La vendetta secondo Johnnie To

Abbiamo incontrato il maestro del cinema hongkonghese giunto stamattina per la prima volta in Italia per ricevere dalle mani di Dario Argento il Leone Nero, vinto al Courmayeur Noir in Festival lo scorso dicembre con Vendicami, il gangster-revenge-movie di cui ci ha parlato che sarà nelle sale italiane venerdì 30 aprile distribuito da Fandango.

Doveva essere Alain Delon a tornare nei 'suoi' panni storici di Frank Costello dopo i classici di Melville degli anni '70, ma dopo un promettente inizio di collaborazione tra il fascinoso attore e il celebrato regista di culto Johnnie To, il progetto di Vendicami sfuma per disaccordi sulla sceneggiatura. E quando tutto sembrava andare a monte ecco l'idea di chiamare al suo posto Johnny Hallyday, celebre cantante rock e attore francese, che ha accettato subito il ruolo da protagonista nei panni di un killer in pensione di nome Costello, un uomo ormai anziano ma dallo stesso sguardo di ghiaccio di un tempo, un uomo misterioso giunto dalla Francia a Macao per vendicare l'omicidio della figlia, del genero e dei nipotini barbaramente assassinati da una banda di affiliati della Triade. Ha un passato difficile ed una pallottola in testa che gli causa frequenti perdite della memoria e lui, per ovviare all'inconveniente, si aiuta a ricordare scattando delle Polaroid sulle quali appunta nomi e azioni da intraprendere. Per raggiungere il suo scopo è pronto a spogliarsi di tutti i suoi averi e a cederli ad un gruppetto di malviventi che sanno come raccogliere informazioni e scoprire chi e perchè ha ordinato l'uccisione dei suoi cari. Ufficialmente è uno chef, titolare di un ristorante sugli Champs-Elysées, ma vent'anni fa era un killer, anche se nessuno conosce nei dettagli il suo passato.

In occasione della sua visita italiana per la presentazione del film, il brillante cineasta di Hong Kong incontrerà tutti i suoi fans durante la Maratona Johnnie To, una proiezione no-stop di quattro dei suoi film più celebri durante la quale firmerà autografi e risponderà alle domande del pubblico, un evento ad ingresso libero che avrà luogo domani sabato 24 aprile a partire dalle ore 16 presso il Politecnico Fandango di Roma.
Giunto a Roma in una caotica giornata di pioggia il regista, che proprio ieri ha compiuto 55 anni, ha ritirato stamattina dalle mani del grande Dario Argento (storico membro del comitato d'onore e tutore da sempre del Courmayeur Noir in Festival) il Leone Nero che Vendicami ha vinto per essere riuscito ad omaggiare in un sol colpo sia il classico americano che il noir francese, il tutto insaporito dall'inimitabile tocco action di To. Nel cast di Vendicami (visitando il sito ufficiale del film potrete trovare molte altre informazioni e godere di una speciale navigazione realizzata in 3D), anche la bravissima Sylvie Testud (memorabile interprete di Lourdes) e il gruppetto di attori cui Johnnie To si affida ormai regolarmente per i suoi noir 'alla francese'.

Signor Argento, ha avuto modo di vedere Vendicami? Le è piaciuto?

Dario Argento: E' sicuramente un film molto interessante, l'ho trovato piacevole e pieno di vita come tutto il cinema di Johnnie To, un gustoso mix tra western, noir alla francese e poliziottesco italiano. Sì, mi è piaciuto moltissimo e mi ha appassionato molto, ci ho riconosciuto molto del cinema che faceva Peckinpah, considero Johnnie To uno dei talenti più interessanti che ci sono attualmente in Asia.

Signor To, si riconosce in queste parole di Dario Argento?
Johnnie To: Quando faccio un film lo faccio senza pensare al tipo di cinema che voglio omaggiare o ai vecchi film con cui sono cresciuto, l'idea che ho in mente magari si può ispirare a qualcosa di già visto ma il modo in cui io la realizzo è del tutto personale, moderna oserei dire.

Ci racconta l'idea da cui è nato questo personaggio e il film?
Johnnie To: Volevo realizzare un film che parlasse di vendetta, di quanto sia un sentimento che a volte perde totalmente di senso perchè il tempo aiuta a dimenticare. Il protagonista è un uomo dal passato difficile, uno che ha sofferto intensamente, i suoi occhi raccontano storie che la sua mente ha dimenticato. Ha una pallottola in testa che non sono riusciti ad estrarre che gli causa perdite della memoria e all'improvviso non si ricorda più nulla di quel che ha fatto anche solo qualche ora prima nè delle persone che ha incontrato ma questo non lo ferma, anche se non ricorda bene il perchè vuole riuscire a vendicare la sua famiglia e ad esaudire il desiderio di vendetta di sua figlia.

Come ha scelto Johnny Hallyday? Ha pensato il personaggio di Costello pensando a lui o all'attore che originariamente doveva interpretarlo e cioè Alain Delon?

Johnnie To: Dopo aver letto la sceneggiatura Alain decise di voler uscire fuori dal progetto, io ci rimasi veramente male anche perchè tutti ad oggi si complimentano con me per il film e per la caratterizzazione dei personaggi, e tuttora non capisco il suo disappunto. A quel punto abbiamo dovuto capire se lasciare da parte il progetto o riniziare tutto da capo per trovare un altro attore. Poi mi hanno parlato di Johnny, ho visto qualche suo DVD di film e concerti e sono corso a Parigi per incontrarlo. Sarebbe stata la sua prima esperienza in Asia, non c'era mai stato prima di allora e lì ho capito che sarebbe stato perfetto per il personaggio di Frank, un uomo spaesato e sperduto in giro per i dintorni di Hong Kong, in una città in cui quasi nessuno parla inglese. Il personaggio lo avevo scritto, cercavo qualcuno pronto ad entrarci dentro e a farlo suo, e lui è stato grandioso, ha conferito a Frank l'umanità che volevo, lo ha reso davvero commovente.

Qual'è stata la cosa più difficile che le è capitata durante la lavorazione di questo film? Forse il fatto che ha girato interamente in inglese?
Johnnie To: Assolutamente no, per me non cambia molto il girare in una lingua piuttosto che in un'altra, per gli attori di Hong Kong è stata dura invece. La vera difficoltà per me è stata quella di girare per la prima volta con una sceneggiatura scritta, di solito lavoro con un copione mentale e lo sceneggiatore scrive mentre giriamo. Stavolta la produzione ha voluto che trama e dialoghi fossero scritti prima e devo dire che non è stato affatto male lavorare così, la cosa mi ha permesso di prendere in considerazione le idee di chi legge e quindi di arricchire passo dopo passo la sceneggiatura. All'inizio sei tu il capo, colui che tiene il film in piedi, poi dopo qualche giorno è il film stesso che prende vita, inizia a decidere da solo.

E' vero che nessun altro degli attori conosceva lo script ma solo Hallyday?
Johnnie To: Sì è vero, volevo che gli attori fossero naturali e più spontanei possibile. Non volevo dar loro il tempo di creare personaggi troppo uniformi, in questo modo gli viene presentato giorno per giorno quel che devono fare e loro recitano di conseguenza. Trovo che sia la cosa migliore in questi casi.

Quanto conta il cibo e il mangiare nella sua filmografia? Anche questo film fa venire fame come tutti gli altri, il protagonista si spaccia addirittura per uno chef...
Johnnie To: Quando giro un film è normale che nella sceneggiatura ci si possa leggere anche un po' di come sono io nella mia vita privata. Tutti sanno quanto mi piace mangiare, penso che il mangiare tutti insieme intorno ad un tavolo sia sempre il modo migliore per risolvere le questioni, che siano di lavoro o problemi di vita privata. Mi piace raccontare storie ed ascoltarle mentre si mangia, parlare di cinema, di musica, di politica. Riprendere un pasto è il modo più semplice di mettere in risalto i legami tra le persone, mangiare insieme è una forma di scambio, un'azione semplice che ne racchiude tante altre, mangiare è segno di vita.