Lanterna Verde al cinema: parla Martin Campbell

La nostra intervista al regista di Casino Royale, che ci presenta il suo atteso comic movie, in arrivo nelle sale italiane il prossimo 31 agosto.

Martin Campbell è un regista neozelandese che ha saputo ritagliarsi la sua autorevolezza ben prima del fenomeno Peter Jackson /WETA, non per niente gli fu affidata la rinascita del mito inglese per antonomasia: James Bond, da lui riportato ai fasti che merita con il riuscito Casino Royale nel 2006, undici anni dopo il suo debutto con Bond con GoldenEye.
Oggi la Warner ha messo nelle sue mani il primo dei sue supereroi di "seconda fila". Dopo le alterne vicende di Batman e Superman, è il momento di Lanterna Verde, supereroe dotato di un anello che gli permette l'inimmaginabile, e che con queste premesse a ben pensarci potrebbe suonarle un po' a chiunque.

Come è nato questo Lanterna Verde?
Martin Campbell: Credo che mi abbiano scelto perché ho realizzato molti film d'azione, ma molto differenti tecnicamente. Qui il lavoro prevede molta CGI, visto che abbiamo addirittura un intero pianeta da ricostruire artificialmente, inoltre la cosa interessante è che Hal Jordan non è assolutamente la persona che ti aspetteresti essere un supereroe. La storia è fondata anche su questo aspetto.

Molti supereroi sono già al capitolo quinto o sesto al cinema, è difficile dover dirigere un primo episodio, un assoluto debutto?
Il punto è che i franchise rappresentano spesso un successo commerciale, e quindi un affare.
Quando ti trovi a dirigere un sequel è vero che hai già la strada tracciata e il personaggio è noto, ma corri altri rischi. Prendiamo il caso di James Bond, se fai un pessimo lavoro è una tragedia perché tutti hanno delle aspettative!
Devi accontentare i fans, devi fare un buon film è questa la sfida.
Qui si tratta di un personaggio meno noto, con un'eco minore a un Superman e un Batman, che non ha una "mitologia" così complessa. Puoi presentarlo bene, puoi creare il suo mondo e poi è affascinante ha un anello che fa la qualsiasi, è un pilota...

Ci sono molti altri film di supereroi in giro di questi tempi, non pensi che il pubblico possa essere un po' stanco di questa inflazione?
Io credo che questo sia un po' diverso. Ha un tono decisamente più leggero, non è dark come Batman, è un po' Iron Man, ma è più umano e molto aderente al fumetto e all'idea che mi sono fatto dei fumetti, e credo che Ryan Reynolds sia perfetto per il ruolo.

Perché hai deciso di prendere lui?
Lo avete visto? E' perfetto. E' in grado di essere brillante o drammatico e soprattutto ha dei tempi comici eccezionali. E' divertente.
E poi ha il "fisico", diciamocelo, se ha passato parecchie ore in palestra è tornato in forma come ai tempi di Blade!

Qual è stata la del film sequenza più difficileda girare?
Beh, molte scene d'azione avevano come protagonista Ryan che le ha fatte di persona e un paio di volte ha rischiato di farsi male, ma alla fine direi quelle digitali dove non ci sono punti di riferimento. A livello di clima molte di quelle all'aperto sono state impegnative per la troupe perché faceva un caldo infernale ed era molto umido.

Perché non avete girato in 3D?
Il film è un sorta di ibrido in effetti, perché tutte le scene in CGI in effetti sono 3D effettivo, mentre il girato è stato lavorato in post produzione. In realtà io preferisco il classico modo di girare, ma lo studio voleva il 3D, più adatto a questa storia, e quindi eccoci qui.
Ne abbiamo parlato molto e ovviamente si è discusso molto della conversione e del prodotto finito. So che ci sono varie scuole di pensiero, ma credo che dall'Avatar di Cameron la tecnologia è andata avanti e si possa fare dell'ottimo post-3D. Comunque sono molto contento del prodotto finito e poi ora lo fa anche lui con Titanic.

Alla fine tu però cosa preferisci?
Io preferisco il 2D. Avatar è un film fantastico, ma è stato concepito per essere 3D. Lo preferisco anche perché mi piace vedere i film in 2D, per luminosità, effetto, è una questione di gusti.

Ho sentito che preferisci lavorare alla postproduzione piuttosto che girare, anche perché è in quella fase che dai forma al film.
C'è molta postproduzione in opere di questo genere, e il produttore lo sa bene, ha pagato per quello. Girare è un processo bello, ma duro. In post sei alla fine del girato e finalizzi, questo ti da una scarica in più. In un film come questo però la situazione è molto diversa, praticamente inizi un nuovo film tanto è il lavoro che devi affrontare in postproduzione.
E' come rigirare completamente anche perché molte cose sono solo "green screen". Aspetti mesi e mesi per vedere qualcosa di finito, è anche un po' frustrante. Mandi avanti le tue indicazioni e ti tornano spezzoni pronti ma non ancora finiti su cui devi rimettere mano con nuovi effetti, anche se i passaggi sono stati tutti necessari.
Stavamo chiusi tutti i giorni in un cinema a rivedere i dettagli dei singoli montaggi; affascinante direi.

Pensi di tornare in futuro a un thriller come Legge criminale visto che di solito realizzi per lo più grandi action?
Quello era un gran bel film, sebbene con un budget piccolissimo, 3 milioni di dollari se non ricordo male girato in soli 40 giorni, però con un ottimo cast, Gary Oldman, al suo primo film "americano" se non ricordo male - come me del resto - e Kevin Bacon non ancora star. Certo se trovassi un gran bello script, che so, come Doppio taglio, un film di quasi trent'anni fa molto interessante, allora lo farei sicuramente.