Lanterna Verde: Peter Sarsgaard ci racconta il 'nemico'

In occasione dell'arrivo in home entertainment del film di Martin Campbell, la nostra intervista all'attore che interpreta la controparte malvagia dell'eroe Ryan Reynolds.

Uno degli underdogs più quotati di Hollywood, sposato con un'altra attrice avvolta da un'aura di mistero - Maggie Gyllenhaal - è la mente criminale che tenta di ostacolare in ogni modo Hal Jordan, alias Ryan Reynolds in Lanterna Verde, nel colossal che approderà in home entertainment il -----. Peter Sarsgaard, che spesso predilige film indipendenti e ruoli complessi e "cerebrali", in questo caso veste il "capoccione", è il caso di dirlo, del malvagio Hector Hammond.

Peter, come è stato girare il film per metà con questo testone gigante?
Peter Sarsgaard: Impegnativo, molto impegnativo. Un caldo soffocante, un peso - in testa ovviamente - notevole, tutto appiccicoso per il cerone, le colle e il silicone... un incubo insomma. Inoltre nessuno ti vede le espressioni facciali con tutto quel silicone quindi devi forzare molto le i movimenti del volto, e io non sono certo uno che viene citato per la sua recitazione sopra le righe, immagino lo sappiate, quindi... impegnativo come dicevo.
Però è stato molto interessante perché mi sono dovuto "forzare" a fare cose fuori dai miei registri abituali ed è stata una bella sfida.

Quindi una fatica fisica e psicologica...
Sì, alla fine della giornata avevo tutti i muscoli del collo e delle spalle irrigiditi e non riuscivo a girare la testa. Il capoccione era molto pesante tra silicone, protesi, e una placca metallica dentro che lo teneva insieme. Il trucco durava 4 ore, mi alzavo alle 3 per essere pronto alle sette, giravo e poi ore per levare il trucco, doccia e a letto per giorni, una vita da asceta!
Altra cosa molto "disturbante" è che non sei in grado di vedere la tua stessa faccia per giorni e non è una bella cosa. Anche senza maschera non mi sentivo me stesso perche ero completamente sbarbato e senza capelli per facilitare le fase di trucco. Una sorta di alieno!

Quanto ti sei immedesimato molto nel personaggio?
Io non riesco a scindere molto l'esperienza attoriale dal prodotto, nel senso che mi ci calo molto quindi ho sentito molto il personaggio e le sue turbe.
Quando in un film così c'è un vero "cattivo" tutti lo individuano e anche tu sai di esserlo.
Voglio dire in un film come An Education il mio non era certo un personaggio positivo, un tizio che seduce e porta a letto le donne non è un modello, ma nemmeno qualcuno che i bambini additano per strada, questo invece è proprio il classico mostro, quanto meno nell'aspetto.

E ti è piaciuto?
Mi sono divertito molto a fare questo personaggio, è un po' come avere a che fare con un teenager, nel senso che ha delle pulsioni non filtrate, agisce come un bambino, insomma è qualcuno che non è mai cresciuto.

Come lo hai caratterizzato?
Bisogna sempre lavorarci, pensate a Heath Ledger con il suo Joker, la cicatrice che aveva in faccia parlava da sola del background del personaggio.
Anche qui bisogna dargli un background delle motivazioni, io mi sono creato una storia per il mio personaggio e le sue motivazioni. Quando si compiono delle azioni ci sono sempre motivazioni, qui credo che il motore è l'invidia, che peraltro io credo sia uno dei sentimenti peggiori dell'uomo, da non confondersi con la gelosia.
La gelosia è il desiderare qualcosa che qualcuno ha, l'invidia invece ti fa desiderare non solo quello che ha qualcun altro, ma che quella persona cada in disgrazia, gli auguri il male peggiore.

Come sei arrivato a questo film, ti ha voluto Martin, lo studio, Ryan...
Martin mi ha cercato e a me è piaciuta dopo che mi ha descritto il film per due ore, ma mi ha descritto ogni singola scena. A quel punto ho pensato: "Se ha già l'intero film in testa, è chiaramente entusiasta del progetto e ci crede, voglio lavorare con lui!".
Non mi piace l''idea di lavorare a un film di questa portata con un regista che cambia idea sul set, avete presente quelli che arrivano e dicono: "Stamane ho deciso che facciamo una nuova cosa", ecco quelli non vanno bene per questi film e io non voglio trovarmi in un set così. E poi se voleva proprio me è anche lusinghiero.

Che ne pensi del prodotto finito, lo hai visto?
Sì, credo che non sia un film sul genere de Il cavaliere oscuro, cupo e violento, ma qualcosa di più leggero. Il giusto intrattenimento anche per i ragazzi. Io non porterei i miei figli piccoli a vedere Batman, è troppo cupo e violento, è un noir quasi, ma li porterei a vedere Lanterna Verde, c'è commedia, azione... è perfetto.
Ecco, ad esempio Rango è ottimo, è un po' surreale, ha dei personaggi brutti, ma che non spaventano, fa ridere, c'è azione, un po' il Lanterna Verde dei cartoni animati.

Dopo questa esperienza rifaresti un film sui supereroi con tutta questa CGI e tanto tanto green screen?
Sì, lo rifarei. Non vedo molta differenza tra recitare davanti ad un green screen o ad un paesaggio bucolico. Ovvio che un conto è parlare ad un altro attore che reagisce a te, un altro è rivolgersi ad una pallina da tennis, comunque sempre recitazione è ed io sono un attore, è il lavoro per cui mi pagano, quindi devo fronteggiare le sfide.

C'è qualche ruolo particolare o personaggio che ti piace fare?
Non ci sono dei ruoli specifici che voglio fare con una sola eccezione. Un giorno mi piacerebbe vestire i panni di Iago nell'Otello, a teatro.

Preferisci il teatro al cinema?
Ho fatto molto teatro, perché mi piace recitare a contatto con il pubblico, preferisco piccole sale da 200 persone circa in modo che puoi sentirti più vicino e senti la vera differenza tra un film e il teatro, loro possono vedere chiaramente i sentimenti che vuoi esprimere.

Sei in scena con tua moglie, come riesci a conciliare la cosa?
Essenzialmente non devi parlare della performance e delle cose legate al tetro quando ne sei fuori, insomma non devi portarti il lavoro a casa. Io preferisco alla fine della pièce andarmene a casa facendo jogging così quando arrivo, e Maggie è già li perché torna in auto, ho smaltito la tensione e ci siamo lasciati alle spalle la cosa.

Quanto peso ha la famiglia sulle tue scelte?
Molto, io e Maggie cerchiamo sempre, per quanto possibile, di non lasciare solo il piccolo, inoltre anche di stare un po' insieme e quindi a volte devi scartare anche un buon copione perché non puoi farlo in quel periodo. Mi è successo proprio ultimamente con un film che poi è andato addirittura in nomination all'Oscar per quel ruolo, ma Maggie era sul set a Londra, avevo appena licenziato la tata e quindi...
In ogni caso le opportunità tornano e non ti rovinerai mai la carriera per aver detto un no. Ho deciso di lavorare meno per dare spazio alla mia famiglia, magari così avrò una carriera più lunga.

E adesso quali progetti hai?
Parteciperò ad un film su ecoterroristi che vogliono minare una diga. Non vogliono uccidere nessuno, ma cambiare il mondo. La cosa bella è che mi sono sentito così coinvolto che faccio il tifo per loro. Queste persone vedono che degli speculatori vogliono distruggere una foresta di alberi che hanno 300 anni e cercano di fare di tutto per salvarli. Sono persone normali che di fronte all'immobilità del sistema e all'incapacità di difendere la natura diventano attivisti.
Alla fine li capisco, o meglio capisco come una persona possa arrivare a quel punto, come possa radicalizzare la cosa. Quindi ho deciso che potevo recitare nel film, perché capivo le motivazioni del personaggio e non lo avrei reso un "villain", ma una persona normale che ha superato i limite. Se il 95% degli scienziati ti continua ad avvisare che stai distruggendo il tuo pianeta, ma nessuno fa nulla, è un po' frustrante.
C'è una pistola puntata alla testa del nostro Pianeta, ma nessuno sembra rendersene conto.