Recensione L'occhio del ciclone - In the Electric Mist (2008)

Nonostante la sceneggiatura, che resta il vero punto debole del film, In The Electric Mist è recitato da un cast perfetto nel quale primeggia un ottimo Tommy Lee Jones.

La verità oltre la nebbia

Per la sua prima opera in terra americana, il regista francese Bertrand Tavernier porta sullo schermo un romanzo di James Lee Burke - pubblicato in Italia con il titolo L'occhio del ciclone - scrittore finora arrivato al cinema solo con il trascurabile Omicidio a New Orleans, film che condivide con questo In The Electric Mist il protagonista Dave Robicheaux. Dave è un detective di New Iberia, Lousiana, che si trova ad indagare contemporaneamente su due casi molto distanti tra loro, quello di un brutale serial killer di giovani donne e quello di un uomo di colore in catene ucciso quarant'anni prima. Apparantemente slegati, i due casi in realtà finiranno con l'intrecciarsi in una trama intricata in cui si inseriscono anche due giovani star del cinema, un malavitoso chiamato Babyfeet e un'agente FBI di origine messicana.

E' proprio la sceneggiatura, fittissima di personaggi ed avventimenti, spesso lasciati aperti e senza una reale conclusione, il punto debole di un film che si presenta come il più classico dei polizieschi americani ma che in realtà ha un tono molto più vicino al gusto europeo, lontano dalla modernità delle più recenti pellicole statunitensi. Ed è certamente questo il motivo per cui il film ha avuto una post-produzione lunghissima mentre è mancata finora una release nonostante le riprese siano terminate quasi due anni fa: Tavernier è rimasto fedele al romanzo riuscendo a ricreare l'atmosfera magica e spettrale della Louisiana, i suoi bizzarri personaggi e l'umorismo secco ma pungente di Robicheaux, ma l'ha fatto a modo suo, senza scendere a troppo compromessi e realizzando così un film - sia pure d'intrattenimento - personale e non banale, intrigante proprio grazie alle sue imperfezioni.
Assolutamente perfetto è invece l'intero cast che può vantare un perfido John Goodman e una lieve Mary Steenburgen, le due giovani "star" Peter Sarsgaard e Kelly McDonald ma soprattutto un magnifico Tommy Lee Jones in un'interpretazione perfetta che non può che farci ancora una volta riflettere sull'unicità di questo attore: quanti interpreti possono di fatto essere considerati alla pari di un caratterista (il ruolo che interpreta qui è fondamentalmente lo stesso de Le tre sepolture di Melquiadez Estrada, Non è un paese per vecchi e altri film della sua più recente carriera) e al tempo stesso una "primadonna" in grado di reggere sulle proprie spalle un'intera pellicola? Non esiste attualmente un altro attore in grado di fare e rifare lo stesso personaggio senza stancare mai, e anzi riuscendo ogni volta, grazie a tanti piccoli dettagli, a rendere uniche ed emozionanti le proprie performance.

Movieplayer.it

3.0/5