L’equilibrio: l’importanza di agire

Vincenzo Marra torna a parlare di fede e criminalità, interrogandosi, grazie alla figura di un prete, Don Giuseppe, sulla necessità di agire anche quando tutto sembra portare a mantenere un equilibrio che fa più male che bene.

"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi"

L'equilibrio: Mimmo Borrelli in una scena del film
L'equilibrio: Mimmo Borrelli in una scena del film

La frase di Tomasi di Lampedusa in Il Gattopardo, al cinema pronunciata da Alain Delon nei panni di Tancredi nell'omonimo film di Luchino Visconti, riassume in poche parole una dinamica tipicamente italiana: quella di ancorarsi a regole non scritte vecchie di centinaia di anni, cercando di mantenere i privilegi di pochi a discapito della grande maggioranza, pur di coltivare il proprio interesse sempre e comunque.

Che l'Italia non sia un paese per giovani si dice da sempre, basta vedere l'età media dei nostri politici e l'attaccamento, quasi compulsivo, alla poltrona della maggior parte delle figure professionali di spicco, che, pur ormai in pensione, preferiscono continuare a lavorare pur sapendo di togliere spazio alle nuove generazioni. Se questo discorso è spinoso quando si parla di politica e mondo della cultura, diventa intricatissimo se avvicinato alla Chiesa: quasi sempre immune da ogni critica e riflessione, la Chiesa cattolica difficilmente condivide con il mondo i propri problemi e contraddizioni interne, preferendo "lavare i panni sporchi in casa".

L'equilibrio: Mimmo Borrelli in un'immagine tratta dal film
L'equilibrio: Mimmo Borrelli in un'immagine tratta dal film

Vincenzo Marra, cresciuto secondo gli insegnamenti della religione cattolica e appartenente a una famiglia in cui sono presenti diversi sacerdoti, riflette da sempre sulla Chiesa e sulla fede, come dimostra il suo secondo cortometraggio, La vestizione (1998), e ora, a quasi vent'anni di distanza, ha finalmente trovato la giusta storia per parlare del ruolo della fede oggi. Con L'equilibrio, presentato nella sezione Giornate degli Autori della 74esima Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia, dal 21 settembre nelle sale italiane, Marra applica la frase di Lampedusa alla Chiesa, grazie alla figura di Don Giuseppe (Mimmo Borrelli), prete per anni missionario in Africa, che non si trova a suo agio a Roma e chiede quindi di essere trasferito in Campania, nel suo paese d'origine.

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Uscire dall'immobilismo

L'equilibrio: Mimmo Borrelli in un momento del film
L'equilibrio: Mimmo Borrelli in un momento del film

Arrivato a Napoli Don Giuseppe si ritrova a sostituire Don Antonio (Roberto Del Gaudio), prete carismatico amatissimo dai fedeli, promosso a Roma per la sua capacità di trascinare le folle, che dà immediatamente un consiglio al protagonista: "Tu sai che qua la situazione è complicata, quindi mantieni l'equilibrio". Un consiglio da gattopardo. Tanto quanto è amabile Don Antonio, così è schivo, riservato, quasi monolitico, anche nella postura, Don Giuseppe: incapace di chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie che gli si presentano ogni giorno, il prete cerca di seguire la sua missione senza farsi influenzare da fattori esterni, finendo però per inimicarsi sia la criminalità organizzata, con cui non vuole scendere a compromessi, sia i fedeli, che non ci stanno a rischiare la propria incolumità per amore di ideali astratti e lontani dalle loro miserie quotidiane.

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L'equilibrio: Mimmo Borrelli e Roberto Del Gaudio in una scena del film
L'equilibrio: Mimmo Borrelli e Roberto Del Gaudio in una scena del film

Con rigore formale, senza mai scadere nel sensazionalismo e nel patetico, Marra penetra a fondo nel territorio campano, cercando di rimanere quanto più possibile aderente alla realtà, senza dare giudizi, mostrando come la quotidianità sia fatta di contrasti e di tutte le sfumature nel mezzo: in posti dove le alternative e le possibilità non sono tante, assumersi la responsabilità delle proprie azioni diventa non solo un atto di coraggio, ma un vero e proprio salto della fede. Pur sapendo che la sua ostinazione nel voler dare una mano anche a chi non vuole essere aiutato è quasi cieca, Don Giuseppe prosegue testardo, perché capisce che l'importante è uscire dall'immobilismo, cercare di fare qualcosa, provare a far capire agli altri che un mondo diverso è possibile.

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L'equilibrio: Astrid Meloni e Mimmo Borrelli in una scena del film
L'equilibrio: Astrid Meloni e Mimmo Borrelli in una scena del film

Grazie a un finale spietato nella sua verosimiglianza, L'equilibrio è un film che pone allo spettatore diverse domande, le cui risposte vanno cercate nella parte più nascosta di noi stessi, quella che ci fa chiedere: "Io in una situazione del genere che avrei fatto?". Marra, e qui sta la sua forza, non ci espone una tesi, ma è chiaro che fa il tifo per questo uomo modesto, che cerca semplicemente di perseguire al meglio il suo percorso, diverso perché fedele alla sua natura, che cerca la giustizia e l'amore. Uomini così sono rivoluzionari, perché sconvolgono un equilibrio che, a volte, fa più male che bene.

Movieplayer.it

3.0/5