Recensione This is Spinal Tap (1984)

La parodia rock e la perizia musicale lasciano spazio all'ingrediente più importante della pellicola, che è l'inesausta verve comica che emerge gag dopo gag.

La leggenda della band che non esiste

"Mi chiamo è Marty DiBergi. Sono un regista. Ho fatto molti spot pubblicitari. Avete presente quello in cui il cane che insegue l'automobilina sotto il lavello? Ecco, è mio. Nel 1966, andai al Greenwich Village, New York City, in un locale chiamato Electric Banana. Non cercatelo, perché non esiste più. Quella sera sentti suonare una band che, per me, ridefiniva il termine rock and roll."
Con queste parole, che aprono This is Spinal Tap, l'allora sconosciuto regista televisivo Rob Reiner battezzava nel 1984 il mockumentary, genere cinematografico più che mai in voga oggi, tra reporter del Kazakhstan e finti assassinii presidenziali. Ma il credito per l'idea non spetta al solo Reiner, ma anche e soprattutto agli interpreti e sceneggiatori Christopher Guest, Michael McKean e Harry Shearer, che regalano al film la loro singolare attitudine all'improvvisazione, una vena comica praticamente inesauribile e notevoli competenze musicali, oltre a sfoggiare, pur essendo americani fino al midollo - newyorkesi McKean e Guest, losangelino Shearer - un accento britannico che potrebbe ingannare Elisabeth Windsor.

Sono loro tre il cuore degli Spinal Tap, gloriosa band inglese formatasi negli Swinging Sixties e che negli anni '80 si ripropone al pubblico con una ricetta a base di rumore (gli amplificatori delle band normali arrivano a 10, i Marshall dei Tap a 11) e machismo che era tanto in voga tra i rocker dell'epoca. E il risultato è talmente credibile che in molti, ai tempi dell'uscita del film ma anche successivamente, si sono lasciati ingannare dalla maestria e dalla creatività del mockumentary e dei tre membri dei Tap. Lo stesso Reiner ha raccontato di aver incontrato numerosi spettatori che, facendogli i complimenti per la pellicola, obiettavano che avrebbe dovuto scegliere una band più famosa. Ed emergono continuamente ancora oggi casi di ascoltatori che, conquistati dai demenziali e scollacciati brani scritti per il film dal succitato trio, vanno alla ricerca di improbabili "vecchi album degli Spinal Tap", e di giornalisti che annunciano concerti della "storica band britannica".

I Tap sono un autentico mito, quindi, che continua ad accompagnare la carriera di Guest, McKean e Shearer, i quali non hanno disdegnato le occasionali "reunion", oltre che i protagonisti di una delle più riuscite commedie di tutti i tempi. La parodia rock e la perizia musicale, infatti, lasciano spazio all'ingrediente più importante della pellicola, che è l'inesausta verve comica che emerge gag dopo gag. La trama del film, infatti, è un mero canovaccio (DiBergi/ Reiner segue il tour promozionale della band, che ha in uscita il nuovo album Smell the Glove, negli Stati Uniti, dove i Tap dovranno fare i conti con il loro evidente calo di popolarità rispetto ai fasti del passato) che serve a legare gli irresistibili numeri musicali, le clip di repertorio e gli "assoli" delle interviste ai vari membri e collaboratori, tra cui s'impilano siparietti che richiamano le performance di celebri rock band (su tutte Stonehenge, che fa il verso ai Black Sabbath e che ridurrebbe chiunque in lacrime per le risa) e aneddoti sul passato del gruppo, che ha attraversato camaleonticamente diverse ere della storia del rock 'n' roll (il che offre a Reiner & C. il destro per sfottere i più disparati monumenti della musica pop, dai Beatles agli Iron Maiden, dagli AC/DC ai Kiss), seppellendo 32 sfortunati batteristi. Il tutto costruito intorno a personaggi caratterizzati in maniera genialmente semplice e ritratti con tale credibilità da indurci persino a perdonare l'ingenuo sessismo e la volgarità della musica dei Tap e di quella delle band che li hanno ispirati.

This is Spinal Tap, che non ha mai ricevuto una degna distribuzione dalle nostre parti nemmeno in home video, è disponibile nei paesi anglofoni in un DVD a due dischi con dovizia di materiale e commento audio di Guest, McKean e Shearer - che a tratti è più divertente del film - e merita un recupero, senza riserve.

Movieplayer.it

4.0/5