Kepler 452b visto dal cinema: viaggio immaginario tra film (im)probabili

La scoperta di un pianeta simile alla Terra non ha scosso solo astrofisici e scienziati, ma anche stuzzicato l'immaginazione di tutti noi cinefili. Ecco un'ironica carrellata su eventuali pellicole che potremmo vedere in futuro.

Natale a Kepler 452b
Natale a Kepler 452b

Pazienti sonde in viaggio da anni nello spazio più sterminato, potenti telescopi pronti a scrutare ogni angolo dell'universo e poi lei, l'immaginazione umana, fedele amica (si spera) di registi e sceneggiatori, che più di ogni altra cosa ci spinge a guardare oltre, a scomodare l'altrove. La grandiosa notizia dell'esistenza di Kepler 452b, un pianeta assai simile al nostro con tanto di probabile nuovo Sole dalle sue parti, ha scomodato i sogni e le fantasie di ogni appassionato di cinema. Perché al di là di qualsiasi implicazione scientifica e di interessanti passi avanti nell'esplorazione spaziale, molti di noi avranno subito pensato alle conseguenze cinematografiche di questa straordinaria notizia. Una scintilla inaspettata che apre le porte a infinite speculazioni narrative.

Kepler 452b
Kepler 452b

Esistono dei kepleriani? E se gli alieni non fossero strani macrocefali con occhioni neri come abbiamo sempre pensato? E se assomigliassero a noi? Pervasi da queste curiosità al limite tra l'esistenziale e i deliri più nerd, è davvero difficile non pensare ad un Michael Bay che, davanti ad un notiziario (col suo immancabile berretto), si immagini scontri robotici transplanetari o a Roland Emmerich, il nostro "mister catastrofe", colto da un irrefrenabile desiderio di distruzione kepleriana. E che cosa direbbero Steven Spielberg, Ridley Scott e Christopher Nolan, assidui visitatori di altri mondi? Possibile che i cinecomic si facciano sfuggire l'occasione di rappresentare nuovi guardiani per ipotetiche galassie? Cosa vedrebbero gli occhi sarcastici di Woody Allen e lo sguardo poetico di Terrence Malick?

Insomma, tra blockbuster commerciali e più raffinate visioni d'autore, ci siamo chiesti come reagirebbe Hollywood a questo stimolante spunto astronomico. Tra remake, reboot e inediti, ci lanciamo con ironia e disimpegno in questo gioco cinefilo. Allora spegnete il telescopio e prendete i pop corn. E' probabile che proprio lì, su Kepler, lo abbiano già fatto e che stiano ridendo di noi.

La lunga scia dei cinecomic

Guardians of the Galaxy: un primo piano di un perplesso Chris Pratt
Guardians of the Galaxy: un primo piano di un perplesso Chris Pratt

A ben pensarci, la "Fase Due" dell'universo cinematografico Marvel ha allargato sempre di più gli orizzonti narrativi della Casa delle Idee. Grazie a film come Thor: The Dark World e Avengers: Age of Ultron, abbiamo notato come l'azione si stia man mano allontanando dal pianeta Terra per sconfinare in altri mondi lontani. Le forze sono sempre maggiori e il respiro del racconto scomoda realtà extra-terrestri. Infatti, la presenza centrale delle Gemme dell'Infinito sta portando lo scontro tra Vendicatori e nemici cosmici sul piano spaziale, mentre Guardiani della Galassia ha riportato in voga il piacere esplorativo della space opera, facendoci conoscere nuove razze e nuovi pianeti. E allora perché non immaginare nuove missioni supereroiche anche su Kepler? Perché da quelle parti potrebbe nascondersi un nemico ancora più potente così come qualche provvidenziale alleato.

Possiamo immaginare che laggiù le tecnologie del filantropo Tony Stark risultino antiquate, che l'adamantio nelle ossa di Wolverine venga considerato fragile come la plastica e che il martello di Thor non sia degno. Insomma, Kepler potrebbe ospitare supereroi ancora più super dei nostri. È molto probabile che tra fumetti e pellicole qualche penna Marvel ci stia già pensando seriamente. E allora sì che persino il violaceo Thanos potrebbe impallidire.

Blake Lively e Ryan Reynolds in una scena di Green Lantern
Blake Lively e Ryan Reynolds in una scena di Green Lantern

Quasi certa anche una controffensiva kepleriana della DC Comics che non potrebbe mai farsi sfuggire l'occasione di fornire nuovi spunti alla Justice League. Possiamo immaginare che sul pianeta-cugino si nasconda un antidoto alla celebre kryptonite e che Superman si vendichi su Batman. E forse non sarebbe poi così difficile incontrare nuove Lanterne Verdi pronte ad unirsi ai Cavalieri dello Smeraldo e soprattutto a farci dimenticare con qualche incantesimo kepleriano l'ultimo film con Ryan Reynolds. Battute a parte, una cosa è certa: la programmazione cinematografica dei cinecomic assomiglia tanto alle missioni della Nasa, ben delineate e con previsioni a lungo termine. Il cinema a fumetti guarda sempre lontano e punta al futuro solo col telescopio.

Wolverine: l'immortale, Hugh Jackman nel nuovo film della saga ambientato in Giappone
Wolverine: l'immortale, Hugh Jackman nel nuovo film della saga ambientato in Giappone

Kepler: "Ciak, devast-azione!"

Fuga collettiva in Transformers: The Dark of the Moon
Fuga collettiva in Transformers: The Dark of the Moon

Kepler 452b si trova a 1400 anni luce di distanza dalla Terra, il che rende attualmente impossibile visitarne la superficie ed esplorarne ogni dettaglio. Ed è qui che entra in gioco la settima arte, è qui che le grandi major, fabbriche di blockbuster sempre più spettacolari, iniziano a sfregarsi le mani. Sul grande schermo l'impossibile diventa possibile, l'invisibile diventa rappresentabile. Così abbiamo pensato che il cinema puramente commerciale non disdegnerebbe affatto una visita su Kepler, cercando di prefigurarne forme, abitanti e culture. Ammettiamolo, uno dei vizi di questo genere è una certa abitudine a rappresentare il diverso come nemico da combattere, come una minaccia e fonte di sicura disgrazia. A rappresentare questa frangia hollywoodiana non potevano che esserci Michael Bay e Roland Emmerich. Il primo potrebbe mettere in bella mostra una nuova generazione di Transformers (ovviamente ancora più forti e indistruttibili) così come uno scontro tra umani e cloni kepleriani (tema in parte già sfiorato con The Island) che, travestiti da terrestri e ben nascosti sul nostro pianeta, attenterebbero alla popolazione. Dwayne Johnson e Mark Wahlberg sono avvisati: la salvezza dell'umanità passa dai loro bicipiti.

Emmerich si sentirebbe molto a suo agio sul pianeta-gemello, sicuramente terreno fertile per assurdi cataclismi dalle dinamiche più disparate. Piogge di magma, terremoti da cui riemergono strane creature e così via. Insomma l'intrattenimento spinto oltre ogni limite, con dei risultati che richiederebbero un rapido intervento del neuralizzatore visto in Men in Black. Anche loro di spazio e di nuove, strambe creature se ne intendono parecchio.

Men in Black: Will Smith e Tommy Lee Jones
Men in Black: Will Smith e Tommy Lee Jones

Previsioni d'autore

Interstellar: Matthew McConaughey guarda verso il cielo in una scena del film
Interstellar: Matthew McConaughey guarda verso il cielo in una scena del film

Un anno su Kepler-452b equivale a 385 giorni. Vi ricorda qualcosa? Molto probabilmente si, perché ultimamente alcun grandi autori, amanti della fantascienza, hanno orbitato attorno al tema, spinti verso lo spazio sconosciuto per mettere alla prova la nostra sete di conoscenza, il nostro instancabile desiderio di infinito. Interstellar di Christopher Nolan è stato profetico, parlando di una "nuova casa" e di "un nuovo sole", un buco nero oltre il quale nuovi pianeti sconvolgono la solita percezione spazio-temporale. E allora, visto che anche Ridley Scott sta per ritornare sul tema spaziale con l'atteso Sopravvissuto - The Martian (in arrivo il prossimo novembre), è facile pensare che i due non tornino sull'argomento e che le rispettive visioni sul fascino dello spazio siano effettivamente racchiuse nei loro ultimi film. Allora meglio solleticare gente come Steven Spielberg, ipotetico papà di un altro meraviglioso extra-terrestre kepleriano di cui analizzare la personalità, oppure James Cameron, il quale potrebbe spingere la mitologia di Avatar oltre Pandora sino alla Costellazione del Cigno, ovvero la porzione di spazio in cui si trova il pianeta appena scoperto.

Anton Yelchin, Chris Pine, Simon Pegg, Karl Urban, John Cho e Zoe Saldana in una scena di Star Trek (2009)
Anton Yelchin, Chris Pine, Simon Pegg, Karl Urban, John Cho e Zoe Saldana in una scena di Star Trek (2009)

Oltre alle avventure di Jake Sully nel suo nuovo corpo Na'vi, un altro interessante spunto narrativo sarebbe quello del what if, ovvero del revisionismo storico in una realtà parallela a quella terrestre. Potremmo immaginare quindi una storia kepleriana in parte speculare alla nostra, dove alcuni fenomeni non si sono mai verificati e alcune scelte sono state diverse (estinzioni, guerre, scoperte). Una prospettiva dal potenziale narrativo quasi infinito che, a seconda del punto di vista da adottare, potrebbe scomodare J.J. Abrams (amante di paradossi temporali), Guillermo del Toro o Tim Burton in una grottesca ottica steampunk, oppure Martin Scorsese per un biopic su qualche grande personaggio kepleriano. A Terrence Malick concederemmo volentieri una riflessione poetica sulla flora e sulla fauna di Kepler 452b: una pellicola muta, contemplativa, capace di farci apprezzare ogni anfratto del nuovo mondo.

Un discorso a parte lo merita Michael Moore, sicuramente pronto a rivelare in un documentario gli intrighi e le bugie di una Nasa troppo facile al sensazionalismo. La nostra carrellata prevede anche un eventuale film di Woody Allen. Noi ce lo immaginiamo così: il regista seduto su una panchina assieme ad un kepleriano che per tutto il film si scambiano battute ironiche sulle loro rispettive società. E in Italia come reagirebbero i nostri autori? Paolo Sorrentino dirigerebbe un film dal titolo La notevole distanza, storia di un vecchio astronomo ormai stanco del suo pianeta che sogna una nuova vita altrove, mentre Nanni Moretti potrebbe girare Il kepleriano, racconto di un alieno dalle sembianze umane che di mestiere fa il regista politicamente impegnato. Sì, stiamo esagerando, ma il nostro stralunato viaggio sul cinema post-Kepler ha ancora un'altra tappa.

Una scena di Manhattan
Una scena di Manhattan

Un pianeta da animare

Shelbyville
Shelbyville

Scommettiamo che molti di voi, una volta letta la notizia di un "pianeta gemello", avranno pensato alla mitica opposizione tra Springfield e Shelbyville vista ne I Simpson. Due città quasi identiche, dove cittadini, palazzi, miti, leggende e persino le birre si assomigliano ma con qualche sostanziale differenza. Senza dubbio quello dell'animazione è un settore che più di ogni altro potrebbe seriamente giocare con la scoperta di Kepler 452b. E sarebbe davvero impossibile prevedere le mosse di uno scatenato Matt Groening che tra Simpson e Futurama (soprattutto) scriverebbe avventure assurde, mentre Seth MacFarlane, con il suo immancabile cinismo, sarebbe capace di invertire il canonico punto di vista che ci vede sempre come vittime degli alieni, descrivendo gli essere umani come un pericolo per la pacifica gente di Kepler. D'altronde Peter Griffin e Stan Smith sarebbero una coppia davvero terrificante.

Home - A casa: Oh, il piccolo alieno, in una scena tratta dal film della DreamWorks Animation
Home - A casa: Oh, il piccolo alieno, in una scena tratta dal film della DreamWorks Animation
Plutone
Plutone

Dreamworks Animation giocherebbe in casa proponendo un team up tra i protagonisti di Mostri contro Alieni, Megamind e Home - A casa. Approccio leggermente più romantico e nostalgico da parte della Pixar, la quale ci delizierebbe con un'amicizia o un amore a distanza tra Kepler e la Terra, umanizzandoli e dotandoli di un volto e di un cuore. Con la speranza che John Lasseter e compagni non si dimentichino del povero Plutone, pianeta solitario e lontano, le cui prime foto sono già state oscurate dalla notizia del nuovo pianeta.

Insomma, quello che sembra un grande passo per l'uomo, si rivela un enorme spasso per i cinefili. Eppure, senza fantasticare troppo, va detto che mancano sempre meno giorni per andare davvero nello spazio, per esplorare galassie lontane lontane. Il 16 dicembre di Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza è più vicino di Kepler 452b, per fortuna.