Recensione Viaggio al centro della terra 3D (2008)

Tra fughe mozzafiato e cadute vertiginose, ogni sequenza di 'Viaggio al centro della Terra 3D' viene esaltata da un incredibile senso di profondità ed è pensata per uscire dai ristretti confini dello schermo cinematografico e raggiungere lo spettatore in sala, ed in questo il film è più che riuscito.

L'incredibile viaggio dentro e fuori lo schermo

La passione per la terza dimensione è una di quelle mai sopite nei cuori dei produttori cinematografici e di tanto in tanto torna di moda per essere poi nuovamente accantonata. Questa volta, però, anche grazie alle nuove tecnologie e l'interesse di nomi di spessore del mondo del cinema, sembra che le possibilità che diventi un'abitudine consolidata ed un nuovo modo di fare film siano più concrete. Viaggio al centro della Terra 3D fa parte di questo nuovo filone di film tridimensionali e ci permette di immergerci - letteralmente - nel mondo descritto da Julius Verne alla fine del 1800.
Protagonista di questa nuova incarnazione della storia, che porta la firma di Michael D. Weiss, è il goffo geologo Trevor Anderson (Brendan Fraser), ossessionato dalla scomparsa del fratello Max avvenuta anni prima nel corso di una ricerca sul campo sull'attività vulcanica in Islanda. Trevor porta avanti con testardaggine il progetto di ricerca del fratello e nota una corrispondenza tra i luoghi oggetto di osservazione di questo studio ed alcuni appunti di Max scritti sulla sua copia del libro di Verne che dà il titolo al film: Max è infatti un Verniano, cioè convinto che l'opera del padre della fantascienza non sia un'opera di fantasia, ma piuttosto una sorta di diario di viaggio e che contenga gli indizi necessari per raggiungere il centro della Terra.
Insieme al figlio adolescente del fratello, Sean, Trevor parte alla volta dell'Islanda e con l'aiuto della giovane guida Hannah, figlia di un altro studioso citato negli appunti di Max, riesce a trovare il sito vulcanico dove questi è scomparso. I tre rimangono intrappolati in una caverna e, cercando una via di fuga, riescono a trovare la strada che li porta in un mondo fantastico.

Diretto dall'esordiente Eric Brevig, mago degli effetti speciali a cui dobbiamo film come Atto di forza, Viaggio al centro della Terra è un'avventura semplice ma divertente, che sfrutta le risorse della tecnica 3D per immergere gli spettatori provvisti dei classici occhialini in un mondo fantastico, fatto di esseri preistorici e piante carnivore. Tra fughe mozzafiato e cadute vertiginose nel mondo sotterraneo descritto da Verne, ogni sequenza del viaggio dei tre protagonisti viene esaltata da un incredibile senso di profondità è pensata per uscire dai ristretti confini dello schermo cinematografico e raggiungere lo spettatore in sala, ed in questo il film è più che riuscito risultando l'equivalente cinematografico di un'attrazione da parco dei divertimenti, a metà tra una corsa sulle montagne russe ed una visita ad un parco a tema.
Questa caratteristica è insieme il punto di forza ed il limite del film: volendolo analizzare solo in quanto storia d'avventura, mettendo da parte le sue caratteristiche tridimensionali, non si potrebbe non notare la semplicità nello sviluppo della trama e nell'approfondimento dei personaggi e persino la sua poca varietà e ricchezza dal punto di vista visivo. Sarebbe, però, una considerazione ingenerosa per una produzione messa in piedi per sfrutture un aspetto in particolare e che da quel punto di vista è del tutto riuscita, considerando il livello di coinvolgimento e partecipazione in grado di generare nello spettatore.
Qualche dubbio resta, ma in prospettiva futura piuttosto che su Viaggio al centro della Terra in particolare: se il 3D continuerà a diffondersi nei prossimi anni, senza tornare nel dimenticatoio come già successo in passato, è necessario che diventi un'arma in più per film forti anche senza l'ausilio della terza dimensione, altrimenti lo stupore iniziale non potrà più essere sufficiente per portare gli spettatori in sala e questa tecnologia non riuscirà ad imporsi presso il grande pubblico.

Movieplayer.it

3.0/5