suoi veri scopi, ma siamo fiduciosi che il tutto verrà risolto la prossima settimana. Una cosa è certa: Michael Waldron, lo showrunner, e la regista Kate Herron dovranno davvero fare i salti mortali per replicare un episodio come questo. E chissà che Loki, finalmente, non possa riuscire a superare le altre due serie MCU di quest'anno, i cui finali si sono rivelati un po' limitati rispetto alle premesse (soprattutto nel caso di WandaVision).

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione del quinto episodio di Loki ancora avremo voglia di applaudire senza fermarci. Ritmo, azione, spettacolo, epica, divertimento, rivelazioni, sentimento: più che un viaggio nel mistero (come da titolo), Loki ci ha regalato un vero e proprio viaggio emotivo attraverso la forma migliore di intrattenimento pop. Salvo un breve segmento posto a metà episodio, questo penultimo episodio di Loki raggiunge la perfezione di ciò che il pubblico (e i fan) si aspettano dalla macchina editoriale dei Marvel Studios. Non possiamo che mettere il massimo dei voti.

Movieplayer.it
5.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Tra spettacolo, epica, emozioni, easter egg e sviluppi narrativi, l’episodio rappresenta la forma più eccelsa di intrattenimento pop.
  • Il lavoro sul personaggio di Loki (e sulle sue varianti) è da manuale.
  • Sceneggiatura, regia, effetti speciali, colonna sonora e interpretazioni del cast si amalgamano in maniera sublime, raggiungendo livelli più alti rispetto al resto della serie.
  • Il tema della scoperta di sé, del legame con gli altri e dell’abbracciare il cambiamento dona una profondità narrativa maggiore.

Cosa non va

  • Un segmento narrativo a metà episodio appare un po’ pleonastico.