Recensione Slither (2006)

Gunn gioca col genere e le più svariate citazioni abbattendo su una placida provincia americana tutto lo spirito dissacratore e indipendente del cinema con cui ha iniziato e quello degli anni Ottanta che l'ha cresciuto.

L'invasione dei lumaconi alieni

Sorprende, bisogna dirlo, la presenza di questa pellicola nelle nostre sale, anche se a ben vedere la sua uscita potrebbe risultare non troppo bizzarra considerato il calderone distributivo che sta caratterizzando questa estate 2006. Di horror ce ne sono a palate, e per tutti i gusti (o disgusti pensando a film come Il custode), così certamente nei vari pacchetti distributivi riesce ad intrufolarsi anche un lavoro insolito - almeno per il nostro mercato - come Slither. Peccato in fondo innocuo e perdonabile quello di inscriverlo nel genere e proporlo semplicemente come uno dei tanti. Comunque non lo è. Slither è un gioiellino gore che non ha nulla a che vedere con prodotti preconfezionati come Chiamata da uno sconosciuto.

James Gunn esordisce con questo film dietro la macchina da presa dopo aver firmato alcune sceneggiature tra cui quella de L'alba dei morti viventi, ma è particolarmente doveroso citare quello che fu il suo esordio come sceneggiatore cioè Tromeo & Juliet, rivisitazione in chiave demenziale e splatter del dramma di Shakespeare che lo vide anche come co-regista accanto Lloyd Kaufman. Sottolineatura necessaria per poter leggere, e per qualcuno anche digerire, la natura di un film divertente come Slither (tant'è che il padre delle mostruosità Troma vi compare anche in un fugace cammeo).

Gunn gioca col genere e le più svariate citazioni abbattendo su una placida provincia americana tutto lo spirito dissacratore e indipendente del cinema con cui ha iniziato e quello degli anni Ottanta che l'ha cresciuto. Wheesly è una di quelle cittadine dove non accade mai nulla e l'inizio delle giornate della caccia al cervo sono l'evento dell'anno. Una notte precipita un meteorite portatore di una misteriosa vita aliena che si impadronisce di Grant (Michael Rooker), burbero riccone sposato con una donna molto più giovane di lui, la bella Starla (Elizabeth Banks, perfetta reginetta da ballo della scuola). Inizia la trasformazione e poi l'inarrestabile contagio che riduce gli abitanti di Wheesly in zombi governati dalla mente di Grant. Così tra sangue, tonnellate di carne deforme e disgustose trasformazioni (impedibili la donna-utero e la fusione di corpi inglobati nel mostro tentacolato in cui si trasforma Grant) frutto di una perfetta commistione tra effetti speciali artigianali e computer grafica, la pungente ironia di Gunn non risparmia nessuno; dal sindaco zoticone allo sbirro eroico e innamorato ci sono tutti in questa grottesca galleria di provincia.