La Bella e la Bestia: 5 cose che potreste non aver notato del film

Quali sono i dettagli nascosti che si celano nel rifacimento live-action del classico d'animazione Disney? Scopriamoli insieme.

La Bella e la Bestia: Emma Watson e Dan Stevens nella scena del ballo
La Bella e la Bestia: Emma Watson e Dan Stevens nella scena del ballo

Con l'uscita de La Bella e la Bestia, reinvenzione fedele ma al contempo sufficientemente diversa del classico d'animazione del 1991, il brand della Disney continua a rafforzare il suo filone dedito ai rifacimenti live-action dei propri film animati, una strategia produttiva che, a livello artistico e commerciale, ha generato finora risultati mediamente discreti (l'unico vero flop, Il drago invisibile, sarebbe comunque da considerare un caso particolare poiché l'originale era solo parzialmente animato, e più cult che classico). Come da tradizione con i film "tradizionali" della Disney, il lungometraggio di Bill Condon si rivolge ad un pubblico eterogeneo e vasto, con un particolare equilibrio tra nuove generazioni e fan storici. A questi ultimi si rivolgono in parte anche gli Easter Eggs che fanno capolino in più punti nel film. Ecco la nostra panoramica di questi dettagli nascosti che ripagano visioni multiple.

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1. Ritorno alle origini

Pur traendo ispirazione principalmente da La bella e la bestia di Kirk Wise e Gary Trousdale, il film di Condon si rifà anche in parte alla fiaba originale (e al celebre adattamento cinematografico francese di Jean Cocteau, il cui uso di un guanto magico ha ispirato il libro che consente al lettore di recarsi in qualsiasi luogo), in particolare per quanto riguarda il motivo per cui Maurice viene imprigionato dalla Bestia: il suo crimine non è essere entrato nel castello senza permesso, come nel 1991, bensì il tentativo di sottrarre una rosa dal giardino da regalare a Belle. Un'altra allusione letteraria è presente nel nome del villaggio dove vivono i personaggi: Villeneuve, un omaggio alla scrittrice Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, autrice della primissima versione del racconto.

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2. A volte ritornano

Frozen: un tenero pupazzo di neve
Frozen: un tenero pupazzo di neve

Chi non conosce le versioni in lingua inglese dei classici Disney forse non se ne sarà accorto, ma nel cast ci sono ben tre attori che in passato hanno prestato la voce a diversi progetti animati della major. La presenza più ovvia è quella di Josh Gad (LeTont), doppiatore di Olaf in Frozen - Il regno di ghiaccio, ma ci sono anche Kevin Kline (Maurice), alias Febo ne Il gobbo di Notre Dame, ed Emma Thompson (Mrs. Bric), ossia Captain Amelia ne Il pianeta del tesoro e, per la Pixar, la regina Elinor in Ribelle - The Brave (la Thompson ha inoltre interpretato P.L. Travers nel film biografico Saving Mr. Banks, sulla realizzazione di Mary Poppins). E per un curioso scherzo del destino Ian McKellen, attore-feticcio di Condon, si è ritrovato a doppiare l'orologio Tockins, un ruolo che gli fu offerto già all'epoca della versione animata ma che lui dovette rifiutare.

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3. Da amante a tormentatrice

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Un'altra veterana Disney è Hattie Morahan, vista lo scorso anno in Alice attraverso lo specchio nei panni della regina Elsemere. Ma la sua presenza in questo film nel ruolo dell'incantatrice Agathe è particolarmente significativa alla luce delle sue precedenti collaborazioni con Dan Stevens, interprete della Bestia. I due attori britannici hanno infatti già recitato insieme in due occasioni, nella miniserie Sense and Sensibility e nel film Summer In February. In entrambi i casi i loro personaggi erano amanti, mentre in questo caso Stevens si ritrova trasformato in una creatura mostruosa dopo aver offeso la Morahan (il cui personaggio, in alcune versioni della fiaba originale, maledisse il principe dopo essere stata respinta sessualmente).

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4. I know that voice!

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Ha destato molta attenzione la nuova versione del brano principale del film, interpretata sui titoli di coda da Ariana Grande e John Legend, ma è altrettanto degna di nota la canzone How Does a Moment Last Forever, cantata in due scene della pellicola (prima da Maurice e poi da Belle) ed eseguita nei credits finali da Céline Dion, che con il classico Disney ha un rapporto molto particolare. La cantante canadese fu infatti scelta all'epoca per cantare proprio Beauty and the Beast all'inizio dei titoli di coda, insieme a Peabo Bryson, e fu quel brano a lanciare la sua carriera internazionale, con tanto di vittoria ai Grammy Awards. Abbiamo dunque a che fare con una sorta di chiusura del cerchio, perfettamente in sintonia con l'atmosfera generale del film che rispolvera elementi riconoscibili in modo inedito.

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5. Questione di età

Mrs. Bric e il figlioletto Chicco in una scena del film d'animazione La bella e la bestia
Mrs. Bric e il figlioletto Chicco in una scena del film d'animazione La bella e la bestia

Nel corso della battaglia finale c'è un piccolo battibecco comico tra LeTont e Mrs. Bric, offesa perché lo scagnozzo di Gaston ha ipotizzato che lei fosse la nonna di Chicco anziché la madre. Una breve ma esilarante frecciatina nei confronti di una delle lamentele più diffuse tra i fan dell'originale animato, i quali hanno sottolineato più volte quanto Mrs. Bric in forma umana abbia l'aria troppo anziana per risultare credibile come madre di un bambino di circa dieci anni (il fatto che fosse doppiata in inglese dall'allora sessantaseienne Angela Lansbury non aiutò). Sempre a proposito di età, è stato rimosso ogni riferimento agli anni esatti che ha il principe, per evitare domande da parte degli spettatori pignoli sull'invecchiamento degli abitanti del castello (anche se viene suggerito che lui sia effettivamente cresciuto, mentre i domestici, essendo oggetti inanimati, sarebbero rimasti bloccati all'età che avevano al momento della trasformazione).