La colonna sonora di Che pasticcio, Bridget Jones!

Il soundtrack pesca un po' dal presente ed un po' dal passato, mettendo in fila una sequenza che non disturberà i sonni di nessuno e che risulta prepotentemente spostata verso proposte inglesi.

Il solito minestrone riscaldato nel secondo capitolo della saga Bridget Jones, anche se il film qualche risatina a denti stretti riesce a strapparla.
Bridget è innamorata, sta per strappare una promessa di matrimonio da un avvocato scapolone ed ambitissimo, ed allora ecco che la colonna sonora si riempie di canzoni sull'amore, basti pensare che la metà dei titoli contiene la parola "love".
Si va dalla cover di Your Love is King riproposta dal teen idol Will Young[/PEOPLE] a I Believe in a Thing Called Love dei Darkness, una delle band che ha venduto di più negli ultimi mesi puntando su un'immagine decisamente glam oriented e chitarre che rimandano ai Queen.

E quando non compare il vocabolo "love" si parla comunque di amore, basti pensare a We'll Be Together dell'accoppiata Sting / Annie Lennox o alla più recente Can't Get You Out Of My Head, gettonatissimo riempipista che ha rilanciato in tutto il mondo le quotazioni ed il fascino dell'australiana Kylie Minogue.
Renée Zellweger non riesce a togliersi Darcy dalla testa e farà di tutto per rimanere ancorata al suo fianco, nonostante le intrusioni del sempre simpaticissimo Hugh Grant.

Il soundtrack, come sempre in questi casi, pesca un po' dal presente ed un po' (ma stavolta meno del solito) dal passato, mettendo in fila una sequenza che non disturberà i sonni di nessuno e che risulta prepotentemente spostata verso proposte inglesi, quasi a voler sottolineare le situazioni molto british del film.
C'è una variegata presenza femminile: oltre alla Minogue e ad Annie Lennox sfilano la classica Carly Simon (Nobody Does It Better), le iper trendy Beyoncé (Crazy In Love, in coppia con Jay Z) e Dido (I Eat Dinner in duo con Rufus Wainwright), la giovanissima Joss Stone (Super Duper Love dal suo primo apprezzato album The Soul Session), ed ancora Jamelia con Stop, e la brava Mary J. Blige alle prese con la cover di Elton John Sorry Seems to Be The Hardest World.

Ma il posto d'onore tocca certamente all'attuale re del pop, ex Take That, sciupafemmine, belloccio, tatuatissimo, vendutissimo, Robbie Williams: Misunderstood è il suo personale regalo a questa colonna sonora.
C'è infine una spruzzatina di nu-jazz grazie alla presenza di Jamie Cullum.
Permettete un quesito: pur volendo promuovere la compilation, che certo non brilla per scelte coraggiose e non fa gridare al miracolo, possibile che ci si debba imbattere per l'ennesima volta nell'inflazionatissima I'm Not in Love dei 10 cc??