Recensione Ma che storia (2010)

Arguto e ricchissimo documentario di montaggio firmato da un maestro del genere come Gianfranco Pannone, 'Ma che storia' racconta l'unità d'Italia e il suo risultato politico e sociale attraverso il ricorso a un vastissimo archivio di materiali di repertorio filmografici, musicali e fotografici modellati secondo un sistema stratificato e mai didascalico

l'Italia si è desta?

Centocinquanta anni all'interno della nostra storia da Mazzini, Garibaldi e Cavour (quasi a voler anticipare il fluviale film in costume di Mario Martone) ai giorni oggi. Un'epopea complessa e ricca di rimandi con lo scopo di illustrare una nazione cresciuta tra spinte contrastanti, incapace di riflettere accuratamente su sé stessa, alla continua ricerca di un nuovo che faccia dimenticare il passato, le responsabilità, ma capace di grandi momenti di storia, letteratura e arte.

Arguto e ricchissimo documentario di montaggio firmato da un maestro del genere come Gianfranco Pannone, Ma che storia racconta l'unità d'Italia e il suo risultato politico e sociale attraverso il ricorso a un vastissimo archivio di materiali di repertorio filmografici, musicali e fotografici modellati secondo un sistema stratificato e mai didascalico. A emergere sono le contraddizioni insanabili del nostro paese, le eterne divisioni tra nord e sud e i caratteri peculiari delle culture locali, come a suggerire che la celebrata unità nazionale è ancora oggi tutt'altro che completata, almeno sotto l'aspetto di una cultura nazionale fortemente riconoscibile.
Ma soprattutto a emergere fortemente è l'idea di un sentire comune nazionalistico fluttuante e contraddittorio, fatto di retorica più che di sostanza, accentato da iperboli tragicomiche e canzoni popolari di grande efficacia. Una retorica evocata attraverso le fonti ufficiali che celebrano le tappe più significative della nostra storia, dalla lotta per l'unità alla prima guerra mondiale; dalla liberazione al boom economico, contrappuntate dai commenti più lucidi dei principali intellettuali susseguitisi nel tempo e evocati attraverso la voce di più narratori. Una riflessione intelligente che conferma il (buon) documentario come strumento privilegiato per la messa a fuoco di argomenti dalla grande complessità.