La Polinesia è sotto casa, dal romanzo al cinema

Presentata a Roma l'opera prima di Saverio Smeriglio, prima scrittore del romanzo, poi sceneggiatore e co-regista dell'omonimo film insieme all'amico disegnatore Andrea Goroni. Una storia sul destino, sul surf e sulla realizzazione dei sogni.

Pubblicato nel 2006 da Arduino Sacco Editore e tenuto a battesimo da Pippo Baudo, Federico Moccia e Pippo Franco, il romanzo La Polinesia sotto casa di Saverio Smerigliodiventa un film, il primo prodotto dalla Aloha Entertainment, neonata società (che si appresta a co-produrre anche il nuovo film di Raoul Bova dal titolo provvisorio Da grande) fondata da Smeriglio insieme al fratello minore Stefano, classe 1981, curatore della colonna sonora del film, cresciuto con lui ad Ancona a pane e cinema grazie alla società di famiglia guidata da papà Salvatore, da decenni agenzia di distribuzione per conto di Medusa (distributore del film dal 27 agosto in 40 sale), 01 Distribution e Warner Bros. Il progetto nasce dall'amore di Saverio per il surf da onde e dalla volontà dei due fratelli di lanciare la regione Marche nel mercato cinematografico.

Nel film, come nel libro, si racconta la storia di un manager rampante che dalla vita ha avuto veramente tutto: un lavoro come consulente finanziario, una macchina sportiva, una casa, una donna bella e sofisticata e due genitori premurosi. Nonostante tutto però, nel suo cuore regna una profonda insoddisfazione legata alla futilità delle cose di cui si è circondato e delle relazioni che ha instaurato, ma più di tutto ad un sogno mai realizzato, quello di tornare a cavalcare le onde. L'istinto di riavvicinarsi al suo grande amore per il mare, amico di tante giornate e custode di sogni e speranze, non lo ha mai abbandonato e gli incontri inattesi con un vecchio amico e con una sua ex-fidanzata del liceo, spingeranno Stefano a ricercare dentro di sé la forza di riavvicinarsi ai propri sogni, di cambiare vita e di ritrovare nella sua grande passione per la tavola magica, attrezzo capace di regalare un incredibile senso di libertà. Il sogno è a portata di mano, talvolta è sotto casa e neanche ce ne accorgiamo...

Riconosciuto come film di interesse culturale nazionale dal Ministero dei Beni Culturali, La Polinesia è sotto casa è stato girato quasi interamente nello splendido scenario della riviera del Conero, nelle Marche, ad eccezione di qualche ripresa ravvicinata in mare con surfisti professionisti, girata grazie all'ausilio di attrezzature particolari e di una troupe specializzatasi sulle magnifiche coste californiane di San Diego.
Abbiamo incontrato presso la Casa del Cinema di Roma il cast al completo guidato dai due registi e dal fascinoso e talentuoso attore protagonista Gianluca D'Ercole, ex-studente di medicina che con grande dispiacere dei genitori ha lasciato gli studi per diplomarsi presso il Teatro Stabile delle Marche, Giulia Bellucci nei panni dell'acidissima fidanzata Nadine, Alessia Raccichini e, nei panni della segretaria, una divertentissima Fabiana Baldinelli, con la partecipazione amichevole di Giuditta Saltarini, attrice di grande talento e dalla prestigiosa carriera nonchè moglie di Renato Rascel.

Signor Smeriglio, com'è nata l'idea di scrivere una storia sul surf ambientata ad Ancona e di trasporre poi il romanzo in un film?
Saverio Smeriglio: In realtà il libro era già abbastanza cinematografico, ha avuto solo bisogno di qualche adattamento qui e là. Le zona del Conero e di Ancona sono le terre in cui sono cresciuto, che conosco benissimo ed è proprio l'amore per questi luoghi e per il surf, sbocciato durante una vacanza californiana, che mi ha portato a scrivere prima il romanzo, poi ad arrangiarlo come film. Come immaginerete c'è un fortissimo elemento autobiografico nel film, che poi è la spinta che ha dato il via a tutto il progetto.

Come avete lavorato nella vostra regione? Quanto ha da offrire al cinema italiano e quanto si può ancora costruire?

Saverio Smeriglio: E' una terra che può offrire molto di più di quel che sta offrendo oggi, è ricca di paesaggi mozzafiato che la gente non conosce, il turismo è una risorsa poco valorizzata, il Conero poi è uno dei punti più belli della costa adriatica, credo sia un dovere della Regione promuovere questi luoghi e dare più possibilità a professionisti e troupe di conoscere e sfruttare questa realtà. Una sorta di Polinesia sotto casa, ecco cos'è questo posto, un paradiso a due passi, rinchiuso nelle sue tradizioni, una terra mai sfruttata dal cinema anche per colpa dei suoi abitanti e della loro mentalità un po' chiusa.
Andrea Goroni: Per capire meglio la psicologia della gente nella nostra regione pensate ad un eterno conflitto, ad una pesante ritrosia di base: tutti noi vorremmo che venisse gente ma al contempo non abbiamo tanta voglia di condividere le nostre bellezze con altri.

Come ha scelto gli attori per il suo film e in modo particolare come ha delineato i due personaggi femminili?
Saverio Smeriglio: Abbiamo lanciato un casting nelle Marche, volevo attori bravi e giovani che in più conoscessero la zona e abbiamo scelto Gianluca D'Ercole, ci sembrava perfetto, a parte per il fatto che non sa surfare minimamente, ci ha provato ma non è mai riuscito. Per le due donne di Stefano nel film cercavamo due attrici capaci di rappresentare i due mondi agli antipodi del protagonista, una che lo bacchetta e lo costringe in un mondo che non gli appartiene e una invece che pur avendo i piedi saldamente fissati a terra lo riporta indietro nel tempo e lo costringe a fare i conti con i suoi sogni irrealizzati. Da non dimenticare la segretaria Luciana, il cui personaggio è stato rielaborato in maniera più frizzante rispetto a com'era nel libro.

Signora Saltarini, com'è stata coinvolta nel progetto?
Giuditta Saltarini: Conosco Saverio da tanti anni, ho letto il suo libro e l'ho adorato, riusciva perfettamente a mettere insieme le diverse storie di questi ragazzi con al centro un personaggio molto affascinante, un uomo ricco e bello che getta al vento una promozione e una vita così gratificante sotto il profilo della carriera per inseguire i suoi sogni. Come madre trovo sia molto giusto, se i nostri figli possono fare qualcosa che rende loro la vita più allegra e semplice ben venga. Sono stata molto felice di partecipare, quando si tratta di fare qualcosa per i giovani che si stanno avvicinando per la prima volta al mondo del cinema con voglia e entusiasmo lo faccio sempre con piacere. Quel poco che ho fatto l'ho fatto con gioia, spinta dalla stessa determinazione che avevo tanti anni fa, quando anche io mi affacciavo per la prima volta in questo mondo.

Di questi tempi si fanno spesso film sul lavoro, sulla sua mancanza, sulla sua ricerca spasmodica, qui il protagonista fa un'altra scelta, non quella di non lavorare, ma quella di lavorare meno e godersi un po' di più la vita, un messaggio importante che avete affrontato con il giusto senso di responsabilità. Come avete elaborato questo aspetto?

Saverio Smeriglio: Quello che abbiamo usato è stato uno sguardo ingenuo, abbiamo usato l'occhio di chi non rinuncia alla realizzazione dei propri sogni, il tema del lavoro lo abbiamo un po' aggirato, nel titolo riassumiamo esattamente questo: non è sbagliato dedicarsi alla carriera e al lavoro, ma non possiamo perdere di vista i nostri obiettivi e i sogni. Poi è tutto soggettivo, magari per qualcun altro il sogno da inseguire potrebbe essere proprio avere un lavoro.
Andrea Goroni: Non volevamo che passasse al pubblico il messaggio che lavorare non è bello, ma volevamo sottolineare come sia giusto anche liberarsi dai tanti vincoli sociali che ci incatenano e vivere la vita come ci sembra più giusto e sano.

Per le riprese in acqua come avete fatto?
Saverio Smeriglio: Avevamo a disposizione una troupe di San Diego con un operatore che andava in acqua insieme ai surfisti rischiando l'annegamento ogni volta (ride). Questo ha permesso la realizzazione delle riprese ravvicinatissime che avete visto e questo è stato possibile grazie alla collaborazione con un'organizzazione per la difesa degli oceani di San Diego con la quale è nato un grande rapporto di amicizia. Hanno preso a cuore il nostro film e ci hanno messo a disposizione anche dei surfisti bravissimi nonchè tutte le attrezzature.

Come avete lavorato sulla colonna sonora del film?
Saverio Smeriglio: Montare la colonna sonora sulle immagini del film è stata senz'altro la parte più emozionante di questo progetto, un lavoro molto delicato che mio fratello Stefano ha fatto con dedizione e bravura rapportandosi con gruppi musicali già esistenti cui ha chiesto di interpretare brani da lui scritti e arrangiati. C'è il gruppo metal The Dogma, gruppo base con cui suona mio fratello e con il quale ora è in tourneè nel nord Europa, i Nu Evo _gruppo pop rock italiano, e i _Vote for Saki. Sono quasi tutti marchigiani a parte qualche componente dei The Dogma.

Il film è stato premiato al Festival Internazionale di Honolulu con il Gold Kahuna Award, di che si tratta?

Saverio Smeriglio: Quando ci arrivò l'invito a ritirare il premio nessuno di noi potè andare alle Hawaii a ritirarlo per colpa della nube vulcanica, nessuno di noi ad oggi sa com'è questo festival, il premio ci è stato spedito per posta. Francamente, non so con quale criterio e coraggio abbiano potuto prendere in considerazione l'idea di premiare un film sul surf anconetano (ride)...