Quel pomeriggio di un giorno da cani: 5 motivi per rivederlo nel blu-ray del quarantennale

In occasione dell'anniversario, il bellissimo film di Sidney Lumet con Al Pacino è finalmente uscito in alta definizione anche in Italia. Un'occasione da non perdere per rivedere un capolavoro in un'edizione più che buona.

Quaranta anni fa, nell'ormai lontano 1975, usciva Quel pomeriggio di un giorno da cani, tesissimo film di Sidney Lumet ispirato a una vera storia accaduta il 22 agosto del 1972, quando tre rapinatori (ma uno per paura si defilò subito) tentarono un colpo nella filiale della Chase Manhattan Bank di Brooklyn, a New York, tenendo in ostaggio i dipendenti per convincere la polizia ad andare incontro alle loro richieste. Un film superbo, costruito in modo magnifico e ricco di pathos e non privo di ironia, vincitore di un premio Oscar come miglior sceneggiatura (firmata da Frank Pierson) e candidato ad altri 6 premi. Una pellicola che proiettò un eccezionale Al Pacino, allora non ancora star conclamata, nel firmamento delle più grandi stelle di Hollywood. Pacino interpreta Sonny Wortzik, il protagonista autore della rapina e reduce dal Vietnam; accanto a lui in questa pazza avventura che tenne Brooklyn per ore col fiato sospeso, c'è Sal Naturile, interpretato dal talentuoso e mai troppo compianto John Cazale.

Al Pacino in quel pomeriggio di un giorno da cani
Al Pacino in quel pomeriggio di un giorno da cani

Le interminabili ore nella banca, il rapporto quasi di complicità che si crea con le dipendenti dell'istituto, quello con le forze dell'ordine nell'estenuante trattativa, il fondamentale ruolo della TV e dei media nella vicenda. E poi ancora la situazione personale molto particolare del protagonista, diviso fra due mogli (una delle quali è un uomo, interpretato da Chris Sarandon), e la turbolenta America anni Settanta delle contestazioni. Tutto concorre a fare di Quel pomeriggio di un giorno da cani un film stupendo, anche nello stile. Per festeggiare l'anniversario dei 40 anni di un capolavoro così importante, Warner Bros. Entertaiment ha fatto uscire un'edizione speciale in blu-ray del film, che così per la prima volta arriva in Italia anche in HD. Un'occasione imperdibile per rivedere un capolavoro nella maniera migliore. Vi diamo almeno cinque motivi per non perderlo, ma anche un paio di rimpianti per quella che poteva essere un'edizione ancora migliore.

1. L'eccezionale prova di Al Pacino e quei primi piani in HD

Al Pacino in quel pomeriggio di un giorno da cani
Al Pacino in quel pomeriggio di un giorno da cani

In Quel pomeriggio di un giorno da cani, l'allora giovanissimo Al Pacino è autore di una prova formidabile. Come mai accaduto prima, con il blu-ray si può apprezzare fino in fondo un'interpretazione indimenticabile: il film infatti è ricco di primi piani sul volto di Pacino, diviso fra paura, incertezza, disperazione, rabbia, esaltazione. Un mix di elementi che passano tutti sul volto dell'attore. Indimenticabili quei momenti in cui la sua faccia si trasforma al telefono nelle trattative con la polizia, ma anche nelle sue conversazioni con la moglie e soprattutto nel commovente e straziante dialogo con l'altra "moglie", ovvero il suo amante Leon che i poliziotti hanno portato dall'altra parte della strada. Emergerà che i soldi della rapina sarebbero serviti proprio all'operazione per il cambio di sesso di Leon. Solo l'alta definizione può catturare tutti gli impercettibili movimenti del volto di Pacino sul quale si leggono via via le emozioni più disparate. Come solo l'HD può far percepire al meglio il panorama infuocato fuori dalla banca, e Al Pacino che urla in faccia ai poliziotto di mettere via le armi e a squarciagola strepita la parola "Attica", per ricordare i disordini in un penitenziario finiti in strage pochi mesi prima. Un urlo, con il quale si trascina tutto il popolo all'esterno che ormai parteggia per lui.

2. La grinta delle immagini anni Settanta

Chris Sarandon in quel pomeriggio di un giorno da cani
Chris Sarandon in quel pomeriggio di un giorno da cani

Ma naturalmente, in un blu-ray la cosa più importante è anche la qualità del video, perché l'alta definizione non è sempre uguale. Per Quel pomeriggio di un giorno da cani, va detto che siamo di fronte a un buonissimo video, considerato che il film ha 40 anni sulle spalle, anche se ovviamente non siamo al top delle potenzialità del formato. Ma i pochi problemi non vengono dal trasferimento, di per sé ottimo, quanto da un master buono ma un po' datato, che infatti proviene da un'edizione americana già uscita nel 2007. In occasione dell'anniversario c'è stato un re-encoding, che pur mantenendo il codec VC-1 ha permesso di aumentare il bit-rate e migliorare altri aspetti, fra cui la solidità del croma, qui molto vibrante, e la gestione della grana. La scansione è impeccabile e dà vita a un video appagante, che nella sua pastosità risulta particolarmente grintoso ed esalta le atmosfere anni Settanta: il dettaglio a dire il vero non è formidabile, inoltre in qualche scena più scura il quadro è un po' piatto e rumoroso (anche se il nero resta squisitamente profondo), ma qui conta anche una fotografia molto morbida. Per il resto la grana è naturale e ha solo qualche sbavatura dovuta al master, mentre i reali fastidi arrivano da qualche scattosità di troppo nei panning laterali. Insomma, pur con qualche piccolo difetto che ha tutte le attenuanti possibili, un video da promuovere in pieno.

3. John Cazale, una carriera spezzata troppo presto e il documentario perduto

John Cazale in quel pomeriggio di un giorno da cani
John Cazale in quel pomeriggio di un giorno da cani

Tornando agli attori e alle loro interpretazioni, il nuovo blu-ray non consente solo di ammirare la prova di Al Pacino e di tutti gli altri comprimari, ma permette anche di apprezzare per l'ennesima volta l'immenso talento di John Cazale. L'attore, morto nel 1978 a soli 42 anni, in carriera ha interpretato solamente cinque film, ma tutti indimenticabili e candidati agli Oscar: oltre a Quel pomeriggio di un giorno da cani, anche Il padrino, Il padrino - Parte seconda, La conversazione e Il cacciatore. In quest'ultimo, dove ha lavorato assieme alla sua fidanzata di allora Meryl Streep, riuscì in extremis a ultimare le riprese perché già malato. E se il blu-ray permette di vederlo all'opera nella maniera migliore, l'unico rammarico dell'edizione è la mancanza rispetto all'edizione americana del DVD bonus, perché oltre a interviste e altri contributi, lì c'è anche un bel documentario di 40 minuti tutto appunto su John Cazale.

Al Pacino in quel pomeriggio di un giorno da cani
Al Pacino in quel pomeriggio di un giorno da cani

4. Upgrade per l'audio inglese. In italiano c'è la voce di Giancarlo Giannini

Una scena di Quel pomeriggio di un giorno da cani
Una scena di Quel pomeriggio di un giorno da cani

Per quanto riguarda l'audio, dimenticatevi le spettacolari tracce multicanali dei film moderni. Qui siamo al vecchio mono, ma per quanto riguarda la traccia originale, in questa edizione del quarantennale la Warner ha fatto un upgrade proponendo in inglese un DTS HD 1.0, un lossless certamente più solido e con una certa profondità, che migliora anche la pulizia nelle scene chiassose al di fuori della banca. Si percepisce anche una miglior dinamica e un'apprezzabile cristallinità dei dialoghi. E l'italiano? Viene riproposto ovviamente il dolby digital mono già presente nel dvd: la traccia è sicuramente pulita, anche se in qualche frangente affiora qualche fruscio di fondo di troppo, che però non inficia mai l'ascolto. Per il resto dialoghi chiari e una discreta resa delle scene più chiassose, senza particolari distorsioni, caratterizzano un audio più che sufficiente. Che permette soprattutto, per chi non può fare a meno dei doppiaggi, di apprezzare la voce di Giancarlo Giannini abbinata al volto di Pacino.

5. Extra: un ottimo making of ma anche un rimpianto

A volte, per motivi imperscrutabili, in qualche trasposizione in alta definizione di vecchi film, è capitato che si perdessero per strada gli extra delle precedenti edizioni DVD. Qui per fortuna la Warner Bros ha mantenuto l'impianto dei contenuti speciali: è vero che non c'è nulla di nuovo e che purtroppo non c'è il DVD bonus presente nell'edizione americana, ma va anche detto che il reparto era già buono, anche se purtroppo il commento del regista Sidney Lumet non è sottotitolato. Ritroviamo comunque il robusto making of diviso in quattro parti dalla durata totale di 57 minuti: un documentario coinvolgente con una prospettiva su tutti gli aspetti chiave della produzione del film, dalla storia originale da portare sullo schermo (12'), al casting (13'), dalla ricostruzione cinematografica dei fatti (21') a tutto quanto è successo dopo le riprese (11') con tanto di interessanti interviste. Per chiudere, oltre al trailer, troviamo anche la featurette Lumet: film maker, un contributo d'epoca sul profilo del regista al lavoro sul set (10'). Il grande rammarico, come già detto, è l'assenza del dvd bonus rispetto all'edizione americana, che oltre al documentario su Cazale contiene interviste, corti e altri contributi.