Tutta la musica del cuore: L'altra faccia delle note in TV

Tutta la musica del cuore porta in scena un piccolo conservatorio della Puglia con i problemi quotidiani, le solite raccomandazioni e persino le ingerenze mafiose. Per fortuna dalla parte dei ragazzi ci sono alcuni insegnanti e una tenace ispettrice del Ministero...

Il passato ritorna sempre e con ironia, pronto a chiedere il conto con gli interessi. O almeno così sembra ad Angela Braschi (Francesca Cavallin), la protagonista di Tutta la musica del cuore. La fiction, diretta da Ambrogio Lo Giudice (Terra Ribelle) e prodotta da Rai Fiction con Casanova Multimedia, va in onda per sei puntate da domenica 3 febbraio su Rai Uno.
La biondina lavora come ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione: integerrima, pignola e scrupolosa, concentra tutte le proprie energie nel perseguire irregolarità e truffe. Probabilmente nel suo campo è la migliore e di conseguenza la più "scomoda". Per questo viene mandata in trasferta (o, se preferite, in esilio), a Montorso, un paesino di provincia in Puglia, a verificare l'attendibilità di una serie di esposti contro il conservatorio locale, accusato di illeciti di ogni genere.
Angela parte con il peggior stato d'animo possibile, perché l'incarico la riporta a contatto con un capitolo della sua vita che considerava archiviato. Un tempo non troppo lontano, infatti, era una pianista di successo, ma un lutto l'ha costretta a rinnegare il suo talento. Ora, invece, deve tornare quotidianamente a contatto con giovani musicisti pieni di sogni e non riesce a sopportarlo.

Per fortuna ad alleggerire questo fardello ci pensa Mattia Stefani (Johannes Brandrup), uno degli insegnanti della scuola, o meglio l'unico tanto idealista (e folle?) da credere che sia possibile ricominciare dalle note, dalla sinfonia e dagli spartiti per ripulire un ambiente ormai saturo di ingiustizie, o, come li chiama lui, "scambi di favori tipici della mentalità mafiosa".
Abbandonato dalla moglie, vive solo per la musica e per la figlia adolescente Marina (Laura Glavan): "Come faccio a mollare? - si chiede - Non ci sono cinema né teatri: c'è solo la strada. I sogni sono merce rara qui, bisogna difenderli ad ogni costo".
Con l'aiuto di Bianca (Lucrezia Lante della Rovere) e di alcuni colleghi volenterosi inizia, allora, un progressivo smantellamento delle "cattive abitudini" che il direttore Marra (Antonio Stornaiolo) ha perpetuato a danno degli studenti.
In un conservatorio in cui, secondo Mattia, persino il caffè è pessimo perché anche il barista fa parte della schiera dei raccomandati, esistono per fortuna molte storie "pulite" di ragazzi pieni di energia, forza di volontà e doti straordinarie.

La loro bravura - per interpretare gli studenti sono stati scelti tutti musicisti veri - buca lo schermo e regola il tono dell'intera fiction, che vuole infrangere le distinzioni di genere e portare in prima serata la musica classica come balsamo per alleviare i problemi della nostra società, secondo le intenzioni del produttore Luca Barbareschi.
Potranno sembrare tutte sviolinate retoriche (scusate il gioco di parole) e in parte lo sono, soprattutto in alcuni dettagli sopra le righe che riguardano, tra gli altri, la madre di Angela - che le regala un libro di favole per superare gli incubi del passato - o gli atti di bullismo - ad opera di adolescenti, riconoscibili dal total black di pelle. Per il resto lo spettatore si ritrova di fronte ad un tentativo coraggioso, anche se non del tutto riuscito, di trasmettere la poesia più pura delle note attraverso una realtà grigia dove imperversano crisi e ingiustizie. Bach non cancella il debito pubblico, ma persino attraverso i canali più maldestri può offrire una parentesi nella disperazione quotidiana e ridare un briciolo di speranza.
Tutta la musica del cuore parte con le migliori delle intenzioni e, se parlasse di più al pubblico con gli spartiti che con la sceneggiatura, potrebbe persino creare un dignitoso precedente per un nuovo filone seriale made in Italy.