Le colonne sonore di The Ring e The Ring 2

L'atteso compact disc con i temi principali dei due film, alterna buoni momenti a spunti non propriamente originali, anche se pur sempre accattivanti.

L'uscita di The Ring nelle sale cinematografiche avvenne senza la pubblicazione dell'immancabile cd con i brani della colonna sonora. Questa lacuna è stata colmata con l'approdo sul grande schermo di The Ring 2. L'album in questione rappresenta una sorta di riassunto delle musiche presenti nei due distinti episodi, accomunando le prove di Hans Zimmer (reduce dalla collaborazione con James Newton Howard per la colonna sonora, dall'esito strepitoso, di Batman Begins), Henning Lohner e Martin Tillman.

La natura di suite impressa all'album si respira già dal primo brano (il più lungo del cd). The Well, infatti, stabilisce da subito le coordinate generali del soundtrack, proponendo i tre temi principali che ci accompagneranno per tutto il film: la tenera e malinconica lullaby al pianoforte che passerà in seguito agli archi, il malefico carillon che echeggia quelli ben più noti de L'esorcista e di Suspiria ed, infine, un tema sussultante, nervoso e minaccioso, soprattutto per l'apporto delle sonorità gravi degli archi. Se in The well questi tre temi vengono elaborati in modo abbastanza lineare (notate come il tema lirico conclusivo sia, in realtà, una variazione del primo tema), in altri brani le scosse telluriche intorbidano le acque. Come nel secondo brano, Before You Die You See the Ring, dove lacerti dei temi precedenti fanno la loro fantasmatica comparsa. In This Is Going to Hurt (track 3) compare un insistito svolazzo accordale del violoncello, accompagnato ben presto dai singulti degli altri archi, che concorre ad accrescere la tensione. La quarta traccia, Burning tree, ripercorre tutti i temi ascoltati in precedenza (affascinante risulta essere la sovrapposizione del trillo del violoncello al motivo del primo tema) ma con una sosta nel mezzo che apre nuovi orizzonti (un insieme di effetti agli archi memori delle condensazioni materiche di autori come Ligeti o Penderecki, che i cinefili hanno potuto apprezzare grazie a Stanley Kubrick). Il quinto brano (Not your mommy) propone, invece, il tema principale supportato da ostinati ritmici che ricordano La sagra della primavera di Stravinsky (e, per questa via, anche il Bernard Herrmann di Psycho). In Shelter Mountain (sesta traccia) ad un'introduzione pacata, serena e di attesa seguono nuovamente tremiti e sonorità stridule ed incalzanti per poi far posto in The Ferry ad un violino solista (con un'altra variazione del primo tema) che anticipa un crollo a piena orchestra a cui segue un ritmo pseudo-tribale. I'll Follow your Voice (track 8) rende più rarefatto il discorso musicale, con sonorità irreali, magiche (quasi un velato impressionismo alla Debussy), ma con un'accensione finale sulla quale, in pratica, si conclude l'album. Si, perché i quattro brani restanti (che rielaborano ancora una volta i tre temi principali) sembrano un po' avulsi dal contesto generale del cd. She Never Sleeps gioca infatti la carta della techno, approccio ripetuto anche dalla successiva Let the Dead Get In con in più un ritmo maggiormente incisivo. Seven Days presenta dei temi accelerati e la voce di Samara che sussurra al telefono "seven days" (per la possibile gioia dei teenagers), mentre la conclusiva Television include anche un chitarrone elettrico stile heavy metal.

Il cd di The Ring e The Ring 2, alla lunga potrebbe annoiare i palati musicali più delicati, avvezzi a colonne sonore più intriganti. I momenti interessanti però non mancano e potrebbe fare la felicità dei tanti patiti dell'horror, pur se, nel complesso, si tratta di un soundtrack che non brilla particolarmente di originalità rispetto ad altre prove recenti (quella del già citato Batman Begins su tutte).