La colonna sonora di Notting Hill

Un film banale ma delizioso per una colonna sonora imbarazzante ma che piacerà a coloro che dalla musica pretendono esclusivamente momenti di disimpegno.

Un film banale ma delizioso per una colonna sonora imbarazzante ma che piacerà a coloro che dalla musica pretendono esclusivamente momenti di disimpegno.

Sullo schermo troviamo una coppia di attori da sold-out (Julia Roberts / Hugh Grant) per l'ennesima fortunata sceneggiatura di Richard Curtis che intende rinnovare i fasti di Quattro matrimoni e un funerale; in Notting Hill cambia il regista ed al posto di Mike Newell troviamo Roger Michell.

Il lavoro di Curtis continuerà poi con i successi de Il diario di Bridget Jones e Love Actually, dove ha curato anche la regia, in tutti i casi sempre con a fianco il gradevole talento del belloccio Hugh Grant.
Sul disco alcuni nomi altisonanti sfoderano prestazioni tese a rassicurare l'ascoltatore piuttosto che stupirlo.
Con tutto il rispetto possibile l'intellettuale Elvis Costello (il miglior songwriter dopo John Lennon secondo Paul McCartney che con lui collaborò ai tempi di Flowers in the Dirt) appare con She ben al di sotto delle proprie innegabili potenzialità, anche se alle prese con una cover di Charles Aznavour; guarda al passato anche la voce di Al Green che non riesce a procurarci gli stessi brividi della versione originale di How Can you Mend a Broken Heart, uscita dalla penna e dall'ugola in falsetto dei fratellini Gibb.

Il pop dell'ex Boyzone Ronan Keating, di Shania Twain e dei Texas è carino ma troppo costruito, perfettamente confezionato per non sfigurare nelle feste più esclusive di London Town e scalare le classifiche mondiali, ma davvero troppo patinato.
Nemmeno i Pulp di Jarvis Cocker riescono a dare le medesime scosse di qualche anno prima, quando vennero spinti ai vertici grazie all'esplosione del fenomeno brit-pop ed al fortunato Different Class (con gli hit singles Common People e Disco 2000) che regalarono alla band una stagione di irripetibili successi.
Tutto sembra così scontato e "a posto", pulito e disintossicante, un po' troppo plastificato; in tale scenario chi meglio dei Lighthouse Family poteva reinterpretare il Bill Withers di Ain't no Sunshine, di cui la versione originale è presente nel soundtrack ma non nel film.
Per risollevarci dall'appiattimento non può bastare ricorrere ad un all-time classic quale Gimme Some Lovin' firmata Spencer Davis Group dell'ancora adolescente Steve Winwood, una di quelle canzoni che riescono a mettere tutti d'accordo.
Chiudono gli inutili momenti strumentali composti da Trevor Jones, il quale vanta nel proprio carniere due nominations ai Golden Globes ottenute per Basta guardare il cielo nel 1998 e L'ultimo dei Mohicani nel 1992 e che si è occupato in passato del commento sonoro di altri films importanti quali Mississippi Burning - le radici dell'odio e Nel nome del padre.

E' pop di gran classe e dal successo assicurato quello assemblato in Notting Hill, ma che svanisce con la stessa facilità con la quale può raggiungere le nostre orecchie sintonizzandosi su una qualsiasi frequenza dell'FM.
Solo per inguaribili sognatori.

Soundtrack

La copertina di Notting Hill ST
Notting Hill ST
Etichetta:
Island
1. No Matter What
Boyzone
2. You've Got A Way
Shania Twain (Notting Hill remix)
3. I Do (Cherish You)
98 Degrees
5. Ain't No Sunshine
Bill Withers
6. How Can You Mend A Broken Heart?
7. Gimme Some Lovin'
Spencer Davis Group
8. When You Say Nothing At All
Ronan Keating
9. Ain't No Sunshine
Lighthouse Family (bonus track)
10. From The Heart
Another Level (bonus track)
11. Everything About You
Steve Poltz (remix, bonus track)
12. Will And Anna
Trevor Jones (Score)
13. Notting Hill
Trevor Jones (Score)