Mr. Gaga: Ohad Naharin, la danza e la vita

Dopo un lungo percorso di un anno in decine di festival cinematografici di tutto il mondo, arriva in Italia distribuito da Wanted l'acclamato documentario di Tomer Heymann sull'israeliano Ohad Naharin, uno dei più significativi coreografi attualmente in circolazione.

Considerato da Variety "il più stimolante documentario per gli appassionati di danza moderna dai tempi di Pina 3D di Wim Wenders", Mr. Gaga va in realtà ben oltre questa definizione. Per quanto si tratti senza dubbio di uno dei lavori cinematografici più intriganti e riusciti degli ultimi anni sul mondo della danza, infatti, grazie al perfetto connubio tra indagine di un'espressione artistica e intimo ritratto della carismatica figura di Naharin, il documentario è in grado di interessare una platea di gran lunga più ampia rispetto a quella circoscritta degli amanti della scena performativa.

Mr. Gaga: una bella immagine tratta dal documentario
Mr. Gaga: una bella immagine tratta dal documentario

L'arte e la vita di Ohad Naharin

Il talentuoso Tomer Heymann, vincitore all'ultima edizione del Festival di Berlino del Premio del Pubblico della sezione Panorama con Who's Gonna Love Me Now? (intenso documentario su un uomo israeliano affetto da HIV costretto a iniziare una nuova vita poiché respinto dalla propria comunità), racconta arte e vita di Ohad Naharin alternando con notevole sapienza drammaturgica una gran quantità di materiali eterogenei. Dalle immagini in Super 8 dell'infanzia e del passato di Ohad alle testimonianze dei genitori, di danzatori, coreografi ed estimatori (c'è anche una breve apparizione di Natalie Portman), passando per affascinanti riprese di alcuni celebri spettacoli del coreografo e delle prove in cui il nostro osserva e guida i ballerini della propria compagnia. Al centro del lavoro, però, ci sono la voce, il volto e il corpo dell'artista israeliano, che si apre agli spettatori per rivelare la propria visione della danza e del mondo.

Mr. Gaga: un primo piano di Ohad Naharin
Mr. Gaga: un primo piano di Ohad Naharin

Gaga: linguaggio e pedagogia di movimento

La danza è nella mia vita da che ho memoria di me stesso. Non come carriera, ma come qualcosa che amo, qualcosa che mi eccita, qualcosa che amo guardare e amo fare. L'idea di un piacere fisico derivante dall'attività fisica è sempre stata parte integrante della concezione di me stesso in quanto essere vivente.

Mr. Gaga: un'immagine del documentario
Mr. Gaga: un'immagine del documentario

Trasferitosi a New York nella seconda metà degli anni Settanta su invito della rivoluzionaria coreografa Martha Graham, che lo aveva notato durante una visita in Israele, Naharin prima lavora per un breve periodo con la Graham e il noto coreografo Maurice Béjart e poi frequenta contemporaneamente le prestigiose scuole di danza della Julliard e dell'American Ballet. Si inizia così ad affermare negli Stati Uniti, dove sposa Mari Kajiwara, prima ballerina dell'importante compagnia di Alvin Ailey. Sarà però solo con il ritorno in Israele come direttore artistico della Batsheva Dance Company, a partire dal 1990, che Ohad inizierà a maturare il suo personale linguaggio performativo conosciuto con il nome di Gaga. "Un linguaggio e una pedagogia di movimento", come ama definirlo, che lo ha reso noto a livello mondiale e che, non basandosi su tecniche e metodologie prestabilite, si fonda su un intimo ascolto del corpo funzionale a liberare sentimenti ed emozioni in modo originale, non mediato e inaspettato.

Un ritratto profondo, potente e appassionante

L'unicità di Gaga sta nel fatto che richiede di ascoltare il proprio corpo prima ancora di dirgli cosa fare. E la consapevolezza che ogni giorno dobbiamo oltrepassare i limiti che conosciamo.

Mr. Gaga: due danzatori in azione
Mr. Gaga: due danzatori in azione

Seguendo questo peculiare approccio, negli ultimi tre decenni Naharin ha dato vita a numerosi spettacoli che hanno avuto notevole impatto sulla scena internazionale (solo per citarne alcuni: Kyr, 1990; Mamootot, 2003; Hora, 2009; Sadeh21, 2011; The Hole, 2013; Last Work, 2015), di cui nel documentario è possibile apprezzare una serie di frammenti inseriti con encomiabile efficacia all'interno della narrazione. A colpire più di ogni altra cosa di Mr. Gaga, come già accennato in precedenza, è infatti l'abilità del documentarista israeliano (da vent'anni grande ammiratore di Naharin) nel giocare con la molteplicità dei materiali audiovisivi a disposizione. Ogni singolo materiale d'archivio è inserito in un contesto ideale per far avanzare in maniera organica il racconto della vita e dell'arte di Naharin e ogni spezzone di spettacolo mostrato sullo schermo si sposa perfettamente con l'emozione o il concetto che si sta esprimendo in quello specifico momento. In tal modo, emerge un ritratto profondo, potente e appassionante di un uomo considerato unanimemente come uno dei più importanti e innovativi protagonisti della scena performativa contemporanea. Da non perdere davvero.

Movieplayer.it

4.0/5