Locarno, giorno 8: La Grecia è vicina

Dai gustosi aneddoti narrati da William Friedkin nelll'incontro con il pubblico al divertente e impegnato Akadimia Platonos, film greco in concorso, gli ultimi giorni di Locarno si animano riservando anche piacevoli sorprese.

L'arrivo a Locarno del regista William Friedkin, che stasera in Piazza Grande riceverà il Pardo d'onore per la sua opera, ha già messo in subbuglio addetti ai lavori e non. Ieri Friedkin, noto per capolavori come L'Esorcista e Il braccio violento della legge, si è concesso al pubblico in un interessante incontro in cui ha spaziato tra cinema e società raccontando gustosi aneddoti sulla lavorazione de L'Esorcista e svelando che la prima attrice in lizza per interpretare la madre di Linda Blair nel film era nientemeno che la sofisticata Audrey Hepburn e che Jane Fonda, alla quale era stato sottoposto il copione, lo rifiutò bollandolo come "spazzatura capitalista". Scenari da fantacinema. Per niente fantastico, invece, l'appello di regista, produttori e interprete del gioiellino greco Akadimia Platonos, passato ieri in concorso. Se noi abbiamo i nostri tagli al FUS loro non sembrano passarsela molto meglio visto che lo stato greco ha stanziato undici milioni di euro per finanziare il Festival di Salonicco e solamente tre milioni per i film realizzati lo scorso anno. Da anni gli addetti ai lavori chiedono a gran voce che venga approvata una legge per favorire gli incentivi al cinema, ma lo Stato greco fa orecchie da mercante, così il regista Filippos Tsitos, portavoce della categoria, ha annunciato un pesante boicottaggio del Festival di Salonicco. I 22 film greci già pronti non verranno presentati al festival greco, ma circoleranno solo nel resto d'Europa. Un esempio da seguire anche in Italia dove, all'interno delle varie categorie professionali, vige il caos e nessuno è in grado di mettersi d'accordo con nessuno per difendere il proprio orticello.

Nonostante i gravi problemi economici che il cinema greco sta vivendo, il suo rappresentante in concorso si delinea come uno dei possibili vincitori. Una commedia ben girata e interpretata che riesce a parlare con leggerezza di temi come immigrazione, integrazione razziale, paura infantile dello straniero e del diverso e assenza della cosa pubblica. Un film che, però, è anche e soprattutto una storia d'amore e d'amicizia tra il protagonista, la 'faccia da cinema' Antonis Kafetzopoulos, e la madre, la ex fidanzata della cui perdita non riesce a rassegnarsi, gli amici perdigiorno che condividono con lui birra, calcio e pregiudizi, e con il fratello - vero o presunto - albanese che, come lui, ama il rock degli Status Quo. Una grande storia per una piccola e divertente pellicola che ci auguriamo entri a far parte del palmares.
Decisamente meno riuscito il francese Au Voleur, uno degli ultimi lavori dello sfortunato Guillaume Depardieu, deceduto nel 2008 per le conseguenze di una polmonite. Nel film Depardieu Jr. interpreta Bruno, un delinquente di piccola tacca che intreccia una storia d'amore con una disinvolta insegnante di tedesco. Il film contiene due anime profondamente diverse. La prima parte si svolge in una dimensione urbana, più precisamente nella periferia francese occupata da ex detenuti, ladruncoli e giovani che vedono nella piccola criminalità la via più facile per uscire dal ghetto. La seconda parte del film vede scomparire gli altri personaggi, a beneficio di Bruno e della sua compagna Isabelle (Florence Loiret Caille), la quale lo
segue in una rocambolesca fuga per sfuggire alla polizia che porterà i due amanti a inoltrarsi nella foresta. Una pellicola decisamente squilibrata caratterizzata da un'alternanza di toni e stili che spiazza lo spettatatore. Degne di nota le lunghe sequenze che mostrano il viaggio su una barca dei due protagonisti, sequenze ispirate a pellicole come La morte corre sul fiume o ai lavori di Raoul Walsh, accompagnate da una colonna sonora decisamente inusuale che mescola rock, folk e canti pigmei. La regista Sarah Leonor spiega di non aver voluto creare una sceneggiatura complicata "per porre l'accento sulla dimensione carnale. Il film presenta uno schema narrativo classico, c'è un rapinatore e c'è la polizia che lo insegue. Il tutto si conclude con una sparatoria finale, come nei più classici western. E poi c'è la bella di turno, un po' pazzerella".

La Piazza Grande ha ospitato, oltre al cortometraggio di Pippo Delbono Blue Sofa, e al film di Godard Passion, omaggio alla produttrice francese Martine Marignac, il tedesco Same Same but Different, pellicola ispirata a una storia vera incentrata

]sull'amore tra un ragazzo tedesco e una giovane prostituta cambogiana sieropositiva. Nel cast spicca la luminosa presenza della promessa David Kross il quale, dopo aver tenuto testa alla straordinaria Kate Winslet in The Reader, rappresenta l'anima di questo piccolo film non particolarmente originale, ma corretto nell'esecuzione del regista Detlev Buck. Da ricordare, inoltre, la proiezione ufficiale del documentario presente nella sezione Cineasti del Presente Musashi: the Dream of the Last Samurai, dedicato alla leggendaria figura vissuta nel '600, in una fase di transizione della storia giapponese. Il documentario animato, scritto dal genio nippponico Mamoru Oshii e diretto dal collega Mizuho Nishikubo, mescola con sapienza animazione tradizionale e computerizzata. Il risultato appassionerà senza dubbio gli esperti di storia giapponese e gli amanti di manga e anime.