Recensione Senza apparente motivo (2008)

Sette anni dopo 'Il diario di Bridget Jones', Sharon Maguire impugna la macchina da presa per vergare una lettera al 'Principe del terrore', attorno alla quale costruisce la storia di una donna la cui esistenza viene sconvolta da una tragedia.

Lettera a Osama

Dai toni lievi del Il diario di Bridget Jones alle parole affilate di una lettera indirizzata nientemeno che a Osama Bin Laden: sette anni dopo l'esordio alla regia cinematografica con la commedia ispirata al libro di Helen Fielding, la regista Sharon Maguire torna dietro la macchina da presa con una storia completamente diversa, ma ugualmente ispirata ad un romanzo, il dramma Incendiary di Chris Cleave. Ambientato a Londra, Senza apparente motivo - questo il titolo italiano dell'adattamento cinematografico - è la storia di una giovane donna (interpretata da Michelle Williams) sposata ad un artificiere e madre di un bambino piccolo, la cui esistenza viene sconvolta da una tragedia. Nonostante questo, dopo aver toccato il fondo, troverà il modo di ricostruire la propria vita, ripartendo da zero.

I sensi di colpa divorano l'anima della protagonista, che assiste in diretta alla morte di suo marito e suo figlio mentre loro sono allo stadio, per l'incontro Arsenal-Chelsea, e lei è a casa con l'amante, un giornalista sciupafemmine che ha il volto di Ewan McGregor. Per aiutarla a superare il dolore di una perdita così devastante, i medici che la seguono le consigliano di scrivere una lettera a Bin Laden: un suggerimento apparentemente ridicolo, ma che diventa il fulcro di tutto il film, che partendo dalla storia di una giovane donna come tante, sembra rivolgersi alla città di Londra, colpita dagli attentati nell'estate del 2005. E' una lettera vergata con energia e fierezza, quella che la protagonista scrive al capo di Al Qaeda, e mentre immagina la sua reazione entusiastica alla riuscita dell'attentato, gli ricorda che neanche Hitler è riuscito a distruggere Londra, "una città costruita sulle sue stesse macerie". Allo stesso tempo, riconosce che Osama non è l'unico responsabile dell'accaduto, e punta l'indice anche verso i leader occidentali, ugualmente colpevoli.

E' proprio questa lettera aperta al Principe del Terrore l'aspetto più interessante di Senza apparente motivo: pur rinunciando a prendere una posizione "di parte" sulla questione, il film è soprattutto un accorato incoraggiamento alla City - che adesso appare forse un po' fuori tempo, ma bisogna considerare che il romanzo è stato scritto da Leave proprio nel 2005 - che si fa voce attraverso le parole della protagonista. Per questo forse, i personaggi hanno un ruolo più marginale in questo contesto in cui contano più le parole e l'esile intreccio narrativo sul quale sono adagiate. La bella protagonista si lascia abbordare da un vicino di casa per sfuggire alla routine di una vita che senza suo figlio non avrebbe grandi stimoli, senza sapere che sarà proprio lui - una faccia da schiaffi che l'ha avvicinata per scommessa - a salvarla dal baratro, involontariamente. Durante il suo percorso di risalita, si renderà conto che nulla è ciò che sembra in apparenza, e che anche dietro una facciata di sicurezza possono nascondersi la vigliaccheria e la meschinità, come d'altra parte dietro un assassino può esserci una famiglia come tante, e un ragazzino che aspetta ogni giorno il ritorno di suo padre. Alle parole della donna si sovrappongono spesso (forse in maniera un po' troppo insistente) ritagli di immagini di vita vissuta e una sottile storyline mystery che si sviluppa e si conclude nella parte centrale del film, che è soprattutto un dramma. Tinte fredde e livide come il cielo di Londra per raccontare una storia dalla struttura semplice, e un'interpretazione convincente da parte della Williams nel ruolo di una donna in cerca di attenzioni, che poi si ritrova a cercare di sfuggire al rimorso e al dolore. Agli altri personaggi (e rispettive interpretazioni) non è lasciato spazio necessario per lasciare il segno, e fungono solo da scenario.

Movieplayer.it

3.0/5