Justice League: Warner e DC provano a rifare gli Avengers, ma riescono solo in parte

Justice League riesce di fatto a dare uno slancio, anche entusiasmante, al proprio franchise, ma al tempo stesso mostra ancora una volta tutti i limiti di un progetto artistico incoerente, frettoloso e privo di una direzione ben precisa.

Justice League: Ben Affleck, Ezra Miller, Ray Fisher e Gal Gadot in una scena del film
Justice League: Ben Affleck, Ezra Miller, Ray Fisher e Gal Gadot in una scena del film

Sappiamo che la cosa non piacerà per niente ai fan della DC Comics e del DC Extended Universe, ma che la Warner stia cercando di recuperare terreno sui Marvel Studios è un dato di fatto. E guardare questo Justice League , l'attesissimo film che per la prima volta porta insieme al cinema così tanti supereroi, non fa altro che dimostrarlo. Sappiamo anche delle enormi differenze tra i due universi cinematografici e di come per esempio alcuni dei protagonisti di questo nuovo film - Aquaman, Flash e Cyborg - siano inediti per il grande schermo.

Eppure un enorme senso di familiarità non può che colpire lo spettatore fin dalle primissime scene, e il fantasma di Joss Whedon e dei suoi Avengers aleggia in tutto il film fin dall'inizio. E non ha nulla a che vedere con il suo arrivo nel progetto per prendere il posto del regista Zack Snyder in post-produzione. Così come non ha nulla a che vedere con il suo essere accreditato come co-sceneggiatore. No, Joss Whedon era evidentemente l'esempio da seguire fin da subito e non è certo un caso che la Warner alla prima occasione l'abbia inserito nel proprio team, gli abbia affidato il futuro Batgirl e forse, come vogliono voci non confermate, l'abbiano messo al centro di tutto il progetto creativo legato ai supereroi.

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Justice League: The Flash, Batman e Wonder Woman in una nuova foto
Justice League: The Flash, Batman e Wonder Woman in una nuova foto

Il primo film sugli Avengers (come già detto in altre occasioni) ha in qualche modo cambiato il modo di vedere i cinecomics e ha fatto capire il potenziale di questi super blockbuster dal cast impressionante, potenziali miniere d'oro anche solo in termini di merchandising. Ha trasformato un sottogenere cinematografico in un'industria a se stante, con le sue regole, i suoi punti di forza ed i suoi difetti. Justice League segue con attenzione tutto ciò che è stato e cerca di adattarlo alle proprie esigenze, riuscendo di fatto a dare uno slancio, anche entusiasmante, al proprio franchise ma al tempo stesso mostrando ancora una volta tutti i limiti di un progetto artistico incoerente, frettoloso e privo di una direzione ben precisa.

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Si può fare! Ovvero il Frankenstein dei cinecomic

Justice League: Jason Momoa, Gal Gadot e Ray Fisher in una scena
Justice League: Jason Momoa, Gal Gadot e Ray Fisher in una scena

Probabilmente non sapremo mai come sarebbe stato questo film se Snyder non avesse lasciato a causa del terribile lutto che l'ha coinvolto. Così come non sapremo mai come sarebbe stato questo film se l'avesse veramente scritto e girato Joss Whedon dall'inizio alla fine. Il primo grosso problema di questo Justice League così come lo vediamo ora in sala, è che è chiaramente il risultato di due filosofie e approcci diversi che poco si armonizzano l'uno con l'altro. È il risultato di un lavoro di post-produzione che deve essere stato faticoso e snervante, con tantissimo girato finito sul pavimento della sala montaggio (ma tranquilli che di sicuro lo ritroveremo in edizioni successive), allo scopo di ottenere un film più snello, più ritmato e fondamentalmente più piacevole e divertente dei suoi predecessori.

Justice League: Jason Momoa, Ben Affleck e J.K. Simmons in una scena del film
Justice League: Jason Momoa, Ben Affleck e J.K. Simmons in una scena del film

Il che sarebbe positivo se non fosse che la sensazione più frequente durante la visione è quella che ci fosse dietro molto ma molto di più e che probabilmente proprio questo film avesse bisogno di un respiro più ampio. Che quanto meno per i personaggi appena introdotti fosse necessario più spazio e più tempo per affezionarsi, per conoscerli, per apprezzare le loro abilità, le loro caratteristiche e la loro umanità. Invece Aquaman colpisce principalmente per la fisicità e la bellezza statuaria di Jason Momoa; Flash è simpatico e divertente come tutti gli outsider e ha dalla sua una super abilità molto cinematografica; Cyborg è versatile ed utilissimo soprattutto per (cercare di) coprire alla buona e meglio i tanti buchi di sceneggiatura.

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Justice League: Ezra Miller in un'immagine tratta dal film
Justice League: Ezra Miller in un'immagine tratta dal film

Ma a parte questo, nulla o quasi rimane impresso di questi personaggi se non la volontà di scoprirli meglio e di più nei loro film futuri. E quindi sì, è lecito domandarsi se questo Justice League non sia altro che un teaser, rimontato ad hoc, solo per introdurre tutto quello che verrà o potrà essere. Manca però il film vero e proprio, manca un'anima, manca, ancora una volta, quel senso di epicità, stupore e appagamento che abbiamo avuto in passato con altri progetti simili.

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Umanità v divinità

Justice League: Ezra Miller, Ben Affleck e Gal Gadot in una nuova foto
Justice League: Ezra Miller, Ben Affleck e Gal Gadot in una nuova foto

Discorso a parte meritano i due personaggi più noti e amati del gruppo: il Batman di Ben Affleck e la Wonder Woman di Gal Gadot. Rappresentano due anime opposte dell'universo DC, con il primo privo di reali superpoteri e la seconda, come d'altronde Superman, praticamente invincibile e dai poteri quasi illimitati. Se nel precedente Batman v Superman: Dawn of Justice, Bruce Wayne e il suo alter ego brillavano per carisma ed efficacia a dispetto del rivale (super)alieno, qui il suo ruolo è di mero collante e la sua partecipazione nell'effettiva lotta contro il potente e massiccio Steppenwolf molto limitata. È una scelta chiaramente coerente con il rendere corale il film e centrale il vecchio motto dell' "unione fa la forza", ma anche significativo di come sembrerebbe procedere questo nuovo universo sempre più cosmico e super, e poco umano.

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Justice League: Gal Gadot in un'immagine tratta dal film
Justice League: Gal Gadot in un'immagine tratta dal film

E infatti sono proprio i personaggi veramente potenti e divini a rendere al meglio, come la Wonder Woman figlia dell'enorme successo del film di Patty Jenkins, molto più riuscita e completa rispetto al precedente film di Snyder. Sarà la bellezza veramente fuori da ogni standard della Gadot, o il fascino e il carisma derivato dal buon film che l'ha vista protagonista solitaria o anche solo semplicemente la differenza dell'avere o no una backstory, ma ogni volta che in scena c'è l'Amazzone il film guadagna e tantissimo. La sua purezza, la sua solarità e anche le infinite (e divertenti, vedi la scena del lazo e Aquaman) potenzialità dei suoi poteri sono forse il vero futuro di questo franchise ma, ancora una volta, vanno un po' in contrasto con la cupezza che in passato ha voluto dare Snyder. Siamo quindi davvero davanti ad una svolta per il DC Extended Universe? Le due belle scene post-credits sembrerebbero confermare tutto ciò e ovviamente anche le sempre più frequenti similitudini con i rivali della Marvel. Resta da vedere se la Warner sarà finalmente in grado di trovare una propria identità, perché per il momento siamo ancora lontani.

Movieplayer.it

3.0/5