L'altra vita di Jasmine Trinca e Virginie Ledoyen a Locarno

Le due bellissime attrici approdano a Locarno per accompagnare il regista Emmanuel Mouret, che ha firmato un melodramma sentimentale a tinte forti presentato nel concorso internazionale.

Un triangolo sentimentale. Due donne profondamente diverse si contendono lo stesso uomo. Lo sfondo in cui si consuma il dramma è la Francia del Sud elegante e distaccata, testimone silente delle pene d'amore dei personaggi. Per il suo thriller sentimentale Une autre vie, in concorso a Locarno, l'attore e regista Emmanuel Mouret ha scelto di guardare all'Italia chiamando come protagonista una delle giovani interpreti che più suscitano interesse oltre confine: Jasmine Trinca. L'attrice interpreta Aurore, elegante e talentuosa pianista in crisi che si imbatte in un elettricista col quale intreccia una relazione. L'uomo (Joey Starr), che le fa tornare la voglia di vivere e lavorare, ha già una compagna che non ha nessuna intenzione di lasciarlo andare. A interpretare la determinata e sottilmente feroce Dolores, Mouret ha chiamato la compagna di set Virginie Ledoyen, che qui sfodera un registro attoriale nuovo il quale farà dimenticare la sua immagine di dolce francesina rubacuori.

Emmanuel, come è nata la scelta di realizzare un melò?
Emmanuel Mouret: In realtà non ho cercato di dirigere un melò. E' la storia, la situazione che mi ha interessato. Sentivo che l'intreccio sentimentale che stavo narrando non conduceva certo alla commedia e se il film contene un certo lirismo posso solo essere lieto, ma non mi interessava fare un film di genere quanto lavorare su una situazione.

Nel film vi sono alcuni elementi che lo allontanano dal realismo più rigoroso. Ad esempio la figura del medico, che si comporta in modo curioso violando il segreto professionale con il paziente.
Emmanuel Mouret: Quando faccio un film quello che mi interessa è creare una situazione specifica, non il realismo totale, ma l'approfondimento piscologico. Mentre giravo Une autre vie non mi sono posto il problema della protezione dei dati personali di un paziente perché volevo portare avanti un racconto. Nei film, come nella realtà, un medico come quello che metto in scena io è piuttosto raro, ma è una figura con uno scopo narrativo preciso.

La scelta di far leggere al personaggio di Virginie Ledoyen un romanzo di Patricia Cornwell è dovuto a qualche ragione specifica?
Emmanuel Mouret: No, non voglio deludere nessuno, ma questi sono i casi della vita e della lavorazione. L'accessorista aveva dimenticato la cassa dei libri e quello era l'unico che avevamo a disposizione sul set quel giorno.

La volontà di scegliere un attore come Joey Starr come protagonista maschile è dovuto alla volontà di riflettere sull'integrazione razziale in Francia.
Emmanuel Mouret: No, non mi sono nemmeno posto la domanda. Joey Star viene dalle Antille, colonia francese d'oltemare. Ha un'immagine pubblica un po' ruvida e l'ho scelto proprio per questa ragione. Quello che mi interessava in lui è la sua forte personalità. Il personaggio che ho scritto era molto sentimentale e mi pareva più interessante che a interpretarlo fosse un uomo dotato di aspetto virile per evitare ogni eccesso di sdolcinatezza. Gli ho parlato di Lino Ventura, un attore molto famoso in Francia, il quale era il modello che avevo in mente.
Virginie Ledoyen: E poi Joey non ha un aspetto esotico. In Francia è pieno di persone con i suoi stessi tratti.

Virginie, come è stata la tua esperienza con Emmanuel?
Virginie Ledoyen: Avevo già lavorato con Emmanuel in Solo un bacio per favore dove, oltre a dirigere, era anche attore. Ha reinventato il mio lavoro, ma ho apprezzato molto il fatto che stavolta fosse solo regista perché ho potuto approfittare di lui per carpirne gli insegnamenti e avere la sua attenzione.

Jasmine, questo film contiene situazioni melodrammatiche, ma la tua recitazione è molto distaccata, come se fossi in un acquario.
Jasmine Trinca: C'è un lato nascosto del mio carattere che emerge solo con le persone che mi conoscono molto bene e che appartiene al melodramma. Il modo di girare di Emmanuel lascia una libertà, uno spazio in cui gli attori possono creare liberamente. Lui crea dei tableau vivant in cui ognuno di noi fa la sua scena. Il film è stato molto impegnativo per varie ragioni, tra cui la lingua. Inoltre dovevo fingere di essere una pianista. La natura mi ha dotato di enormi mani mai messe a frutto finora. Dire che ho studiato pianoforte sarebbe una bugia, ma ho preso delle lezioni di base per la postura da tenere mentre fingo di suonare perciò ho provato a mettere le mani su un pianoforte. Nelle scene in cui suono l'insegnante si nascondeva sotto il piano e faceva sbucare le sue mani sotto il mio corpo.

Il finale del film è piuttosto agghiacciante perché abbiamo una sottile resa dei conti tra le due protagoniste. Il personaggio di Jasmine è più facile da capire, mentre entrare in empatia con la Dolores di Virginie è molto più complicato, visto il suo comportamento e le battute che le vengono fatte pronunciare.
Emmanuel Mouret: Il finale era la sfida principale del film ed è la prima cosa che ho scritto. Le due protagoniste sono due facce della stessa medaglia. Delicatezza e perversione si intrecciano in continuazione. Aurore, il personaggio di Jasmine, per tutto il film è sottoposta al peso della colpa. Dolores è intelligente, perfida, apparentemente fragile, ma sotto sotto è la più forte. Non sono uno piscanalista, ma ho sentito parlare a lungo del senso di colpa e questo è il vero soggetto del film. E' tipico dei perversi non avere sensi di colpa. L'incontro finale è molto violento perché Dolores è feroce, ma al tempo stesso dice cose molto vere e sensate.

Jasmine, tu cosa pensi del tuo personaggio?
Jasmine Trinca: Nei primi incontri che ho avuto con Emmanuel ho provato a definire Aurore come una persona naive e lui mi fulminata con lo sguardo correggendomi. Qui si parla di candore, che è uno degli elementi chiave del mio personaggio insieme al senso di colpa, elemento tipico del XXI secolo perciò mi sento in linea con la contemporaneità. Mentre faccio un film mi capita sempre più spesso di trasferire cose del personaggio su di me. In questo set svenivo in continuazione facendo preoccupare tutti e credo di aver assorbito qualcosa di Aurore.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Jasmine Trinca: ho attraversato un anno incredibile recitanto in Une autre vie, con Valeria Golino in Miele e con Giorgio Diritti in Un giorno devi andare. L'incontro con Valeria rappresenta un momento molto speciale, difficilmente ripetibile a breve. E' un personaggio che ha cambiato il mio modo di essere. Ora sto lavorando con Sean Penn in The Gunman, una produzione americana ambientata a Barcellona.