Knife + Heart: un thriller a sfondo omosessuale dal sapore trash

Uno dei peggiori film di Cannes 2018, che aspira a Argento e De Palma, ma finisce per essere un pasticcio di genere con derive trash.

Knife + Heart: Vanessa Paradis in una scena del film
Knife + Heart: Vanessa Paradis in una scena del film

L'eccesso, l'essere sopra le righe, esagerare non è necessariamente un male. Può essere un modo per farsi notare, catalizzare l'attenzione e poi convogliarla verso il messaggio che si vuole trasmettere o, semplicemente, la storia e i personaggi che si vuole raccontare. Diventa un difetto quando diventa fine a sé stesso, quando perde il controllo e diventa un calderone di suggestioni che non lasciano molto allo spettatore. Accade a Knife + Heart, il film scritto e diretto da Yann Gonzalez e presentato in concorso all'edizione 2018 del Festival di Cannes, risultando, dispiace dirlo, tra i momenti più bassi della selezione. Un film che aspira a modelli alti come Brian De Palma o Dario Argento, intingendoli in suggestioni camp che, fuori controllo, finiscono per sfociare nel trash.

Leggi anche: Dario Argento: da Profondo Rosso a Opera, dieci scene per dieci film da incubo

images/2018/05/20/ucdlc_7_-_c_ella_herme_.jpg

Un'estate rovente

Protagonista della storia di Knife + Heart è Anne, produttrice di porno gay di bassa lega, che sta vivendo un periodo non facile dal punto di vista personale, reduce com'è dalla separazione dalla sua amante e montatrice Lois, stanca dei suoi eccessi alcolici. Siamo nell'estate del 1979 a Parigi e Anne è intenzionata a girare il proprio film più ambizioso, ma uno dei suoi attori viene brutalmente, e creativamente, assassinato da un misterioso killer, dando il via ad una serie di omicidi e un'inevitabile indagine che stravolge la vita della donna.

Leggi anche: Cannes 2018: i 12 film che attendiamo di più

La ricerca estetica...

Knife + Heart: Vanessa Paradis e Kate Moran in una scena del film
Knife + Heart: Vanessa Paradis e Kate Moran in una scena del film

Gonzalez cura molto la componente visiva del suo film, girato in 35 mm e caratterizzato da un senso del glamour eccentrico, con molte concessioni camp. Il regista si diverte a raccontare il dietro le quinte del mondo delle produzioni porno omosessuali con sequenze (auto)ironiche, al limite dello slapstick, tenendosi al limite dell'esplicito per quanto riguarda le scene di sesso e mirando a modelli più alti per quelle che sono le sequenze più forti e cruente: c'è qualcosa del Brian De Palma di Omicidio a luci rosse, un pizzico di un certo Dario Argento e i gialli/thriller anni '70, un po' di sano slasher, ma c'è soprattutto un folle e creativo eccesso nel mettere in scena efferati delitti compiuti a colpi di un pene di gomma con lama estraibile.

Leggi anche: Cannes 2018, Cate Blanchett: "Le registe in concorso scelte per la qualità dei film, non per il loro sesso"

... e la deriva formale

images/2018/05/20/ucdlc_10_-_c_ella_herme_.jpg

Quel che manca a Knife + Heart è un equilibrio tra questi elementi e il risultato è uno schizofrenico pasticcio che ondeggia continuamente da una all'altra delle sue anime, in cui la caduta nel trash involontario è sempre dietro l'angolo. Vi restano invischiati gli interpreti, tra i quali spicca Vanessa Paradis che interpreta la protagonista Anne, ma ne resta soffocato anche l'approfondimento di quello che sembra essere il tema principale che fa da sfondo alla storia, un'analisi delle pulsioni sessuali e dell'abbandono ad esse e della repressione che molti vivono. Ne viene fuori un film che preso per quel che è può anche divertire, ma non riesce a raggiungere una coerenza autoriale che ci permetta di considerarlo un'opera compiuta.

Movieplayer.it

2.0/5